CARMINA PARMA di Luca Savarese / PELLE’ PORTA IL PARMA IN CIELO, SCAMACCA LO FA SUBITO ATTERRARE
(Luca Savarese) – “Ognuno è solo al centro del mondo, trafitto da un raggio di sole ed è subito sera”. Salvatore Quasimodo, quando ha composto questa poesia, correva l’anno 1930. Per il Parma, che in quell’anno era in B, la serie A e le luci della ribalta, erano ancora di là da venire. Quasimodo, con quelle poche ma azzeccate parole, creò di fatto il manifesto dell’ermetismo. Mentre le componeva, il poeta nato a Modica e morto a Napoli, non pensava che avrebbe descritto, meglio di 100 parole, Parma-Genoa del 19 marzo 2021. Si, il Parma, più che al centro del mondo, certo la vittoria insperata contro la Roma aveva dato nuova verve all’ambiente, ma i risultati, quelli sono ancora da fondo classifica. Ma poi, un venerdì sera che non t’aspetti, ecco il raggio di sole: è di quelli potenti ed improvvisi, lo disegna Graziano Pellè, con una rovesciata da urlo che irradia energia e scalda le orecchie infreddolite dei quattro lettori manzoniani presenti allo stadio e gli entusiasmi dei tifosi collegati, via tv o mobile, alla partita. Però, Pellè, che gol, non faceva gol così belli da quello con cui aveva matato la Spagna nell’Euro francese del 2016. Ma quel sole, invece che illuminare il Parma, finisce per accecarlo e non fargli vedere più nulla. I Crociati, si arroccano dentro l’estetica sopraffina di quella sublime segnatura, mentre il Genoa cova voglie di rivalsa. Così, dalla magia di un numero 9, si passa alle delizie dell’altro numero 9: Scamacca. Il ragazzone romano, uno dei punteros del futuro, prima si avventa come un falco sul cross dalla destra di Zappacosta, poi s’inventa una rete da fuoriclasse allo stato puro. Conduzione del pallone, tiro con tanto di effetto giusto impresso: per Sepe, è uno sparo, per il Parma, ecco subito la sua sera. Si, il raggio di sole, lungi dall’essere l’inizio di una bella serata di calcio e punti, è diventato qualcosa che prima dura poco e poi viene immediatamente trafitto dalla sera, alias la doppietta di Scamacca. Ma, diversamente dai versi del poeta che fu anche premio Nobel per la letteratura nel 1959, i crociati avrebbero la possibilità di accendere nuovi soli prima della loro triste sera, ma il valzer delle punte non riesce a ballare un rock ma solo un anonimo lento. E le giornate, per scrivere componimenti meno ermetici e catastrofici e più speranzosi e da belle epoque, sono sempre di meno. Luca Savarese
Leggo che Scamacca avrebbe tirato un pugno a Bani nell’azione del pari. Qualcuno può confermarlo?