CATTIVO CITTADINO, di Gianni Barone / DEL CALCIO ATTRATTIVO
(Gianni Barone) – Ora, forse per scaramanzia, vista l’esperienza attuale, non certo felice del Parma, non si parla, come all’inizio della scorsa stagione, di “calcio propositivo” – coinciso con l’ingaggio di Liverani (ancora a libro paga), sostituito, con mediocri risultati, da D’Aversa, già precedentemente sfiduciato – ma di “calcio attrattivo”. Offensivo, con tanto di pressing, senza far riferimento a sistemi, meno male che si è taciuto di moduli, che come ben sappiamo (o come bene dovremmo sapere) si cambiano solo quando si passa da quello a “uomo” a quello a “zona”, e viceversa, ma risultano mutati i termini: ora siamo, o meglio saremo, secondo le parole del nuovo Capo dell’Area Tecnica Javier Ribalta, pronunziate durante la presentazione di ieri – in presenza di calcio di tipo attrattivo, che riesca cioè, ad attrarre chissà chi, probabilmente i tifosi. O la critica. Vabbè: direte voi: ma che novità è? Già nell’estate scorsa si era parlato di una svolta, di un nuovo ciclo, di un tentativo di dare alla squadra un gioco migliore e non la solita difesa, che, ahinoi, è tanto mancata ultimamente nell’ottenere i risultati, e il fatidico e oltrepassato, quasi come lo scrivente, “contropiede”, o gioco di rimessa che dir si voglia. Pur mantenendosi sul generico, per rispetto dei presenti ancora in organico, come esplicitamente sottolineato, non si è, da parte di nessuno dei tre massimi dirigenti presenti ieri in conferenza, per nulla fatto cenno a nomi o indizi che portino a
scoprire le carte per il futuro prossimo venturo che tutti hanno dipinto, preventivamente, a tinte tutt’altro che fosche, anzi alquanto rosee. Gli sportivi se lo augurano, anche se tanto ottimismo, che si spera non sia solo di maniera, non sappiamo quanto riesca a mitigare delusione e rabbia per un finale di torneo già segnato, quantunque il Presidente e pochi altri, non sappiamo se con effettiva convinzione o meno, nutrano ancora sentimenti (effimeri), di speranza per un esito, miracolosamente, diverso e che oggi han spinto il quotidiano sportivo subalpino, negli ultimi giorni molto attenti alle cose di casa Crociata per via del delicato (ormai ragionevolmente solo per gli avversari) incrocio di lunedì sera col Torino, al titolo quasi pernacchio, con a corredo il ritratto sorridente con pollice verso l’alto del patron americano del sodalizio emiliano: “Parma vincile tutte e resti in A”, impresa che peraltro potrebbe anche non bastare qualora non ci fossero
contemporanei altrettanto improbabili harakiri di chi dista 11 punti e più. Si è parlato, sempre ieri, di bontà del progetto, di sicurezza economica, garantita anche dal “paracadute” per la retrocessione, anche se qualcuno, a fronte dell’esperienza dei nuovi soggetti in campo, esibita sia a parole che attraverso i curriculum noti a tutti, avverte la sensazione che tutte le “rose”, esibite in sede programmatica, nascondano, nel ginepraio della serie cadetta ben più di una “spina”. L’unica cosa da augurarsi, visto che non è stato sciolto ancora il nodo relativo alla conferma dell’attuale tecnico, è che chi sarà incaricato a rivestire tale ruolo, speriamo non in ossequio ad una sorta di esterofilia tutt’altro che proficua, almeno in questo ruolo specifico, secondo i precedenti in altre piazze, sia un italiano, escluderei “italianista”, viste le premesse sul tipo di
