GIAN CARLO CECI L’HA VISTA COSI’: “IL PARMA HA FATTO 13!”
(Gian Carlo Ceci) – A Verona il Parma ha fatto 13! Tredici, sconfitte. O se si preferisce D’Aversa ha centrato il poker di sconfitte consecutive (4). Contro gli scaligeri è arrivata l’ennesima battuta d’arresto, ma quel che più importa, purtroppo, che si è vista ancora una volta – ed è un ritornello che si ripete da tanto, troppo tempo – una prestazione sconfortante, la “solita” squadra che pare non avere (o non volere, almeno in alcuni singoli) la volontà di lottare per la permanenza nella massima serie.
Prestazioni già viste, che poi si concretizzano in risultati negativi: come in passato, contro i veronesi, dopo un buon inizio, durato, però, poco più di dieci minuti, con il passare del tempo è subentrato un sempre progressivo calo di rendimento e un continuo subire – senza evidenziare segni di reazione – le iniziative e la supremazia degli avversari. Si aggiunga che, inizialmente, la partita si era messa bene perché i Crociati, interrompendo una lunga serie di minuti senza segnature, erano andati in vantaggio con un calcio di rigore (non visto dall’arbitro, ma concesso dal Var) procurato dal primo, e unico, spunto di un sempre evanescente Karamoh. Dopo il gol la squadra si è ritirata, sempre più, nella propria metà campo a difendere il risultato ed ha subito passivamente la pressione e gli attacchi dei locali che sono aumentati dopo che il Verona ha riportato, presto, il punteggio in parità anche se in modo non irresistibile, perché l’uno a uno è arrivato su un tiro destinato al fondo deviato, nel tentativo di respingere, da Grassi nella propria porta. Si è vista una squadra in evidente difficoltà, non solo incapace di contenere gli attacchi dei veneti, ma pure non è riuscita, praticamente mai, a replicare (se si eccettuano i pochi minuti finali quando i giocatori allenati da Juric hanno ripiegato e badato a portare a casa una vittoria per loro preziosa considerato che venivano da due sconfitte consecutive) e questo ha ancora fatto emergere un’incapacità offensiva già vista molte volte in passato e indicativo è un dato sconsolante: il Parma ha concluso con zero tiri in porta, quindi senza riuscire a centrare, almeno una volta, la rete avversaria.
A Verona D’Aversa ha ripresentato il suo classico quattro-tre-tre adattato, che negli anni scorsi aveva fatto la sua fortuna (da sottolineare ancora che, se si considerano i molti gol occasionali non irresistibili subiti, pare che il ritornato allenatore sia stato abbandonato da quella buona sorte che l’aveva contraddistinto nelle passate stagioni) e, dalla difesa in su, si è affidato alla vecchia guardia che, giusto rilevare, però non è più quella dei precedenti campionati anche perché, infortuni a parte, pare accusare un anno in più o se si preferisce molto risentire la mancanza del fondamentale apporto che dava il mai sufficientemente rimpianto Kulusevski. Ma se gli attaccanti ricevono pochi palloni giocabili e latita la protezione della difesa si deve chiamare in causa il centrocampo dove anche Kucka non ha ripetuto le buone prove precedenti, Grassi non incide e, in particolare, Kurtic schierato centrale di centrocampo non ha certo convinto: è apparso fuori ruolo e sempre è meno comprensibile perché, nella campagna di riparazione di Gennaio, non sia stato acquistato almeno un centrocampista in grado di supportare l’attacco e, soprattutto, un centrale migliore del modesto Brugman, unico giocatore con caratteristiche in grado di ricoprire un ruolo che, specie negli ultimi anni, ha assunto sempre maggior importanza. Ruolo dove quest’anno si sono avvicendati ben cinque diversi giocatori (oltre a Brugman, Hernani, Kurtic, Sohm, Cipryen e Grassi) sempre con scarsissimi risultati e questo dovrebbe far decidere il tecnico a prendere in considerazione la possibilità di modificare il suo tipico impianto di gioco. Considerata la rosa dei titolari e le caratteristiche dei singoli acquistati si potrebbe provare un sistema di gioco senza il centrale di centrocampo, un 4-2-3-1 tipo Milan che consentirebbe di schierare, e valutare, i molti attaccanti della rosa che altrimenti vengono impiegati per pochi minuti o sono costretti a osservare la partita dalla panchina.
