CARMINA PARMA di Luca Savarese / ENNESIMO ORRORE
(Luca Savarese) – Dopo che la penultima in classifica gioca in casa e perde contro l’ultima in classifica contro la quale era già caduta anche all’andata, allora i tifosi sono autorizzati a scatenare fischi e ad esternare tutto il proprio disappunto: caro Parma, balordo più d’un vecchio dinoccolato e brillo, ringrazia che la pandemia ti ha tolto i tifosi dal Tardini, altrimenti, a quest’ora, bordate di fischi non te li leverebbe nessuno. Si poteva chiudere un occhio contro il Milan due settimane fa, gara persa per 1 a 3, ci poteva stare una sconfitta nell’infrasettimanale allo Stadium, contro Madama per 3 a 1, ma sinceramente, uno stop contro il Crotone, che sta un gradino sotto i Crociati e che in un amen rifila loro 4 gol, no questo, non ci può proprio stare e si fa davvero fatica, per i fruitori più immediati di questo gioco, i tifosi, comprenderne il senso.
Ci sono partite che più che veicolare valori tecnici, sono il programma, il manifesto di un’intera stagione. Questo Parma 3 Crotone 4, lo è stato e lo rimarrà per un be po’.
Qui, nelle maglie di questa partita impazzita, si annida la summa di tutte le fesserie del Parma in questo campionato.
Prima fra tutte? La difesa: è risaputo che se vuoi vivere un’annata tranquilla devi prima di tutto avere una difesa solida, se non proprio solida, quantomeno credibile, se non credibile, almeno amalgamata. Nessuna di queste tre caratteristiche: solidità, credibilità, amalgama, hanno e nemmeno per sbaglio fatto compagnia alla terza linea parmense: 70 gol presi. Il Nantes, penultimo in Ligue 1 ed il West Bromwich Albion, pre fanalino di coda della Premier, ne hanno incassati rispettivamente 51 e 62. C’erano le stagioni dove magari esistevano le lacune, ma le colmava, quasi le coccolava, la leadership di un Ale Lucarelli. Bruno Alves è partito come una statua, ma ha progressivamente perso pezzi per strada, finendo per essere un non finito, contrariamente alla completezza ed all’incisività del suo connazionale Pepe, che praticamente da solo, ha blindato il Porto contro madama in Champions.
Il centrocampo, è stato lucine ad intermittenza, guizzi qua e là, ora Hernani, ora Brugman, ora Kurtic, ma quanto è mancato, un faro continuo.
L’attacco, è rimasto orfano di pericolosità, Cornelius ed Inglese, per diversi motivi, non hanno fatto in due una punta, Gervinho è stato travolto dalla sindrome di Milano: ha segnato lì e poi ha girato invano. Infine la beata gioventù: Mihaila, forse il solo a cavare un ragno da un muro di buchi, Man, Traorè, Dierckx, Busi, Valenti: prospetti interessanti ma gettati nella mischia per riaggiustare crepe non per iniziare a crescere, quindi con un doppio sforzo, come se si chiedesse ad un bambino di prendere in mano il bisturi. Ora si sfrutti questo restante pezzetto di torneo per iniziare a riflettere, a setacciare il grano (poco) dalla zizzania (tanta) perché il tempo passa in fretta e i tifosi, quando torneranno, non avranno nessuna voglia di sorbirsi un ennesimo triste spettacolo. Luca Savarese
I Boys ovviamente dormono. Bella tifoseria che abbiamo.