GIAN CARLO CECI L’HA VISTA COSI’: “GOL PRESI EVITABILISSIMI, CON CARENZE DI GRINTA E COMBATTIVITA'”
(Gian Carlo Ceci) – A Napoli, come con la Sampdoria, è finita 2 a 0 per gli avversari, però si deve rilevare che sono state due prove differenti: con i blucerchiati al buon primo tempo aveva fatto seguito una ripresa che ha ricordato le peggiori prestazioni, mentre a Napoli s’è visto un Parma diverso, ancora insufficiente per riuscire a portare a casa un risultato positivo, ma che è stato punito oltre i propri demeriti. Con i partenopei la compagine Crociata ha dato a vita a un’altra prestazione negativa se si considera solo il classico risultato finale. Sembra un controsenso, però è proprio così: la formazione ducale è apparsa in progresso, almeno per quanto riguarda la prestazione globale, perché, rispetto al recente passato, pur palesando carenze di grinta e combattività, si è espressa con maggior continuità per tutto l’incontro (se non per la prima volta, certo una delle poche volte, e in più ha fatto registrare un maggior possesso di palla rispetto agli avversari) e ha invertito il tipo di prestazione rispetto alla precedente partita: meglio il secondo del primo tempo e, pur non con un gran ritmo e senza colpo ferire, nella ripresa è cresciuta, ha pressato e comandato il gioco, anche se si deve tener conto che il Napoli, passato in vantaggio, ha badato a non scoprirsi e a portare a casa il risultato positivo.
Oltre a questo, vanno sottolineati altri particolari. Innanzitutto, oltre ad aver subito due reti evitabilissime, favorite da evidenti errori difensivi in particolare sul primo gol (Kurtic ha dimenticato Elmas che partendo da metà campo è arrivato incontrastato, al limite dell’area e, saltato come un paletto, un piantato Osorio, che non ha nemmeno accennato all’intervento o a cercare di fare fallo, dopo aver evitato Grassi è riuscito a realizzare con relativa facilità) è giusto rilevare anche che il Parma ha affrontato uno dei peggiori Napoli degli ultimi tempi, una squadra certo non serena (la società campana pare non avere mai pace, sempre ricca di accese polemiche certo non spente dal presidente De Laurentis, personaggio sicuramente non simpatico e amabile che pare aver raccolto l’eredità di Zamparini come “mangia allenatori”) che non ha certamente impressionato e che giocando lentamente, sotto ritmo, è riuscita a sfruttare la prima occasione che ha avuto e poi, prima di tutto, ha badato a non prenderle.
Questo è stato abbastanza facile perché il Parma, in avanti, è apparso ancora una volta inconsistente, un refrain che, purtroppo, si ripete ormai da molto, moltissimo tempo (solo due gol nelle ultime nove partite) e se in fase difensiva ha tenuto abbastanza bene, anche per le marcature quasi a uomo predisposte da D’Aversa, è mancato notevolmente dalla cintola in su, come dimostrano le conclusioni effettuate, quattro (tutte fuori porta) contro le dieci della squadra allenata da Gattuso. Questo non solo per colpa dei due attaccanti di ruolo che pur senza brillare (Cornelius) e giocando a sprazzi senza incidere (Gervinho) poco hanno potuto per mancanza di rifornimenti e di palloni giocabili, anche perché l’attuale D’Aversa orfano di Kulusevski (sempre più appare evidente quanto incidesse sul rendimento della squadra lo svedese) ha rinunciato all’abituale 4¬3-3 e inserito sulla destra un centrocampista di ruolo, ultimamente il generoso Kucka che, tuttavia, raramente incide sul gioco, trovando la giusta posizione e spesso, come a Napoli quando il Parma ha dovuto recuperare il risultato, è stato costretto a mantenersi più avanzato, quindi ritrovandosi ad operare sulla fascia e a fare la vera e propria ala destra, ruolo per il quale non è assolutamente adatto.
Inoltre, si può discutere e dissertare anche sulle sostituzioni con il tecnico che ha preferito mantenere a lungo lo schieramento iniziale (unica variazione all’inizio ripresa con l’ingresso, al posto di Grassi, del legnoso, e sempre poco produttivo, Hernani, ma l’assetto tattico non è cambiato) e inserire, solo a dieci minuti dalla fine, una punta, il neo arrivato Man che praticamente non è riuscito a toccare palla.
