GIAN CARLO CECI L’HA VISTA COSI’: “A CACCIA DI RECORD NEGATIVI…”
(Gian Carlo Ceci) – Ancora un’altra sconfitta, in casa questa volta, ad opera di un Bologna che ha passeggiato al Tardini, ma non con il precedente periodico 2 a 0, bensì con un gol in più e in più con una sconfortante, desolante prestazione.
I Crociati, oltre a deludere le attese e a mancare l’obiettivo di una possibile riscossa, sembrano essere votati alla caccia di record negativi: a parte essere la seconda peggior difesa della serie A mai il Parma aveva perso, consecutivamente, cinque partite al Tardini e si deve ritornare molto, ma molto indietro nel tempo per ricordare quando, a questo punto del campionato, i Crociati avevano segnato solo un gol nelle ultime otto partite (o se si preferisce due reti nelle ultime dieci) ed era il peggior attacco della massima serie.
I pochi, solo 14, gol realizzati, dei quali la miseria di 3 in casa (per trovare l’ultimo si deve risalire al lontano 23 Ottobre) dimostrano in modo evidente, se poi anche si aggiunge che non sono molte le clamorose occasioni sbagliate (l’attacco, conteggiando solo i tempi regolamentari senza i molti minuti di recupero, non segna al Tardini da 720′) la crisi offensiva e il problema gol di una squadra che “vanta” infelici primati che fanno apparire sempre più visibile lo spettro della retrocessione.
E’ un Parma senza nerbo e spinta, evanescente e in confusione non solo nei singoli, ma, come si è visto con il Bologna, anche con un tecnico che pare non aver le idee chiare: ha variato ben tre volte il sistema di gioco, nella speranza di cambiare ciò che vedeva in campo dove gli ospiti apparivano superiori come squadra e gioco: prima ha presentato un 2-4-2 o se si preferisce 5-3-2 con difesa a tre (ha scelto di inserire al centro con un inedito compito un, apparso spaesato, Osorio che voti sufficienti ha avuto quando si era fatto apprezzare come difensore marcatore e, in particolare, capace di andare in anticipo) e con gli esterni che andavano, meglio dovevano, supportare le punte e affiancare in ripiegamento i difensori ulteriormente coperti dal retrocedente centrocampista centrale Brugman che, però, ha mostrato ancora i suoi limiti sia in fase di costruzione che di interdizione.
Risultato: due evitabilissimi gol presi. Il primo, causa un’infelice marcatura dei Crociati che, su una punizione dalla tre quarti sinistra, si sono dimenticati, sul palo opposto, non di un difensore o un centrocampista inseritosi improvvisamente, ma del centravanti, Barrow, che praticamente indisturbato, senza saltare, è riuscito a segnare il suo primo gol di testa, ed è un peccato che attualmente non sia più possibile effettuare interviste a fine partita perché sarebbe stato interessante sapere chi, e perché, nell’occasione ha sbagliato e si è dimenticato dell’avversario. Barrow che sino a ieri non aveva brillato come cannoniere (venti presenze 3 gol) diciotto minuti dopo ha poi fatto il bis favorito da una “non” marcatura dell’esordiente Bani (questo porta a pensare perché il Bologna l’ha ceduto al Genoa e perché Ballardini non lo faceva giocare) che ha consentito al colored dei felsinei di trovare spazio e tempo per battere con un preciso diagonale Sepe.
Nella ripresa altre variazioni tattiche. D’Aversa, prima con l’inserimento del mancino Man a destra e l’esclusione di Bani, è ritornato all’antico, riproponendo il suo classico 4-3-3, poi ha provato un inedito 4-2-3-1 facendo esordire Zirkzee, inserendo l’impalpabile Cyprien al posto di Kurtic e ripresentando il rumeno Mihaila apparso il più vivace (se si preferisce il meno peggio) dei Crociati anche se ha il demerito di aver fallito due occasioni, la seconda risultata la migliore di tutta una partita che ha visto la compagine del ritornato allenatore mostrare i soliti limiti quando deve attaccare squadre chiuse che si difendono con molti elementi e, come nel caso del terzo sistema, che dimostra quanto è vulnerabile, e in particolare lenta, la difesa che lascia spazi e ripartenze agli avversari, com’è avvenuto non solo in occasione dell’ultimo gol del Bologna.
