CATTIVO CITTADINO, di Gianni Barone / LA «SALIDA» DAVERSIANA
(Gianni Barone) – Si avete capito bene: Il Parma ha perso l’ennesima partita che poteva benissimo vincere, anzi che stava vincendo con due goal di scarto e poteva piazzare il colpo decisivo da un momento all’altro, con in campo una torre «fresca» come Pellè e due «frecce» come Mihaila e Man che in velocità davano la polvere a tutti i difensori del Cagliari, dal guerriero logoro Godin al disastroso Rugani (io non riesco a capire come possa ancora giocare in A), e invece… Ecco, invece, cosa succede: per paura di non riuscire a vincerla, si sceglie di togliere Man dopo aver incassato il gol di Marin, per far entrare Valenti, un difensore, dando l’idea di voler abbassare il baricentro per difendere sempre più dal basso il «preziosissimo» vantaggio. Scelta che lascia perplesso, al momento, anche un difensivista incallito come me, che avrebbe preteso o scelto, viceversa, un atteggiamento differente; scelta che si rivelerà decisiva per non dire fatale. D’Aversa dice alla fine «era meglio prima quando non mi facevano i complimenti però vincevo le partite», e allora? Invece? No, ora la «salida», nel senso di uscita, daversiana sa tanto di amara consapevolezza di resa. Il non riuscire a reggere il peso del vantaggio, una costante della squadra in questo tribolato campionato, rende ogni volta l’impegno di farcela, gravoso se non addirittura inutile o peggio ancora impossibile. Però resta la prestazione, qualcuno ha il coraggio di ardire, si ma quale? Quella fino al 3-1?
D’accordo, però il resto, quello che è successo dopo, è tutto da dimenticare, perché si è gettato alle ortiche tutto quello che di buono era stato costruito, per la pura paura di non farcela più o abbastanza. Altro che salida lavolpiana, invocata da chi ci crede veramente, qui anche se il termine iberico significa, uscita, siamo in presenza, per dissonanza, di una vera e propria «discesa» agli inferi di classifica e di gradimento. L’incapacità di vincere, anche in presenza di una gara giocata bene per un’ora, diventa un handicap troppo grande e troppo difficile, in queste condizioni, da superare anche dal punto di vista mentale. Tra salite, discese, uscite ed entrate, di gioco e di giocatori, vi è l’assurdità di una partita, definita «indimenticabile», nell’accezione negativa del termine, e che a deciderla sia stato, oltre che un ex Crociato, nativo
del parmense (si direbbe ironia della sorte), un giocatore, un attaccante tra i meno stimati da tutti i tecnici che lo hanno allenato, finora, al Cagliari, e non solo, e che alla fine ha avuto clamorosi gesti di rabbia e di stizza nei confronti di chi non ha mai creduto in lui, relegandolo spesso e volentieri in panchina, facendo appassire di molto la sua autostima di giovane, non più promessa, tanto meno mantenuta. Un giocatore, Cerri – sempre più ironia e sempre più maledizione della sorte, che ad ogni finestra di mercato gli addetti ai lavori accostano al Parma, dando per certo il suo ritorno nell’ex ducato
– che ha sancito una sentenza quasi certa che, ancora, non può avere i crismi dell’ufficialità della condanna per evidenti ragioni «aritmetiche». Ragioni, sorte e sorti che penalizzano, condannano e non rendono nessun servizio e nessun aiuto a chi, a questo punto sempre meno e veramente pochi, crede ancora alle fate, alle favole e ancor di più ai miracoli, con la M maiuscola, non del tutto impossibili nella disordinata animazione delle persone buone d’animo, scambiate per fessi che si contrappongono ai cattivi definiti alla sicula «figghi e buttana» che ci credono poco e vorrebbero pensare alla realtà del presente da dimenticare e del futuro da ripensare e da riscrivere con ispirati autori di soggetti e sceneggiatore nuove e migliori per altri tipi di attori. C’è chi sale e c’è chi scende, quando le «salide» non servono ancora o mai più. Gianni Barone
Se esiste il modo di perdere una partita o, nel migliore dei casi, di non vincerla, il Parma lo trova sempre.
Se si rinuncia a giocare imbottendo la squadra di difensori, si viene inevitabilmente schiacciati in area. Visto che il rendimento dei difensori e del portiere è quello che è, prendere goal è solo questione di tempo.
