IL GALLO DI CASTIONE / IL PROBLEMA E’ LA LINGUA. MA NEL CARRELLO DEI BOLLITI, SOVENTE, MANCA PURE LA TESTINA…

(Il Gallo di Castione) – In quel di Castione le feste comportano un impegno assiduo e quotidiano, fra grandi abbuffate, gazzosa e anche un poco di vino. Manteniamo, però, la classe e seguiamo l’educazione come prescritto da Monsignor Dellacasa, autore del Galateo che raccomanda di non parlare con la bocca piena, che poi si capisce poco quel che si dice. Il Tarson, dei mitici Stiron River, invece, canta con un nocciolo di pesca sotto la lingua e peraltro questo succede non solo a Castione, pare anche a Collecchio, ma questa abitudine nefasta produce un timbro cacofonico ed esalta i concetti astrusi e le scuse ricorrenti. Nel periodo di clausura da Covid passiamo, come tutti, il tempo fra social network, libri illustrati e televisione, fra bollettini di guerra e film datati. Mi piacciono i vecchi film western, e mi piacciono le citazioni, tipo “quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l’uomo con la pistola è un uomo morto” e riguardando “I magnifici sette” (che i nostri se ne sono andati in un momento catartico lasciando la creatura in eredità a Kyle), per l’appunto quel genere con i pistoleri e le frasi epiche, mi hanno colpito due di queste che vanno dalla saggezza popolare alla satira feroce. La prima, pronunziata dopo avere sparato con la colt a una cinquantina di cattivi, “se tagli le orecchie a un mulo non diventa un cavallo”, potremmo riferirla alla scarsa attitudine per il gioco “fine” dei nostri giocatori che, come hanno sostenuto capitano e vice-capitano nelle loro conferenze stampa, lavorano duramente per portare in campo quello che gli chiede il Mister. Per produrre pressing alto e fraseggi di gioco della serie “due tocchi e via” bisognerebbe avere giocatori veloci e tecnici, cosa che a ben guardare son diversi dai giocatori fisici e possenti. Kuco, Hernani, Kurtic, Alves, Cornelio e gli altri si adattano a svolgere un tipo di gioco che vuole l’allenatore, ma che non è mica il loro, col risultato che si spompano senza produrre risultati in avanti e diventano vulnerabili in difesa, sempre infilata in recupero. La seconda citazione dal film western racchiude le conferenze stampa del mister, cioè parla di quel tale che casca dal tetto di un palazzo a cinque piani e passando davanti alla tua finestra al pianterreno ti dice “tutto bene, finor…..”. Sono contento che i fatti, nella fattispecie incarnati dal nostro DS, abbiano smentito le malelingue le quali sostenevano che Liverani non avrebbe mangiato il panettone, invece l’ha mangiato, forse anche più di uno, trasgredendo alla sua rigida dieta di atleta. Ma tornando alle dichiarazioni del trainer riportiamo quelle del pre partita, in cui ribadisce che il problema a Parma è la lingua. In effetti nel carrello dei bolliti spesso non c’è la lingua, ma manca anche la testina. Basta parlare di cibo, però! Che durante le feste abbiamo fatto indigestione di anolini e di gol incassati ed ora per digerirli andiamo avanti a Maalox: parliamo di calcio e della nostra squadra che sta trovando nuovi stimoli e non si scoraggia di fronte alle prime difficoltà. Abbiamo la possibilità di rifarci già con la partita della Befana: una buona occasione per un Liverani in cerca di rivalsa. Bisogna ammirarlo, il nostro Mister, perché dopo aver perso le ultime tre partite – due delle quali decisive per un futuro migliore – la maggioranza degli allenatori avrebbe rassegnato le proprie dimissioni, ma lui no, sarà il nostro condottiero anche per le prossime partite con Atalanta e Lazio e avrà la possibilità di dimostrare il suo valore. I tifosi stanno seguendo con curiosità e simpatia le evoluzioni del gioco Crociato e sono fiduciosi che Fabietto (come lo chiamano affettuosamente alcuni fans, ma ho sentito anche altri vezzeggiativi) non li tradirà e porterà prestissimo i tanto attesi risultati. Del resto anche nelle scorse partite ha dimostrato grande acume tattico disponendo la squadra nel migliore dei modi e dirigendo da bordo campo con alcuni semplici gesti, abbiamo apprezzato l’oculatezza dei cambi e si è visto il lavoro che svolge la squadra anche nei piccoli particolari, ad esempio il gioco difensivo sui calci d’angolo che ci ha permesso di prendere sino ad oggi solo cinque gol dai corner, più o meno come nelle ultime due stagioni con D’Aversa. Ma finalmente ci siamo, arriverà l’Epifania, che tutte le feste si porta via, così speriamo che si porti via anche il periodo calcistico Crociato delle feste, perché “anno nuovo, vita nuova” non ha funzionato e se fallisce la Befana non sapremo più a quale Santo votarci perché Sant’Ilario, Patrono di Parma (13 Gennaio), ha altri casini da risolvere e comunque credo che non ascolti più i tifosi del Parma. Per via che non so gli altri tifosi, ma io, ieri, durante la partita, escluso San Donnino, per il quale nutro il più profondo rispetto, ho tirato giù dal calendario tutti gli altri, Martiri e Protomartiri compresi. Il Gallo di Castione

Stadio Tardini

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