gioco “vagheggiato” ieri. Scordiamoci quindi di vedere sulla panchina crociata, uno di quei “determinati deterministi, in odore di catenaccio alla Aglietti, alla Baroni o alla Castori, che conoscono la B a menadito ed hanno ottenuto, in tale categoria, risultati ragguardevoli frutto della loro tenacia e del loro pragmatismo; speriamo, dunque, che non sia un simil-Fonseca, e mi riferisco al trainer della Roma, sempre in odore di consensi della critica e della “scienza” applicata al calcio, purtroppo per lui e suoi seguaci sempre da bandire (vedesi la partita di ieri sera difficilmente… ribaltabile… la prossima settimana all’Olimpico, dopo il 6-2, con tanto di cinquina subita dall’ex Crociato Mirante subentrato al 28′, che consentirà al Parma di mantenere la platonica soddisfazione di esser stata l’ultima italiana a vincere in Uefa e succedanee). Quindi invochiamo, a bassa voce, in questo clima sommesso, fra proclami e promesse, un umile invito “Vade retro scienza”. Sempre quella calcistica, beninteso, quella che esclude tra i suoi eletti i vari Allegri, fuori ormai da troppo tempo dal giro in proporzione alle qualità e ai meriti maturati sul campo, anche se qualcuno, pare stia pensando ad un suo ritorno,
o i vari Mourinho, fresco di esonero per motivi facili da ipotizzare. Il “calcio attrattivo” è, o sarà, altra cosa: anche nel vivaio, si è dichiarato, staremo a vedere se gli sviluppi saranno positivi o meno, imboccando questa strada. Ma attenzione a volere a tutti i costi il calcio bello, offensivo: a volte si finisce, come nel caso dell’ultimo Parma, tribolato, di D’Aversa, di perdere il senso del saper difendere “bene”, il risultato. Anche se qualche urlatore si è esaltato, via satellite, per il 3-4 col Crotone contrabbandato per spettacolare, dimenticando che il calcio è, appunto anche difesa e non solo attacco come alla intellighentia pare oggi. A furia di chiedere a dei difensori (financo ai portieri) di fare i “registi” o i “ fantasisti”, in fase d’impostazione (nota come costruzione dal basso, felicemente ribattezzata da Cosmi in una più realistica “distruzione”), si
perde il contatto con la marcatura attenta e assidua sui calci piazzati e non solo. E poi non è solo questione di singoli, come si sbraita sui social, siti o Tv, o questione mentale, mancanza di personalità, o di anima: come amiamo dire noi, a volte è anche questione di abitudine, di mentalità confusa con altri principi, è pretendere di fare la rivoluzione senza armi e senza quel “Dio della sacra energia” (leggi intensità che va molto di moda, pur avendola strologata Sacchi 30 anni fa, sia pure nella variante romagnola “intensitè”) o quello della sacra materia (leggi praticità poco engagé si direbbe), in luogo di quel “Dio del sacro nulla”, calcio manovrato, oggigiorno considerato, da tutti, la vera e grande essenza del gioco, ovviamente fino a prova contraria, o fino al prossimo esonero, che si spera non avvenga visto che il Parma già di allenatori ne ha due a contratto. Il triangolo in questo contesto, non sarebbe da considerare, con buona pace di Renato Zero… Gianni Barone
La prima cosa che dovrebbe fare Calma se è vero che vogliono dare un’immagine internazionale, bla, bla è cambiare sponsor tecnico. Quest’anno poi le maglie facevano veramente schifo, nel pieno mood del non spendere ante arrivo Krause, la terza era proprio fatta al risparmio sembrava quelle che si facevano fare per il torneo aziendale. Serve un marchio di altro livello e si spera anche un main sponsor (ovviamente non locale qui al massimo vanno bene a finanziare il km verde coi pioppi o november porc) di alto livello.
In serie B vanno più che bene, nessuno nel mondo caga una squadra di bassa serie A o di serie B, co pretendot la Rolex? Il nostro sponsor potrebbe essere Pepé. Non contano le maglie, ma i piedi. Sotto sotto c’è la solita pretenziosità vetero Ducale (supposta…). Gni so dal per che viale Martiri al ne miga i campelisè
A me piacerebbe uno tra Dionisi e Lucarelli (Cristiano) come prossimo allenatore.