Domenica, intanto, arriva l’Udinese e per i Crociati è un altro esame, una nuova, ennesima, ultima spiaggia. La speranza è di riuscire a vedere un Parma diverso, non solo nello schieramento perché, anche se la classifica impietosamente piange, ancora una volta si offre la possibilità di riscatto: una vittoria potrebbe ridare speranze e morale alla squadra in quanto l’attuale graduatoria, e le tante partite che rimangono da giocare, ancora permettono di mantenere, sia pure sempre più flebili, speranze di evitare la retrocessione. Gian Carlo Ceci
Hai hai hai le interviste di fine partita assomigliano sempre più a quelle di Liverani, che noi eravamo stanchi di sentire, gli errori individuali, la scarsa determinazione, poca concentrazione, la lingua, la poca esperienza dei giovani al nostro campionato, ma almeno questa lui poteva dirla perché i giovani vedendo i vecchi bolliti li faceva giocare anche dall’inizio, mentre D’aversa li mette a partita finita. Ma nei mesi che era libero non si era fatto un corso di inglese?
Come si fa a fare giocare Kurtic
che butta per terra la maglia del Parma
calpestandola.
Se avesse indossato quella del Torino l’avrebbe fatto?
Ma basta continuare a dire cha abbiamo un’altra possibilità. Sono tredici partite che non vinciamo, l’ultimo goal su azione risale al 2020. Basta retrocediamo con dignità…
Quella che non hanno dimostrato, KURTIC GERVINHO e GRASSI tanto per citarne alcuni…
Dire che kurtic, gervinho e grassi non abbiano dignità mi sembra poco corretto e poco rispettoso. Al limite puoi pensare che dimostrino poca determinazione o una forma non ottimale. Inoltre è la classifica che dice che ci sono ancora delle possibilità, non è qualche tifoso miope. Basta saper leggere la classifica. Sono dati oggettivi. Poi che si riesca a risalire la china è un altro discorso, ma che la possibilità c’è è fuori di dubbio.
Scusami ma uno che ogni volta che ha un problema rimane in africa 3 settimane, uno che praticamente era già stato venduto a gennaio scorso, uno che butta la maglia per terra che dovrebbe solo ringraziare di indossarla, uno che polemizza per una sostituzione dopo che è stato inguardabiele come li vuoi definire?????? La salvezza si può sperare se avessimo dei giocatori come lo spezia che ogni domenica sputano sangue, ma non come i nostri che se ne fregano altamente….
Al massimo li puoi chiamare giocatori secondo te non degni di indossare la maglia del Parma. Che è comunque diverso dal dire che sono senza dignità. Anziché darmi per vinto, io spererei come dici tu che domenica vedremo 11 giocatori che sputano sangue, e, se posso aggiungere, che magari giochino anche a calcio.
Forse per mancanza del rispetto delle norme Covid alla Lazio verrà data persa per 3-0 la partita vinta col Torino per cui avremmo 7 punti anzi 8 punti dalla quart’ultima per via degli scontri diretti per cui è miraggio pensare alla salvezza.
Esoneriamo D’Aversa che non vuole fare giocare i giovani e prepariamo la squadra per la B.
Come godi tu per le cattive notizie non lo fa nessuno. Puoi comunque contare 4 punti da recuperare in ogni caso, visto che poi ci sarà lo scontro diretto verso la fine che dovremo andare a prenderci. Preparati tu va per la B, e lascia i veri tifosi a fare il tifo. Finché non siamo morti non siamo morti.
Eviterei di gettare la croce addosso a Kucka, che praticamente regge il centrocampo da solo.
Se fossero in altre città molti di loro prenderebbero schiaffi e pugni…
Poi vedi se non ci mettevano l’impegno o gettavano la maglia a terra…
Io farei un elogio alla civiltà del tifo Parmense, piuttosto che una celebrazione dell’inciviltà di alcuni altri tifosi in giro per l’Italia. Io mi aspetterei che i giocatori ci mettano tutto l’impegno non perché siano minacciati di violenza personale.