I Crociati hanno si mantenuto maggiormente il possesso palla (57% contro il 43% del Bologna) e attaccato in prevalenza, ma in modo lezioso, senza incisività e idee (tanto che si possono contare sulle dita di una mano le conclusioni pericolose) continuando a mostrare i soliti limiti offensivi quando sono costretti ad attaccare squadre chiuse che si difendono con molti elementi. Allenatore incerto sul sistema di gioco da applicare: quindi in confusione o, per chi vuole assolverlo, tecnico che ha provato tutte le soluzioni che aveva a disposizione per cercare di migliorare le cose in campo? Indipendentemente dalle due correnti di pensiero, certo non si vedono i miglioramenti dell’auspicata “cura” del ripresentato D’Aversa (si lamentava di aver un solo centravanti ne hanno presi due ma, inspiegabilmente, non uno, o più, centrocampisti con propensioni offensive capaci di supportare gli attaccanti) accolto come l’unico in grado di salvare la patria, ma che, per ora, mostra un gioco insufficiente e una squadra senza precisa fisionomia, con un bilancio che definire deficitario è poco: cinque partite un punto, in trasferta e fuori dalla Coppa Italia.
Insomma come dicono i malvestiti “speriamo che faccia un buon inverno”, ovvero che altre squadre riescano a fare risultati peggiori del Parma, che, però deve incominciare a ottenere punti per dar ossigeno alle speranze che, con il passare delle giornate, sempre più si assottigliano. Gian Carlo Ceci
Come fai a sperare che gli altri facciano peggio di te che sei ultimo e non fai punti manco a morire?
Qui tutto lascia presagire una lunga, lenta e straziante agonia.
La dea bendata, dopo San Siro, ha deciso di abbandonarci definitivamente: pur considerando evidenti limiti, non abbiamo più avuto un solo episodio fortunato, di quelli che cambiano il corso della partita; anzi, l’episodio è sicuramente sempre sfavorevole. Se aggiungiamo scelte a dir poco discutibili in sede di mercato (posso dire che Bani mi ha ricordato il peggior Canini e che il Cyprien visto finora faticherebbe a trovare posto anche nella parte bassa della serie B?), che ogni tiro subìto è immancabilmente gol, che squadre apparentemente inferiori però fanno punti anche contro squadre per noi proibitive, beh… essere ottimisti (o semplicemente possibilisti) diventa un po’ difficile
A me Bani ricorda il peggior Contini..o il Canini si, ma quello del secondo tempo di Venezia Parma.
Come diceva quel tale speriamo di aver toccato il fondo in teoria si dovrebbe solo risalire ma il Parma temo si troverà a scavare ancora……sul podio del fallimento il diesse disastroso, poi la società in letargo, poi la squadra non pervenuta e poi Liverani quello del guizzo ed in fine il D’Aversa anche lui travolto….si fa per dire visti gli stipendi che ricevono e le prestazioni (sic.) vergognose, prive di rispetto anche per l città oltre che per i tifosi, che mostrano.
Non ti curar di loro ma guarda e passa.
Quando si decide di fare la rivoluzione, fermarsi significa sconfitta certa. Incomprensibile e dannoso richiamare D’Aversa, che già aveva rifiutato la squadra a fine stagione scorsa.
Quoto il commento di Rickman, errore d’Aversiano richiamarlo, e chi ha consigliato Krause dovrebbe chiedere scusa.
Il cordone ombelicale andava reciso cosicché non c’erano protetti e protettori dei vecchi (troppi) protagonisti degli anni che furono…
Ahimè Sousa…magari avrebbe dato l’ok per cedere i vari, che volevano cambiare aria e magari sarebbe arrivato un play ed un trequartista..(Vazquez ?) ..
Non si sa come sarebbe finita ma di sicuro credo che la qualità nelle zone che contano fanno filare meglio qualunque tattica e facilitano i giovani…