GIAN CARLO CECI L’HA VISTA COSI’: “UN’ALTRA PARTITA DAI DUE VOLTI. MA DOV’E’ FINITO IL FAMOSO FATTORE C?”
(Gian Carlo Ceci) – Con la Sampdoria ancora un Parma dai due volti: buono per 30-35 minuti poi, dopo i due gol degli ospiti (il primo molto fortunoso, il secondo propiziato da uno svarione del legnoso Hernani) e una reazione d’orgoglio nel finale di un primo tempo sostanzialmente equilibrato, la squadra è calata e, nella ripresa, si è progressivamente spenta come una candela quando finisce la cera.
Inizialmente i Crociati erano riusciti a far ben sperare: D’Aversa aveva impostato tatticamente un Parma già qualche volta visto in passato con Kucka che non operava da trequartista, come con Liverani, ma aveva il compito di marcare e limitare il centrocampista centrale Silva (regista che alla fine è risultato il migliore degli ospiti), mentre il laterale destro, il neo acquisto Conti, in fase difensiva andava a rafforzare il presidio dell’area, affiancando i due centrali e veniva sostituito nel ruolo da Grassi che si allargava sulla fascia. Questa impostazione ha permesso ai ducali di proporsi pericolosamente in avanti e creare pericoli (da sottolineare, al 13′, un salvataggio sulla linea, a porta spalancata, di Colley e la straordinaria parata di Augero, al 33′, che con le punte delle dita è riuscito a deviare sul palo una violenta conclusione di Gervinho), ma, per contro, ha consentito alla Sampdoria di rendersi pericolosa in particolare sulla sinistra dove operavano l’attivissimo Augello e Keita che è stato bravo al 24′ a concludere imparabilmente sfruttando un errore (meglio dire: un orrore da principiante) del centrocampista, riproposto centrale, Hernani e a realizzare così il raddoppio degli ospiti. Una rete giunta dopo un primo gol rocambolesco (sfortunata nella circostanza la squadra di D’Aversa che sembra aver perso quella dote che in passato lo aveva caratterizzato nei precedenti campionati: il fattore C) susseguente a due involontarie deviazioni dei locali con ultimo tocco di Cornelius a liberare il giapponese Yoshida che, piazzato a un metro dalla linea di porta, oltre la linea difensiva dei Crociati, non ha avuto difficoltà a scaraventare il pallone in rete. Dopo una reazione d’orgoglio e qualche buona manovra (il Parma ha colpito una traversa con tiro dal limite, deviato, di Kucka) nella ripresa ben poco, quasi nulla, è servito il cambiamento di sistema di gioco operato dal tecnico che è ritornato a proporre il suo abituale 4-3-3 con il solito non gioco dei ducali che hanno voluto, o dovuto, lasciare l’iniziativa, e il comando della partita, agli avversari: il match è calato d’intensità e i Crociati, per un certo scoramento e un calo fisico generale, praticamente solo un paio di volte sono riusciti a impensierire Augero. Quindi a una buona prima parte di gara, che aveva fatto ben sperare, ha fatto seguito un ritorno all’antico gioco di rimessa che non ha mantenuto le aspettative iniziali. Ora il futuro non si presenta certo roseo: domenica il Parma andrà a far visita al Napoli con una classifica che piange sempre più e si presenta deficitaria. Una graduatoria che impietosamente dice che quasi mai una squadra con questo punteggio a metà campionato è riuscita a evitare la retrocessione. Gian Carlo Ceci
Più che fattore C che manca, manca il fattore K come Kulusevski.
Hai perfettamente ragione Luca
Kulu ha nascosto tutti i limiti di questa squadra.
Ma come si fa a vincere in casa partendo con gli attaccanti che partono da metà campo?
Gli avversari ormai conoscono le tattiche del mister come le loro tasche.
Se è vero che il mister non gradisca uno come Vazquez perché non rientra nei schemi…allora dico che rischiamo davvero se vuole intestardirsi nei suoi concetti.
In casa su 40 ricordo che ne abbiamo persi ben 18 col mister.
Ci vogliono giocatori che facciano la differenza, mica possiamo aspettare e difendere sempre! O no?
Concordo Marco, non volere Vazquez vuol dire non provare ad attaccare in modo diverso, prendere uno come Ounas vuol dire essere lontani anni luce da quello che dava Kulu, quindi………
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Spero Claudio che non succeda come ad Ancelotti con Baggio che poi 20 anni (circa )dopo aveva dichiarato che si era pentito e per uno speciale un posto si trova sempre…
Sperema ben.
..game over.
E se D’aversa avesse la pietra filosofale?
cicale cicale cicale …se non c’e’ mica andiamo a giocar con la ……