L’insostenibile leggerezza del pallone, anno terzo / LA DORSALE D’ANTAN HA ANCORA IL SOPRAVVENTO SUL PARMA DELL’ANNO CHE VERRA’
(Luca Tegoni) – Quel vento freddo di Genova, che sospingeva o respingeva il pallone, non ha spazzato completamente la paura che intimidisce i piedi e la volontà dei Crociati.
Si affrontavano, ieri sera, due squadre in stato confusionale con pochi punti e un’identità tutta da trovare. Per quanto riguarda il Parma la squadra vecchia, quella dello scorso anno, ha avuto il sopravvento su quella che dovrebbe essere la squadra nuova, quella dell’anno che verrà.
E così con quei ricorsi alla memoria le giocate determinanti dei giocatori migliori del Parma mantengono nella confusione la squadra di Maran.
Recupera palla sulla tre quarti Kuçka, scarta l’avversario di potenza e tocca con grazia la palla in area per lo scatto di Gervinho che si avventa sulla palla e la scaglia in porta sul portiere in uscita. Kuçka e Gervinho poco più indietro Scozzarella, ancora prima Bruno e per cominciare Sepe. La dorsale del Parma caratterizza la partita pur nelle difficoltà incontrate da ognuno, ma si dimostra indispensabile per sopperire alle mancanze dei compagni. Veramente scarsa la prestazione di Busi, incapace a difendersi da Pellegrini e inadeguato a supportare l’attacco del Parma. Il Parma è ancora molto prudente e per quanto riguarda l’attacco gli esterni bassi non passano quasi mai la metà campo, per cui il gioco si sviluppa per sovrapposizioni dei tre più tre alla ricerca della verticalizzazione improvvisa o dell’appoggio per il lavoro da facchino che si sobbarca Cornelius non solo quando arrivano palle alte lanciate dalla difesa da conquistare.
Nel primo tempo per due volte il Parma perde il controllo della situazione in difesa. La prima volta ci pensa Sepe a neutralizzare il tentativo di Eldor (Shomu …) mentre la seconda è Scamacca che si immedesima in Egidio (Calloni) del tempo che fu, e scaraventa la palla in tribuna ad un passo dalla porta sguarnita.
Per il resto solo Parma che trova anche il tempo, negli ultimi due minuti, per sviluppare due belle azioni d’attacco che però Gervinho non riesca a tramutare in rete, sciaguratamente nella prima, liscio al volo davanti alla porta e per merito del portiere, nella seconda, che riesce a deviare il bolide calciato dal nostro sulla traversa.
Karamoh sovente appare in uno stato catatonico come ipnotizzato. A sua insaputa, probabilmente, centra con una pallonata il volto di Osorio nel tentativo di liberare l’area di rigore.
Il secondo tempo si apre con il secondo goal di Gervinho dopo una bella azione in cui il Parma si distende in avanti ed è fortunato quando un cross sbagliato di Kurtic, ai suoi soliti livelli, gli capita tra i piedi e lui è bravo a destreggiarsi per andare al tiro e, con la complicità di un difensore che sfiora il tiro, infilare l’angolo basso alla destra del portiere.
Pochi minuti dopo, due contrasti consecutivi lasciano a terra due giocatori del Parma e consentono al Genoa di presentarsi davanti all’area. La palla sarebbe troppo lunga, ma l’inefficace Busi rimane fermo, non attacca e il conseguente contrasto mette l’Uzbeko di prima davanti a Sepe e questa volta non perdona. Due a uno. Probabilmente da questo momento il Parma viene assediato dalla paura. Comincia un’altra partita, involuta, precaria, forse rabbiosa. Si infortuna anche Scozzarella e qui quel poco di lucidità che rimaneva a centrocampo lascia il posto alla mollezza delle movenze di Hernani, immancabilmente alla regia della squadra come nei recenti film horror trasmessi.
Il Genoa non c’è, ci sono solo molti individui che non riescono a giocare tra di loro e così il Parma, pur rimasto in emergenza per carenza di autostima e perché Grassi si fa male alla spalla e deve uscire senza poter essere sostituito, riesce a portare a casa questi tre punti che gli consentono di rimanere agganciati alle squadre fuori zona retrocessione.
Non mi pare che si possa dire che la strada sia stata tracciata, però almeno può crescere la consapevolezza che la qualità dei giocatori “di dorsale” non è andata perduta e che a quella ci si può affidare.
Il Parma per il terzo anno consecutivo vince a Genova sponda Grifone. Due a uno con doppietta di Gervinho. Luca Tegoni
Forse la dorsale ha funzionato perchè Kucka ha giocato a centrocampo e Gervi largo sulla fascia? Prima di ieri i due erano sempre stati schierati fuori ruolo.
Intendevo, per dorsale, gli uomini su cui fare affidamento. Poi sono d’accordo per Kuko che non può giocare fuori ruolo. Un po’ meno per Gervi perchè secondo me deve giocare dove gli pare e infatti ieri tutte le azioni pericolose le ha compiute centralmente e non largo sulla fascia. Saluti
Possiamo essere felici per i 3 punti….ma anche la vittoria di ieri è ancora di “D’ aversiana” memoria quindi vuol dire che Liverani deve ancora plasmare la squadra ,e l apporto dei nuovi Osorio a parte è ancora inconsistente li abbiamo visti poco è vero ma……….in ogni caso vuol dire che sono ancora da inserire quindi ………siamo indietro su tutto,cosa vogliamo fare? incamerare punti o giocare col modulo convenzionale al mister ( manon ai giocatori)e rischiare fino al ultima giornata? no perchè trovo leggitimo che Liverani tenti di perseguire la strada del “gioco propositivo” ma…..siamo realisti i punti li abbiamo fatti tutti giocando come lo scorso anno.
Io direi che si sono visti sprazzi di Liverani, che non è solo possesso palla, ma riconquista della stessa nella trequarti o metà campo avversaria con rapide ripartenze corte da cui sono venute le azioni più pericolose ed i gol. L’importante ora è la solidità di squadra e si può dire che nonostante diverse sbavature difensive e appoggi sbagliati nelle ripartenze a centrocampo, segno che i meccanismi non sono ancora ben oliati, l’atteggiamento era quello giusto. Se penso alla depressione in cui ci avevano sbattuto le ultime due partite, direi che il miglioramento c’è stato, e questa è la base da cui si deve ripartire, sperando che con il raggiungimento della migliore condizione fisica e la conoscenza reciproca e del gioco ci portino alla costanza di rendimento all’interno della stessa partita che è la base per una salvezza tranquilla. Per il completamento del gioco di Liverani c’è tempo (ci vogliono gli uomini giusti), io mi accontento di quello che ho visto lunedì con una maggiore continuità.