CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / CALCIO CREATIVO CONTRO LA SFIGA: E SE FOSSE SEPE A SOSTITUIRE BRUNO ALVES?

(Gianni Barone) – Narrano che la sfiga ci veda benissimo: magari non è solo una questione di sfiga, certo altre componenti meno fantomatiche hanno la loro preponderante correità, però sul fatto che non sia miope credo che tutti siano abbastanza d’accordo. Siamo tutti d’accordo? D’accordo: Campanini OLR. E dunque, il bollettino medico di ieri ha riferito che l’ultimo (difensore) ad essere entrato in infermeria, dopo Iacoponi e Gagliolo (che oggi vedono se si riesce a recuperarli, magari assieme allo stra-celebrato Balogh), Laurini, Osorio e Valenti è nientepopodimeno che Capitan Bruno Alves per l’effetto di un reparto decimato, come annota Grossi sulla Gazzetta di Parma. Posto che cercare di forzare degli infortunati non è mai consigliabile, per via del fatto che magari ci metti una toppa ora, ma poi lo pneumatico rischia di scoppiare, si può cercare di fare ricorso al calcio creativo, un po’ di fantasia per farsi un baffo della malasorte, sperando che poi questa non si accanisca e magari apprezzi delle scelte un po’ naif, ma che potrebbero risultare assai efficaci. Nel passato, quando le rose erano ridotte e non ridondanti come oggi (nonostante certi limiti di lista che trovo francamente anacronistici in epoca Covid e se si autorizzano ì cinque cambi a gara non si capisce perché si debba mantenere limitazioni inutili sui tesserati schierabili) si soleva arretrare nel ruolo di difensore centrale qualche attaccante (del resto sovente si faceva anche il processo contrario, ossia spostando in avanti lo stopper per rilevare il centravanti strutturato, ma infortunato), e in taluni casi l’accorgimento si rilevò talmente felice da diventare soluzione finale, citiamo, tra i più eclatanti, qualche esempio tipo Gullit alla Sampdoria, Boniek alla Roma e Comi al Torino. Ragionando così si potrebbe dire: beh, tutto bene, mettiamo Cornelius, che è un bell’ariete, dietro, tanto non sta segnando, e il gioco è fatto. Però la soluzione non sarebbe sufficientemente creativa, per i nostri gusti, perché la folgorazione che, nottetempo, ci ha colto, ci porta ad una vera e propria rivoluzione copernicana: perché anziché arretrare un giocatore, non lo avanziamo? Sì, avete capito bene: un ideale sostituto di Cap Alves (posto che il predecessore Cap Lucarelli non pensiamo sia tesserabile, stante il suo attuale status dirigenziale) potrebbe essere il portiere: Luigi Sepe. Partiamo dal presupposto che il suo dodicesimo è più che affidabile, Simone Colombi, infatti, si è sempre fatto trovare pronto ed offre grandi garanzie: dunque tra i pali potremmo essere apposto. Sepe era stato chiamato da D’Aversa alla sua corte perché ha degli ottimi piedi, ed è vero, sicché potrebbe trovarsi a proprio agio a spostarsi di una linea più avanti, del resto ai portieri moderni – a partire dal Ferrari di Zeman Crociato – non si chiede di partecipare alla manovra, e non è tanto di voga la famigerata “costruzione dal basso”? Sono certo che Sepe, che del resto guida la difesa tra i pali, possa essere un ottimo regista difensivo anche qualche passo più in là. Inoltre è alto, ha fisico, ed è completo. In questi tempi moderni, poi, non ci sono neppure problemi di casacche personalizzate: se di solito quando (in trasferta) i suo compagni di movimento sfoggiano il giallo e lui il Crociato, e in casa viceversa, beh, al Mapei potrebbe mantenere gli stessi colori degli altri 9, e lasciare la casacca biancocrociata o quella da portiere a Colombi (che contro il Sassuolo aveva tra l’altro già giocato il 16 Febbraio scorso, con vittoria 0-1 e porta inviolata). Anche in questo caso la storia, come sempre, ci viene in aiuto: non a partita iniziata, ma l’11 giugno 1989, durante la partita di campionato Ascoli-Napoli (2-0), l’allenatore azzurro Ottavio Bianchi, trovandosi completamente senza più giocatori in panchina, ha schierato il portiere di riserva Raffaele Di Fusco in attacco per sostituire Careca al 79′. Fu un caso pressoché unico, certo, né poi Di Fusco si convertì a stare fuori, anzi, con il passare degli anni, ha persino ideato e brevettato il deviatore di traiettoria, uno strumento atto all’ausilio della preparazione dei portieri e, appesi i guantoni al chiodo, si è dedicato alla preparazione specifica dei guardiani dei pali. Creatività, antidoto della sfigaGianni Barone

Gianni Barone

Gianni Barone, al secolo Giovanni Battista, nasce a Casale Monferrato (Alessandria) nel 1958 e si trasferisce a Parma nei primi anni 60. Qui matura la sua grande passione per il calcio, prima in qualità di calciatore dilettante fino alla Prima Categoria e poi, di allenatore, direttore sportivo, radio-telecronista, conduttore e opinionista di talk show sportivi. Giornalista pubblicista dal 1990, inizia con Radio Emilia nel 1983, prosegue con Onda Emilia (dal 19849 e Radio Elle (dal 1990). In Tv cura i collegamenti da Parma per "Il Pallone nel 7" (1991-92) di Rete 7 (BO) e collabora con la redazione di Retemilia. Negli anni Novanta effettua telecronache e servizi per il TG sulla squadra Crociata per Teleducato. Dal 2002 al 2008 produce servizi dal Tardini per Telenova di Milano all’interno della trasmissione "Novastadio". Nel 2009 commenta per La7 digitale terrestre e per Dahlia Tv, le partite del Parma Calcio in Serie B. L’attività di telecronista, conduttore e opinionista lo vede nel tempo collaborare anche con San Marino Tv e 7 Gold. Dal 2016 è titolare della rubrica «Cattivo Cittadino» sul quotidiano on line Stadiotardini.It, di cui è vicedirettore esecutivo. Attualmente, per il service Edirinnova, commenta le partite di serie D del Lentigione trasmesse da Telereggio ed è frequentemente ospite di Bar Sport su 12 Tv Parma. Allenatore UEFA B, istruttore qualificato Scuola Calcio, è stato direttore sportivo di settore giovanile alla Langhiranese Val Parma dal 2010 al 2013, e al Juventus Club Parma dal 2014 al 2015. E' autore del libro «Il metodista (Storia della tattica calcistica) edito da Edizioni Progetto Cultura, Collana Sempre Sport (Anno 2006).