D’Aversa dovrebbe fare autocritica, il primo responsabile per la sconfitta di ieri è lui.
Richiamarlo è stato un grave errore, con la media punti di Liverani saremmo in una situazione migliore.
Non ho la tua certezza su Liverani, ma quoto il tuo commento. I cambi di D’Aversa hanno affossato tutte le partite quando eravamo in vantaggio e non sono stati sufficienti per recuperare e vincere quando eravamo in svantaggio. Chiunque altro avrebbe fatto meglio con gli elementi che aveva. Mihaila e Man andavano usati molto di più e soprattutto insieme!
Ho calcolato che in questo campionato abbiamo perso ben 21 punti da posizione vincente! Potevamo essere in lotta con Samp, Verona e Sassuolo. Roba da pazzi!
Concordo…come buttare via un campionato…D’aversa può scriverci un libro…..
Non so se Man sia uscito per scelta tecnica o per problemi fisici (vedi Kucka e Pezzella): a conti fatti non è stata certamente una scelta vincente. Ma di cambi non è che avessimo una gran scelta… Chi avrebbe avuto il coraggio di metter su Gervinho o Brunetta??
A posteriori, nemmeno la scelta del ritorno di D’Aversa è stata vincente (sebbene a gennaio ne conosco pochi che non fossero favorevoli): ma lo scollamento tra giocatori e Liverani mi sembrava talmente evidente da rendere impensabile una sua allora conferma o un suo eventuale ritorno in panca; diciamolo, la preparazione atletica era abbastanza discutibile dato che gli avversari correvano mentre i nostri duravano 70 minuti…
Ma avendo preso tanti giocatori nel mercato di riparazione, la squadra è cambiata in molti suoi elementi e si sarebbe potuto provare con Liverani un altro po’… D’aversa, col senno di poi, non ha saputo valorizzare in tempo i nuovi acquisti perché non ha saputo dare loro fiducia… Man è molto bravo e andava impegato da subito.. Altroché Gervinho e Karamoh
Il cambio di Man penso che sia stato semplicemente un cambio sbagliato.. È giovane e in forma, aveva appena fatto gol e poteva farne ancora… Non ci credo che fosse acciaccato. Semplicemente a un certo punto D’aversa fa cambi e rovina anche ciò che stava andando bene fino a quel momento…
Sono stato sempre coerente, mai apprezzato il ritorno del mister, speravo, speravo, ma alla fine purtroppo avevo visto giusto.
Baroni ha perfettamente ragione, ancora, ieri toglie il migliore, cioè Man, quello che con Mihaila avrebbe potuto scardinare la ormai esausta e scarsa difesa Sarda.
Pelle’ in quel contesto era inutile.
Osorio sarebbe dovuto scivolare a destra e Busi a sinistra a contrastare i cross a iosa che piovevano senza che Valenti potesse arginare, ma dalla panca nessun segnale di comprensione del pericolo.
Busi lascia 25 cm a Cerri eppoi con 4 centrali mica era lui forse deputato a marcarlo.
Mihaila errore di un’esperienza alla fine ma…il mister piuttosto che prendersela con questi giovanotti,che il resto della partita hanno onorato la maglia, se la dovrebbe prendere coi senatori intoccabili come Sepe Kurtic e per fortuna ne mancavano altri in campo.
Kurtic in lacrime? Spiace ma credo sentisse che la sconfitta fosse colpa sua.
Gol immane fallito, e lascia tirare senza quasi contrastare il tiro del 3a3…
Le colpe vanno condivise mister ma sembra che incolpare dei giovanotti sia più facile ma è anche il più antipatico.
Mi auguro che la stampa locale non infierisca sui nostri giovani che rappresenteranno il futuro prossimo, almeno in parte.
Ci vorrà qualcuno che li sappia gestire nel modo migliore .
Uno sfogo da incazzato.
Stavolta sono d’accordo. Bobby ieri ha fatto una serie di errori da lui purtroppo. E’ evidente che quando hai una difesa che non regge mai, devi provare a segnare più gol possibili e poi incrociare le dita e questo il mister non lo vuole accettare (secondo me lo ha capito, ma poi nei momenti difficili ritorna al suo credo di “prima non prenderle”)
Giusto.. Man e Mihaila dovevano giocare insieme ieri per tutto il secondo tempo e penso che avremmo tolto ogni speranza al Cagliari con un 3′ gol…ma D’aversa non ne vuole sapere di fare ciò che r chiede la piazza …
Non ci resta che gufare il Benevento …sperando che Cagliari e Torino si salvino..così sarà più agevole la scalata alla massima serie….confidando che la campagna acquisti/cessioni sia gestita da un soggetto diverso dal noto…”errare humanum est, perseverare autem diabolicum”…cmq sempre forza Parma e forza Presidente.
