CATTIVO CITTADINO, di Gianni Barone / FIN CHE LA MATEMATICA VA, LASCIALA ANDARE…
(Gianni Barone) – È proprio come la barca della celebre canzone di Orietta Berti, che fin che va occorre lasciarla andare: così la matematica della salvezza di un Parma, secondo le tabelle più o meno pratiche, più o meno mentali, stilate dalla Gazzetta di Parma e da alcuni tifosi che – chi per convinzione, chi per onor di firma – ritengono sia l’ultimo residuato d’ingegno, da sfruttare ed esibire in questa stagione, fin qui, poco brillante per i colori Crociati. A dispetto di quanto scritto da Paolo Grossi, che ha già liquidato il Crotone relegandolo al confino della massima serie, ormai persa e sicuramente abbandonata già ora, anche Cosmi con sorriso beffardo, fuori ordinanza, si appella, in Tv, al riscontro matematico che ancora non lo affonda del tutto. Eppure, nel salotto buono di 90° Minuto, di Mamma Rai – solitamente abbecedario di fini e sottili banalità, ieri sera, in questo, oltre alla primatista Bertolini si è aggiunto anche il futuro commentatore tecnico delle partite degli azzurri Claudio Marchisio – Manuel Pasqual, senza tanto ricorrere a numeri e a indulgenze di rito, si è lasciato andare ad un laconico, quanto impietoso “ormai Parma e Crotone hanno più di piede in serie B”. Più di uno vuol dire due, matematicamente discorrendo e pensando, quindi il tutto: tutte e due le squadre di D’Aversa e Cosmi con entrambi i piedi giù nel baratro, negli inferi della serie cadetta. Senza se e senza ma, senza nessuna speranza e senza nessun ricorso alla
ciambella di salvataggio rappresentata dai numeri che, di qui alla fine delle prossime dieci, dico dieci, partite potrebbero sovvertire – come i voti di Alessandro Borghese nei 4 Ristoranti – ciò che al momento attuale sembra scontato quasi ineluttabile. Sarà quel che sarà, come cantava Tiziana Rivale, aggiudicandosi il Festival di San Remo 1983 (“Sarà perché ti amo”, invece, i Ricchi e Poveri, una hit dei mortaroni), ma nella giornata in cui perdono le ultime quattro (Torino, Cagliari, Parma, Crotone), e due ex pericolanti compiono una una quasi impresa, lo Spezia, che si aggiudica lo scontro diretto col Cagliari, e l’altra, il Benevento, un’impresa per intero in casa dell’ex campione d’Italia Juve, perfino il più inguaribile pessimista non risulta poi tanto certo della sicura retrocessione del Parma proprio perché fin che la matematica, va, esiste, occorre lasciarla andare. C’è ancora tempo per i de profundis, affrettati e anticipati, come rimarcato ieri sera, via social, da Marco Ferrari, fondatore e collante di Nuovo Inizio, evidentemente stufo di assortiti pianti, lamentele, vittimismi e isterie degli stakeholder ducali: “È proprio quando sei a terra e tutti intorno ti danno per morto (cfr. 90° Minuto, nda) e ti deridono, che deve accendersi più forte la voglia di rialzarsi e di lottare. Non siamo mai stati una squadra normale. Parma è sinonimo di rovinose cadute, ma anche di imprese memorabili. Ed è nei momenti peggiori che abbiamo saputo tirare fuori il meglio di noi. È tempo di ritrovare questo spirito. Non dobbiamo accettare altro destino che non sia quello che possiamo ancora scriverci da soli. Il Parma Calcio è un grande gruppo, formato da calciatori forti, guidato da un Mister che è una roccia nella tempesta, preparato da uno staff che per il Parma entrerebbe nel fuoco e supportato da un grande Presidente, pieno di energia, risorse, grinta ed entusiasmo. Per andare in guerra, non ci serve niente di più. E non farei a cambio in nulla con i nostri avversari. Dai Parma! Dieci battaglie per scrivere un altro pezzo di storia. Forza Parma. Sempre”. Intervento, il suo, che, nelle piazze virtuali non ha riscosso eccessivi con
sensi, finendo per fomentare ulteriormente il rumore di fondo, ma che si auspica possa essere una carica positiva fuori dalla giungla social, dove le persone sono reali e non avatar, che non sempre corrispondono (anche nel caso della tifoseria Crociata) con gli stereotipi da tastiera… Un endorsement, quello del portavoce dei soci di minoranza, che si spera meni buono, così come durante il loro viaggio, quello del Come noi nessuno mai, quando, appunto, le migliori soddisfazioni sono arrivate quando ormai non ce le si aspettava più. E il come arrivino ci impipa poco: da ciò che si è visto, vittoria sulla Roma a parte, sembra che il cosiddetto “bel gioco”, prodotto fatto di costruzioni dal basso (ohibò), palleggi infiniti, verticalizzazioni alla rovescia (leggi frequenti retropassaggi al portiere) abbiamo fruttato poco in termini di numeri (leggi punti in più in classifica). Eh sì: il bel gioco o giuoco come definito dal super decano “Stracandido” (come ribattezzato temporibus illis da Teocoli/Pericoli), Italo Cucci, che così sentenzia: “Il bel giuoco? Che non esiste. È solo una speculazione di tardi e ipotetici reinventori del calcio. Scaltri prendingiro di presidenti sempre più “ricchi scemi”, secondo citazione di Giulio Onesti. Verrebbe voglia di dir loro “gioca come mangi” e tuttavia fa effetto notare che ai vertici del calcio italiano (fino a ieri?) c’è un club che per vedere se Pirlo poteva essere contrabbandato per Guardiola, ha rinunciato al recordman di scudetti vinti, Allegri, passando per l’illusione Sarri”. Fin qui Cucci, proprio nella giornata dell’impresa del Benevento, prossimo scoglio, sulla ripida salita del Parma, e del ritorno in Tv, a Sky Calcio Club, di Max Allegri, munito del suo
armamentario anti-giochismo, e del suo credere al pragmatismo, frutto di insegnamenti dei suoi vecchi maestri, allenatori del passato, il più delle volte catenacciari convinti. Anche noi perseveriamo nella convinzione del “gioca come mangi”, di Cucci e confidiamo nel fatto che l’immaginario, l’imprevedibile, come sostenuto anche da Gabriele Romagnoli su Repubblica, sia la riserva dello schema e non può sempre restare a bordo campo e che il lancio in profondità non può essere sostituito dal cambio di gioco orizzontale che non fa avanzare di un centimetro, e peggio ancora dal retro passaggio. Fermo restando che la fede nei numeri, aldilà delle tabelle, più o meno ardite, più o meno convinte, resta l’ultimo appiglio, affinché si voglia lasciare andare la barca fin che va, senza farla farla affondare anzitempo con sterili speculazioni verbali. Gianni Barone
Caro Gianni Barone ,
Il mio commento è ispirato al titolo del tuo articolo
In Spagna dove vivo hanno un’espressione che possiamo usare per descrivere la situazione che ci troviamo in classifica … riguardo alla salvezza in Seria A …..” Hasta el Rabo todo es Toro ” ( fino alla coda tutto è toro )
Vamos
https://context.reverso.net/traduzione/spagnolo-italiano/vamos
Cordialmente ,
Douglas
Ricordo le salvezze miracolose di Leicester e Crotone. Se ce l’hanno fatta loro ce la possiamo fare benissimo anche noi. Coraggio crociati!