IL COLUMNIST di Luca Russo / QUESTIONE DI PRESSING…

(Luca Russo) – Negli ultimi tempi ho imparato a non discutere le scelte degli allenatori, perché loro semplicemente hanno un patentino tra le mani e gavetta ed esperienza da vendere che mancano al sottoscritto. Figurarsi, quindi, se ho la presunzione e le competenze necessarie per parlare di giocatori fuori ruolo, sistemi di gioco e aspetti similari. Però su altri argomenti, più o meno sempre attinenti a ciò che accade sul rettangolo verde, il lusso di opinare me lo concedo volentieri. E in tal senso la conferenza stampa post Parma-Juventus di Liverani è stata fonte di parecchi spunti. È comprensibile che in molti casi la qualità abbondante di rivali ben più quotati ed equipaggiati ti obblighi a fare un certo tipo di partita. Questi valori tecnici, però, sono noti in partenza e quindi alla partita ci si dovrebbe arrivare preparati se non nel modo migliore, perlomeno in quello più adeguato. Ieri sera i Crociati hanno fatto esattamente la partita che dovevano fare: difesa a oltranza e contropiede sempre in canna, unica strategia in grado di inceppare gli ingranaggi juventini, che raramente fanno scopa con avversari abbottonati. Ciò che gli è mancato, e che ha reso non produttiva la scelta di coprirsi e attendere la ripartenza giusta, è stato il pressing collettivo, intenso e coordinato che invece i bianconeri son riusciti ad esprimere ininterrottamente dall’alba al tramonto del match. Con una pressione simile a quella esercitata dagli ospiti, dubito che ci saremmo fatti calare addosso un poker che per la maniera in cui è arrivato non è errato considerare mortificante. Si può poi essere d’accordo sul fatto che fossimo alla terza gara in pochi giorni e che dunque si era a corto di risorse sia fisiche che mentali, ma è un alibi che possono agitare pure gli altri, e specialmente una formazione come la Juventus che tra Serie A, Champions League e impegni dei propri giocatori con le rispettive nazionali sta giocando sistematicamente ogni tre giorni dal mese di Settembre. Certo, loro hanno una rosa più ampia rispetto alla nostra e la possibilità di far ruotare (e rifiatare) un numero significativo di calciatori, però è calibrata sulle tre competizioni, mentre noi, tolta la Coppa Italia in cui ricorriamo prevalentemente alle seconde linee, di obiettivi ne abbiamo solo uno. La sua natura, peraltro, richiederebbe quella praticità indispensabile per centrarlo. Capisco perfettamente che l’idea di calcio di Liverani, considerata la complessità, non possa essere appresa dalla squadra in tempi brevi. Il fatto è che, classifica alla mano, di tempo non è che se ne abbia tantissimo. E se è vero come è vero che in natura non sopravvive il più forte, ma chi si adatta meglio, ecco spiegato il perché troverei più ragionevole dirottare gli sforzi su concetti semplici e virare su un gioco meno articolato, ma più funzionale alla necessità che abbiamo di conservare la categoria. Ripenso agli inizi di Conte e Allegri con la Juventus: il primo abbandonò rapidamente il 4-2-4 che stava diventando il suo cavallo di battaglia, fece spazio al più redditizio 3-5-2 e così vinse tre titoli di fila; il secondo, chiamato in fretta e furia a prendere il posto dell’allenatore salentino, intelligentemente ne utilizzò l’eredità tattica, prima di modellare la squadra a propria immagine e somiglianza, e finì col collezionare cinque scudetti consecutivi e due finali di Champions League. Il concetto di evoluzione che manda in pensione quello di rivoluzione. E che noi dovremmo far subito nostro perché, citando il noto Fedez, bisogna urgentemente invertire il senso di marcia prima che la stagione ci faccia avvertire il senso di marcio. A partire dallo scontro diretto di martedì prossimo allo stadio Ezio Scida, laddove Crotone e Parma si contenderanno punti decisivi per la volata salvezza. Luca Russo

2 pensieri riguardo “IL COLUMNIST di Luca Russo / QUESTIONE DI PRESSING…

  • 20 Dicembre 2020 in 14:22
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    Se il Parma arriva quart ultimo è già tanto

  • 21 Dicembre 2020 in 00:14
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    Mi pare che Liverani abbiamo abbandonato da un po’ il “furbol bailado”. Ora facciamo solo difesa e contropiede. Però fatichiamo ancora. Perchè? Vedo tre motivi principali:

    – Giocatori schierati fuori ruolo;
    – Scarsa tenuta atletica dei nostri. Sembriamo sempre spompi e senza energie;
    – Manca una seconda punta alla Insigne capace di spaccare in due le difese avversarie.

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