CARMINA PARMA, di Luca Savarese / ALL’ANDATA UNA PALLINA SU UN PIANO INCLINATO, MA COL RITORNO DEVE INIZIARE UN ALTRO CAMPIONATO
(Luca Savarese) – I due Capitani hanno lo stesso numero di maglia, è il 27, e loro sono Gervinho e Quaglierella. La Samp presenta una novità, che non era nell’undici della vigilia: dentro dal primo minuto Ramirez e fuori Ekdal, in odore di Parma secondo gli esperti mercatari. Anche il Parma propone una novità, non dell’ultima ora, ma degli ultimi giorni è Andrea Conti, appena arrivato dal Milan e subito lanciato a presidiare la destra partendo da dietro. Operazione che ricorda l’arrivo, nello scorso anno, di Matteo Darmian, oggi pedina dell’Inter. Thorsby è un cane sciolto e da vero under dog prima frana addosso a Cornelius poi usa le maniere forti anche su Grassi. Corre veloce la palla, la fanno viaggiare gli interpreti in campo, più che guardare all’estetica, badano al sodo. Da un’ incursione di Gervinho, che dopo aver eluso l’intervento di Audero, alleggerisce per Kuco, ecco la prima occasione dei crociati: tiro dello slovacco, ma sulla linea di porta doriana, è attento Colley. Questa sorta di batti e ribatti è interrotta solo da un episodio: Yoshida si porta in avanti con la calma dei giusti, tutti se lo perdono, lui davanti a Sepe, nipponico e algido, sguaina il mancino: è una katana che piega in due i crociati, che s’impauriscono e si disuniscono in un amen. Per la Samp è un gioco da ragazzi colpire ancora: ci riesce uno dei calciatori più sottovalutati di sempre, Keita Balde, che di sinistro trova il gol all’angolino sinistro della porta di Sepe. Il doppio vantaggio doria è un cazzottone che manda il Parma fuori dal ring anzi tempo. Il Parma del nuovo corso daversiano, contro i blucerchiati, è durato solo alcuni minuti di primo tempo, con i due legni di Kucka e Gervinho a sancire la fatica di una serata. Poi, le ombre di un presente da penultimi della graduatoria e i dubbi sul futuro prossimo, hanno tagliato le gambe ed il morale. Così, quello che è restato della partita, il Parma lo ha speso, come aggrappato alla zattera poco stabile della sua identità: la squadra che fino a poche settimane fa provava ad avere un fantasista, adesso vede molti fantasmi. Più che il preparatore atletico, qui ci vorrebbe lo psicologo. E così diventano 10 le gare senza successo, 4 pareggi, 6 sconfitte, eguagliando il record, poco nobile, raggiunto solo 3 volte in precedenza: nel 2006, nel 2007 e nel 2015. Entrambe queste ultime volte la squadra finì in B. Al contrario viaggia forte la Samp, che non solo chiude la gara mantenendo intonsa la porta, cosa che non le riusciva dalla gara contro la Samp di ottobre, ma chiude il girone d’andata con 26 punti, 7 punti in più ed 11 gol in più rispetto al precedente campionato. Dopo l’arrivo di Ranieri, lo scorso anno subentrato a Di Francesco, la doria non solo ha svoltato, ma ha messo la testa a posto, facendo un gran salto di qualità. Ad oggi, dopo Atalanta e Verona, è la formazione che più dà l’impressione, di sapere quello che vuole. Impietoso, al contrario, il confronto tra questo ed il giro di boa dell’ultimo campionato per i crociati, che sono passati dai 28 punti del torneo 2019/20 ai 13 di questo. D’estate, forse, negli alti piani ,non si è a fondo considerata una questione, che cioè un understatement tecnico non fosse uguale ed automatico al restare aggrappati alle zone alte ma comportasse invece una cospicua perdita di punti. Certo, un girone di ritorno very strong potrebbe rigenerare giocatori ed ambiente ma un conto è giocare in pianura un altro sempre in salita a rincorrere le diretti concorrenti. Luca Savarese
Purtroppo ho poche speranze per la salvezza. Non per quanto riguarda D’Aversa, che ha comunque dato grinta alla squadra, ma perchè i danni quasi irrimediabili sono stati fatti in estate con le scelte di Carli e di Liverani.