TATTICA-MENTE, di Patrick Fava / IL NAPOLI VANTA L’INDICE DEGLI “EXPECTED GOALS” PIU’ ALTO DEL CAMPIONATO, MA PECCA NELLA FINALIZZAZIONE
(Patrick Fava) – I Crociati di Mister D’Aversa, reduci dalla sconfitta interna inferta dal a Sampdoria, vanno a fare visita agli azzurri di Gennaro Gattuso, pure usciti battuti nell’ultimo turno al Bentegodi dallo scatenato Verona di Juric, anche se poi han trovato riscatto in Coppa Italia giovedì 28 Gennaio 2021 liquidando 4-2 lo Spezia, approdando così alla Semifinale di Andata del torneo di Mercoledì 3 Febbraio con l’Atalanta. Una partita, quella di domani sera alle 18 al “Maradona” sulla carta proibitiva per i gialloblù, i quali, comunque, hanno dato segnali importanti di risveglio dopo il ritorno di D’Aversa: è vero che un punto in tre partire non può soddisfare più di tanto staff e giocatori, oltre che proprietà e tifosi, ma è altrettanto vero che le prestazioni sono state confortanti e si è vista una squadra viva ed ora anche più competitiva con gli acquisti fatti nel mercato di riparazione. Quale sarà la strategia del Parma con i partenopei? Prevediamo una squadra con baricentro medio basso volta a chiudere le linee di passaggio centrali, tenendo due linee strette corte per non consentire ricezioni pulite tra le linee da parte di Zielinski, Insigne e Lozano che potrebbe partire a destra con Petagna punta centrale. L’ex Spal è comunque in dubbio: se non dovesse farcela Lozano andrebbe a fare la punta centrale, con Politano a destra. Il Napoli di Gattuso è una squadra che da il meglio di sé quando affrontano squadre che provano a giocarsela a viso aperto: le statistiche ci dicono che il Napoli è la squadra che tenta più conclusioni verso la porta avversaria e che ha l’indice degli Expected Goals più alto rispetto a tutte le altre squadre della massima serie. La domanda, allora, sorge spontanea: come mai il Napoli si trova momentaneamente al 6°posto? Alla squadra di Gattuso, nonostante crei di più rispetto agli avversari, è mancata la finalizzazione: emblematiche sono state le partite perse con il Milan 1-3, contro lo Spezia 1-2 e con il Sassuolo 0-2: tre partite casalinghe nelle quali i partenopei hanno creato nitide palle gol, senza, però, saperle sfruttare a dovere. Azzurri che sono incappati in una sconfitta analoga anche a San Siro con l’Inter, questa volta in inferiorità numerica, ma ancora una volta incapaci nel finale di riuscire a segnare in una gara che avrebbero meritato di vincere. Le uniche sconfitte fin qui meritate possiamo ritenerle quella con la Lazio all’Olimpico e a Verona con l’Hellas, nonostante il vantaggio dopo appena 10″ di Lozano lasciasse presagire ad un risultato differente. Una squadra altalenante, dunque, che non riesce a tramutare in gol le tante occasioni create, caratterizzata anche da enormi pause durante le gare che fanno infuriare l’allenatore Gattuso. Il Napoli è una squadra abile ad attirare la pressione in avanti degli avversari tramite il palleggio del basso, utilizzando anche Ospina come giocatore di movimento preferito, spesso e volentieri, a Meret proprio per la sua abilità con i piedi. Se il pressing degli avversari e le linee dei giocatori che compongono i reparti non parlano la stessa lingua, gli azzurri rischiano di diventare devastanti in campo aperto contro qualsiasi squadra: i Crociati, quindi, dovranno fare molta attenzione a non concedere spazi tra le linee e soprattutto a non concedere la profondità, specialmente se, come prima punta, dovesse essere schierato Lozano, il quale è abilissimo nell’attaccare lo spazio dietro la linea difensiva avversaria con tagli e smarcamenti fuori linea. In fase di non possesso il Napoli si sistema con un compatto 1-4-4-1-1, prediligendo un recupero della palla in zone più basse, proprio per crearsi quegli spazi dietro la linea difensiva avversaria che possono essere attaccati con decisione da giocatori rapidi come Lozano, Insigne, Mertens e Politano. Una squadra che ha in Lozano e Mario Rui i punti deboli nella fase di non possesso, con il messicano non abile nel chiudere linee di passaggio e talvolta o troppo stretto o troppo largo, consentendo una facile risalita del pallone tramite passaggi in ampiezza per gli esterni bassi o filtranti per i giocatori che occupano l’half-spaces; Mario Rui, invece, non sembra impeccabile nell’1 >1 quando il diretto avversario può guardare la porta ed è piuttosto distratto nella chiusura del secondo palo sui cross e traversoni provenienti da destra. Una partita difficile, dunque, per il Parma anche perché il Napoli non può permettersi (ulteriori) passi falsi: ce lo aspettiamo, dunque, compatto come col Sassuolo, sicuramente schierato con un 1-4-3-3 in non possesso, mentre bisognerà vedere se in possesso i ducali opteranno per un sistema diverso, con D’Aversa che ci ha abituato a vedere un Parma fluido e capace di cambiare disposizione tra una fase e l’altra: sarà così anche contro il Napoli? Opterà per una costruzione a 3 in possesso per fare sorgere dubbi in fase di non possesso agli attaccanti partenopei? Lo scopriremo domani sera… Forza Parma! Patrick Fava
Cosa ha Inglese? Perchè non viene convocato, nonostante dai notiziari giornalieri non è presente il suo nome tra quelli che fanno differenziato o terapie?