TUTTO PARMA E… CHIESA / SMALTITA LA RABBIA (BEATO CHI CI SI RIESCE) SI VEDE CHE GLI ASPETTI POSITIVI SUPERANO DI GRAN LUNGA QUELLI NEGATIVI
(Carlo Chiesa) – La rabbia è tanta, come quella del ciclista che ormai stremato è pronto ad alzare le braccia al cielo, ma viene beffato dall’avversario negli ultimi 10 metri. Il capolavoro tattico di D’Aversa, sublime nell’imbrigliare per l’ennesima volta l’avversario/amico De Zerbi, è crollato al terzo minuto di recupero per un’ingenuità colossale di Busi in area di rigore, scellerato nell’interrompere con il fallo più inutile della storia del calcio la corsa di Ferrari, chiaramente diretta verso l’esterno dell’area stessa. Qualcuno dirà che comprendere (anche se nel caso specifico sarebbe meglio dire sopportare) queste macroscopiche ingenuità è l’inevitabile scotto che deve pagare una squadra formata da giovani di belle speranze, ma inesperti. Possiamo anche essere d’accordo, ma brucia e brucia parecchio, perché in questo delicato momento del proprio campionato, il Parma queste ingenuità non se le può permettere.
Il fluido magico del Mapei Stadium, stava ancora una volta dando il proprio contributo. In questo caso, però, anziché aggrapparsi a forze occulte e sortilegi vari, va riconosciuta, molto più realisticamente, la sagacia tattica di Mister D’Aversa. Privo praticamente di tutta la difesa e con un ragazzino di 17 anni (ottimo il suo esordio) al posto di Bruno Alves, che per età potrebbe essere suo padre, il tecnico Crociato ha, come suo solito, lasciato da parte possibili alibi dovuti all’organico forzatamente ridotto, e si è inventato una difesa a cinque, con Grassi esterno di destra. Questo tipo di sistema di gioco in fase di non possesso, una volta prese le misure all’avversario, ha permesso di limitare il raggio d’azione delle catene esterne di De Zerbi, disinnescando così uno dei maggiori punti di forza dell’allenatore bresciano. Al tempo stesso, la densità creata dai cinque difensori ha limitato al minimo gli inserimenti centrali di Defrel e Traorè e praticamente neutralizzato lo spauracchio Caputo (goal annullato a parte) fino al punto di costringere De Zerbi a sostituirlo. Proprio Grassi, a mio modo di vedere, è stato il protagonista di giornata, anche se diventa difficile trovare un gialloblù che non abbia fatto fino in fondo il proprio dovere.
Smaltita la rabbia (beato chi ci riesce) e riuscendo ad analizzare lucidamente la gara, ci si rende immediatamente conto di come, alla fine, gli aspetti positivi superino di gran lunga quelli negativi. Oltre ai meccanismi tattici di sempre (organizzazione difensiva e ripartenza), con il D’Aversa bis il Parma sembra aver ritrovato le motivazioni giuste per poter riversare sul campo quell’abnegazione, quella voglia di lottare su ogni pallone e quel coraggio essenziali per una squadra in lotta per la salvezza, oltre all’elevato rendimento di quei giocatori apparsi decisamente appassiti con Liverani.
Il centrocampo sta riabbracciando i suoi pilastri, tornati sicuri di sé stessi e di quelli che sono i dettami tattici da rispettare. Kucka, guerriero sanguinante, ma mai domo, fondamentale con i suoi inserimenti, Kurtic, esemplare soprattutto nel recupero di palloni nella fase finale più calda della gara (proprio necessario cederlo al Torino?) e un Brugman, baluardo difensivo roccioso e bravo di tanto in tanto a proporre palloni interessanti in avanti. Persino Gervinho è sembrato aver ritrovato la verve dei giorni migliori, prima di esaurire la benzina nell’ultimo quarto d’ora.
Certo anche il Sassuolo, squadra che insieme all’Atalanta gioca il miglior calcio della massima serie mostrato solo a tratti contro i Crociati, aveva assenze importanti, ma ciò non influisce minimamente sulla positiva prestazione del Parma che, in questo momento, deve pensare prima di tutto a ritrovare sé stesso, al di là degli avversari.
Con queste premesse non si può che guardare avanti con fiducia. Guardare avanti significa infatti ripartire con ottimismo e morale alto dalla bella prestazione contro il Sassuolo, ma, al tempo stesso, evitare di vivere di rimpianti per quei sette punti persi negli ultimissimi minuti (a dispetto del solo punto guadagnato contro lo Spezia grazie al rigore di Kucka al 93’) che avrebbero trasformato l’attuale campionato da brivido in una stagione più appropriata per i deboli di cuore. Carlo Chiesa
Sono contento che sia tornata la possibilità di postare commenti.
Oggi il Parma ha fatto una buona partita, il tempo per riportarsi in zona tranquilla c’è.