CARMINA PARMA, di Luca Savarese / AL BARROW DELLO SPORT
(Luca Savarese) – Bum Bum Barrow: così i due gol del bomber gambiano hanno l’effetto di due spari a salve: due colpi che stordiscono il Parma, che di fatto non si riprenderà più. Doveva essere il derby della rinascita, è stato invece quello della resa. Che le cose non si mettono bene, si capisce quando l’ex Nicola Sansone, che un tempo nel ducato spaccava le partite, va a battere un calcio di punizione. Spiovente, la traiettoria è di quelle beffarde, la testa di Barrow va su quella palla con approccio fideistico, crede cioè che basta colpirla per metterla dentro: sarà così. Bologna in vantaggio sotto la Nord, per fortuna che non ci sono ancora i tifosi. Passa poco e i felsinei si divertono con lo stesso asse: Sansone imbecca, Barrow conclude con un sinistro da punta scafata: Bologna avanti già due volte ed in rapidissima successione. Non sono nemmeno le 18 e 30, ma per i Crociati è già notte fonda. Per carità la squadra di D’Aversa prova a creare qualcosa, ma non ha l’estro risolutivo né la voglia di far male. Qualcosa si vede nel secondo tempo, ma Gervinho non ha la mira dei tempi migliori e Gagliolo non trova, per un attimo, l’appuntamento col gol. La prima e forse unica cosa bella della partita del Parma la srotola la new entry Zirkzee: dribbling e sterzata a mandare davanti a Skorupski Mihaila, che si divora poi un gol. Però questo ragazzo olandese, classe 2001, che in Germania associano a Lukaku, ha, di sicuro, i numeri. I numeri del Bologna intanto diventano 3 gol al Parma, il terzo, lo mette a referto Orsolini, bravo a cogliere appieno un invito a nozze di Soriano. Sotto il Parma c’è solo il Crotone, che ha subito il poker del Milan a San Siro ma che, specie nel primo tempo, ha provato a creare trame ficcanti, a giocare, a saltare prima le paure e poi gli uomini. Il Parma attuale, invece, somiglia ad un grosso puzzle fatto però da tanti pezzi presi da altri puzzle: a D’Aversa il compito e la colla di cercare ad unirli. Luca Savarese
Ora c’è solo da salvare la faccia, dato che la A è ormai andata. Dentro subito i giovani e fuori quelli che non hanno più nulla da dire: Sepe, Alves, Kurtic, Gervinho e Cornelius. Unico vecchio a fare da chioccia il sempre stoico Kucka, che dev’essere il nostro nuovo capitano.