Oramai i giochi sono quasi fatti. Prestazione inconcepibile a livello difensivo dove a parte le negligenze di Sepe ci sono chiare incomprensioni tra i difensori che mediamente prendono almeno 2 gol (o più) a partita. Io mi chiedo, vista la media di gol presi perchè non si sia data l’opportunità di giocare ad Alves che sicuramente avrà i suoi anni e le sue lentezze ma rispetto agli attuali titolari è 2 spanne sopra sia nel contrasto aereo sia in impostazione ed ovviamente nella guida del reparto. Lui infonde sicurezza molto più che un Bani, un Gagliolo o un Osorio. Credo che peggio non avrebbe potuto fare e sono quasi sicuro che con lui in campo l’avremmo portata a casa. D’Aversa ha compiuto diversi errori nella concessione territoriale di parte del centrocampo e del rinculare in difesa dal 70 in poi. Se non erro ho contato circa 15/20 cross nei 20 minuti finali da parte del Cagliari. Tutto questo si traduce in tensione nervosa a livello difensivo che i nostri attuali figuranti in tale reparto non riescono a gestire. Inconcepibile, e lasciatemi il termine, quasi “misterioso” il blackout di 2 minuti in cui abbiamo preso 2 gol, nessuna marcatura efficace, tiri dal limite lasciati senza contrastare, troppa arrendevolezza e mollezza. Non è una cosa normale.
Ora vi prego, attendiamo la fine dei giochi e mi auguro si possa poi fare piazza pulita delle problematiche di quest’annata disgraziata. La gestione Krause dovrà fare mea culpa dei suoi errori ma dovranno essere epurati i rami marci (tanti) di questa squadra, a partire dai calciatori per finire con lo staff tecnico. Lavoro assai arduo attenderà Ribalta, che dovrà prima di tutto capire se qualcosa potrà essere mantenuto. Serve nuova energia e soprattutto uomini che possano farci svoltare nuovamente in positivo.
Per finire mi permetto di esternare le mie rimostranze verso quelle persone che prevedono catastrofici scenari dove il presidente lascerà, la squadra verrà smantellata, lo stadio non si farà e via dicendo. A loro chiedo dove trovare evidenze di questo tipo perchè a mio modo di vedere il vero tifoso certamente non si copre gli occhi con il prosciutto sui problemi ma crede fortemente che il Parma non abbia bisogno di complottisti, o beceri che vedono il male in ogni cosa.
Ricordo che il Parma, e lo dico davvero, siamo sempre e solo noi tifosi. I giocatori, presidenti, allenatori passeranno tutti, rimarremo sempre e solo noi. Solo uniti otterremo sempre buoni risultati. Senza retorica alcuna. La nostra storia sportiva ce l’ha insegnato.
D’Aversa, non ha mai perso l’occasione per cercare di dimostrare che aveva ragione a non condividere il progetto iniziale (motivo del suo esonero). Quando è tornato, ha indossato i panni del salvatore della patria, continuando ad insistere sulle sue opinioni, centellinando gli innesti dei giovani, con tutte le scuse possibili, per sminuirne la loro efficacia. Ad ogni sconfitta o mancata vittoria, ha sempre scaricato la responsabilità sui giovani, inesperti, con difficoltà di inserimento, per la non conoscenza del nostro calcio, per le diverse lingue ecc.ecc. ha sempre indirettamente scaricato le colpe sulla società. Io personalmente, non lo avrei nemmeno confermato dopo la promozione in serie A, ma sicuramente non lo avrei richiamato e non lo terrei un istante in più. La società, una volta scelta una strada doveva percorrerla fino in fondo o con Liverani, oppure con un altro tecnico, ma mai richiamare D’Aversa.
A questo punto sarebbe conveniente individuare il prima possibile il tecnico per la prossima stagione, affinché possa valutare La Rosa a disposizione e prepararsi per tempo, con l’obiettivo di una pronta risalita.
Sempre e comunque
Forza Parma