A proposito di mercato: ancora dall’estero sono stati ingaggiati giovani prospetti tutti da scoprire per come si esprimeranno nel campionato italiano e appare difficilmente comprensibile che non si pensi (tranne gradevoli sorprese dell’ultimo giorno) a rinforzare il reparto che dimostra le maggiori lacune, il centrocampo dove operano giocatori più interditori che costruttori. Questi elementi ben poco aiutano e adeguatamente supportano le punte: si nota la mancanza, oltre che di un singolo in grado di saltare l’avversario, di un centrocampista con propensioni offensive, un centrale (per usare un vecchio termine un regista) in grado non solo di fare argine davanti alla difesa, ma di giocare in profondità (Brugmann palesa grandi limiti e per questo appare sempre più inspiegabile la cessione di Scozzarella che quando è sceso in campo, poche volte, ha dato ordine alla squadra) in verticale e rilanciare velocemente l’azione.
Nel post partita D’Aversa (che pare aver sempre più, se non perso, smarrito ciò che lo aveva contraddistinto nei precedenti campionati: la fortuna) ha cercato, come spesso è avvenuto in passato, di assolversi e trovare impalpabili e inconsistenti scusanti (ha detto che “bisogna cambiare mentalità”, ma questo suggerisce una domanda: chi principalmente, se non l’allenatore, deve far cambiare mentalità e dare la giusta carica a questi giocatori?); si è lamentato di avere solo un centravanti dimenticando che non tutte le altre società hanno due punte centrali (ma che fine ha fatto, o farà, Inglese? E poi: quando mai dall’inizio ha schierato due centravanti contemporaneamente?) e rilasciato pesanti, inopportune, dichiarazioni che certo avrebbe fatto meglio evitare: ha sottolineato che non sono arrivati giocatori pronti e, ancor più grave, che i dirigenti non seguono le sue indicazioni (“non sempre vengono ascoltate le direttive dell’allenatore: avevamo concordato e mi erano state date precise garanzie sul mercato”) e queste parole che, in un momento come questo, lasciano perplessi sono certo fuori luogo (come l’avranno presa Carli e il presidente?) perché paiono indicare uno scollamento fra i dirigenti e D’Aversa, peraltro non nuovo a queste impreviste uscite che già in estate avevano prima incrinato i rapporti e poi portato alla rottura con la precedente proprietà. Dichiarazioni che l’allenatore poteva, meglio doveva, risparmiarsi, destinate ad alimentare polemiche che dovrebbero essere evitate e che sono probabilmente anche indice del momento di sconforto di chi è ritornato (a malavoglia?) con delle speranze e promesse che non si stanno realizzando. Gian Carlo Ceci
Condivido tutto, complimenti per la lucida analisi.
bhè…..se gli hanno dato delle garanzie per il mercato e sono state completamente disattese Ha chiesto giocatori pronti ma non ne sono arrivati, siccome poi a rimetterci con le critiche è sempre l allenatore bene ha fatto D aversa a mettere i puntini sulle i ,poi con sta storia che ci sono stati dissapori quest estate …..dailà !! gli hanno detto che volevano vendergli mezza squadra(per monetizzare e rientrare ) hanno prospettato una politica dei giovani (si cominciano dai vivai queste rivoluzioni non dalla prima squadra e non una squadra che ha come obiettivo la permanenza in A…in prima squadra ne lanci un paio e se ti va bene solo uno dei 2 è arruolabile per la massima serie o più facilmente vendibile nelle serie inferiori ) chiedendogli la salvezza non ha chiesto rinforzi per puntate in alto ,ma con coerenza avrà avuto da obiettare perchè con soli giocatori giovani e una squadra rivoluzionata negli effettivi non ti salvi mai …mai!!! hanno preso la palla al balzo per rimpiazzarlo ….non andiamo a difendere Carli perchè non è proprio il caso o l operato della vecchia e in parte anche della nuova proprietà ….110 milioni circa in due sessioni di mercato per rischiare di retrocedere??? secondo me Krause farebbe bene a nominare un AD serio e a strutturare in modo forte l organigramma societario.
Non tiriamo in ballo D aversa perchè anche il cambio in panchina è stato fatto con colpevolissimo ritardo, non si aspettano 15 giornate per esonerare qualcuno che fino al esonero aveva stabilito il record di gol subiti e peggior attacco in stagione, dopo aver collezionato pareggi ignobili per 0 a 0 con benevento fiorentina cagliari spezia ( e qui abbiamo pure rubato 1 punto)e una meritatissima sconfitta a crotone
Carli e D’Aversa non si amano. Qui dovrebbe intervenire il presidente invece di vivere nel suo mondo fatto solo di giovani promesse da Football Manager e ottimismo di facciata che nessuno capisce.