TATTICA-MENTE, di Patrick Fava / PIU’ SI STA VICINI ALLA PORTA E PIU’ LA MARCATURA STRETTA E’ FONDAMENTALE
(Patrick Fava) – Ecco la mia analisi tattica di Milan-Parma. La squadra di Liverani agguanta un pareggio insperato: 2-2 sul campo della capolista, un risultato che sicuramente la compagine gialloblù avrebbe firmato alla vigilia, ma che per come è maturato lascia senz’altro un po’ di rammarico. Ad essere sportivi il Milan, per quello fatto vedere nei 90′, avrebbe meritato sicuramente il successo, ma quello che lascia di stucco, è che i Crociati nel momento in cui avrebbero potuto accusare il colpo – ovvero sull’1-2 siglato da Theo Hernandez – sono stati lucidi ed attenti: il gol del pareggio dei rossoneri, infatti, è arrivato mentre sembravano nel pieno controllo della gara. Il Parma ha approcciato bene la partita: Mister Liverani si sta pian piano rendendo conto che il vestito giusto per questa squadra è diverso da quello che avrebbe voluto cucire; i gialloblù faticano nella costruzione da dietro: solo Bruno Alves sembra avere le caratteristiche per poter gestire il pallone, gli altri difensori centrali hanno altre caratteristiche. I difensori Crociati, anche quest’anno, si stanno dimostrando abili nella protezione dell’area di rigore e nel gioco aereo, mentre faticano quando lasciano molto campo alle spalle: ne consegue che la strategia dell’allenatore, anche con i rossoneri, è stata sulla falsariga della partita giocata sullo stesso palcoscenico con l’Inter qualche settimana fa. E’ vero: il sistema di gioco è cambiato, si è passati da un 1-3-5-2 ad un 1-4-3-3 asimmetrico, ma i principi di gioco sono rimasti gli stessi, i gialloblù hanno continuato a mantenere un baricentro basso, dando priorità alla chiusura degli spazi centrali, stando attenti con la linea difensiva a non concedere spazi in profondità; ma, soprattutto, questa strategia di D’Aversiana intuizione, portava i rossoneri ad esporsi ulteriormente, lasciando pericolosamente i due centrali difensivi contro i due attaccanti, nella fattispecie Gervinho, come negli anni scorsi con D’Aversa, che non seguiva l’esterno basso di destra (Calabria), smarcandosi in modo preventivo alle spalle di quest’ultimo e non è un caso che il primo gol dei Crociati sia nato proprio da un’azione personale dell’ivoriano nella sua confort zone: ottimo il passaggio arretrato per Hernani, abile a segnare di destro alle spalle dell’incolpevole Donnarumma. Il piano del Parma è ben chiaro, ma tenendo continuamente il baricentro basso il rischio di poter incappare in qualche inconveniente c’è sempre, come nell’occasione del doppio palo colpito dai rossoneri prima con Brahim Diaz e poi con Chalanoglu: in entrambi i casi i gialloblù non sono stati abili nel mettere la pressione necessaria per impedire le conclusioni ai trequartisti rossoneri. Il Parma ha sofferto in alcune circostanze, come nell’occasione capitata a Rebic e salvata in extremis da Bruno Alves, ma c’è da dire che saper soffrire in area di rigore è ormai nel DNA di questa squadra, la quale è riuscita a sventare in più di un’occasione, le minacce portate dai rossoneri, i quali, sempre nella prima frazione hanno colpito un palo su punizione di Chalanoglu. La difesa posizionale bassa di Liverani, ha avuto riscontri positivi contro un attacco come quello del Milan, privo di Zlatan Ibrahimovic: il reparto offensivo dei rossoneri, mancava di un importante riferimento sui cross e traversoni provenienti dalle fasce, questo ha dato la possibilità ai ducali di vincere parecchi duelli aerei e di portare la strategia degli avversari verso binari a loro meno congeniali; i rossoneri, infatti, già con la Sampdoria, avevano dato qualche segnale di difficoltà, e anche in quel caso si trattava di una squadra che faceva della difesa posizionale bassa la propria prerogativa. I Crociati sono riusciti addirittura a portarsi sullo 0-2, ancora una volta grazie ad una transizione rapida che ha visto protagonista il rigenerato Hernani, autore di un assist perfetto per l’inserimento, nel cuore dell’area di rigore, di Kurtic: i due gol firmati da due mezzali sono un’ottima risposta per Liverani che ha bisogno dei gol dei centrocampisti e di riempire con più uomini l’area di rigore avversaria. Altra cosa positiva è la percentuale data dal rapporto tra gol realizzati e tiri totali effettuati: il Parma si sta dimostrando cinico e spietato soprattutto nelle gare giocate a San Siro e questo dato contro le grandi squadre fa ben sperare. Un vero peccato è stato l’essere raggiunti nei minuti di recupero, ma, obiettivamente, il Milan, il pareggio se lo meritava. Un vero peccato sono stati anche i gol subiti: nelle due circostanze si poteva fare qualcosa di più, infatti Hernani ha perso la marcatura in modo ingenuo su Theo Hernandez sugli sviluppi di un calcio d’angolo, mentre nel secondo i gialloblù erano in netta superiorità numerica in area di rigore, ma la troppa attenzione alla chiusura degli spazi può portare l’effetto negativo di scordarsi che più si è vicini alla porta e più la marcatura stretta diventa fondamentale: decisiva nella circostanza la passività della linea ed in particolare la posizione di Osorio che ha dato la possibilità a Rebic di poter calciare verso la porta, dopo la parata di istinto di Sepe: la carambola che ne ê scaturita ha dato la possibilità ad Hernadez di raggiungere a tempo scaduto un pareggio ormai insperato per i padroni di casa. C’è sicuramente da migliorare, sicuramente nella gestione del pallone soprattutto nella fase di post conquista: troppe volte nella ripresa si è persa velocemente la sfera, ma quanto meno a San Siro si ê vista una squadra che ha lottato fino alla fine. Buon punto. Patrick Fava
Certo che il progetto dello stadio di nuovo inizio è stato fatto alla “carlina” o carlona così come l’assunzione di Carli appunto e Liverani. Pompa magna tanto per dire che è stato fatto e cestinato dopo due mesi. Krause in visita dal peritino (che indossava una giacchetta degna di Manenti) e dal mitico Bosi ha già detto di aver cestinato il progetto per presentarne uno nuovo. Chapeau.
Squadra che fa del pragmatismo la sua arma vincente non si cambia 😉