PAROLE CROCIATE, di Luca Ampollini / MA QUANDO MAI C’HA CREDUTO QUESTA SQUADRA?

(Luca Ampollini) – Vedere l’inquadratura del Presidente al 90’ attonito, amareggiato, quasi incredulo mi è davvero spiaciuto: sì, perché nell’ennesima avvilente puntata di questo agghiacciante campionato non meritava certamente, lui che ha speso così tanto e sta mostrando trasporto ed entusiasmo, un’altra giornata così negativa. Essere capaci di subire 4 gol in casa dal Crotone, per la prima vittoria esterna dei calabresi in questo campionato, credo non fosse semplice, ma, udite, udite, il Parma c’è riuscito. E non è una questione di giovani o vecchi, ormai quest’anno abbiamo visto tutti i giocatori, è arrivata, da ognuno di essi, una risposta sempre davvero sconfortante. E’ inutile fare nomi, la squadra è stata, in tutti questi mesi, disastrosa all’unisono. E quando parlo di squadra includo ovviamente tutti i componenti, non solo i giocatori. Essere in serie B, ad oltre un mese dalla fine del campionato, è l’aspetto più desolante, unitamente alla fragilità di carattere per l’ennesima volta mostrata quest’oggi dalla squadra: gioca una prima parte di gara indecifrabile, va al riposo sotto 3-1, recupera, spinta da uno scatto d’orgoglio, il pareggio nei primi 5 minuti della ripresa e smette nuovamente di giocare sul 3-3, come se avesse incredibilmente già raggiunto l’obiettivo, non cercando più con la dovuta insistenza una vittoria alla portata, subendo anzi il 4° gol degli ospiti. Il tutto “condito” ovviamente dalle solite amnesie difensive che hanno come sempre determinato il risultato. Il Parma di quest’anno è tutto qui: fragilissimo, privo di una leadership in campo davvero incisiva (come detto settimana scorsa è stato sottovalutato il declino di Alves, giocatore fondamentale e mai realmente sostituito), e tecnicamente privo, soprattutto nel reparto arretrato, della qualità dei giocatori degli anni passati: più bravi, motivati ed energicamente più competitivi di quelli attuali. D’Aversa, che conosce meglio di chiunque altro questa squadra, lo sapeva, l’aveva segnalato a inizio stagione, ma ha deciso comunque di tornare a Gennaio in una squadra già malata e senza carattere, sperando di avere la ricetta giusta per risollevarla, ma i risultati, ahinoi, sono sotto gli occhi di tutti. E anche lui, visto il magrissimo bottino ottenuto, è ovviamente responsabile di questo disastro: il non essere riuscito a trasmettere un minimo di continuità di carattere a questa compagine perennemente preda di amnesie e paure non può esentare il suo ritorno da un giudizio negativo. Si è visto più gioco rispetto alla prima parte di stagione, più continuità nell’andare in gol, ma sempre una valanga di reti subite, sulle quali non è riuscito a porre un minimo di rimedio. Certo, alcuni requisiti legati alla personalità sono difficili o forse impossibili da allenare, ma alcuni aspetti motivazionali, come ha fatto ad esempio Nicola a Torino, allenatore tecnicamente non irresistibile, dovevano essere allenati meglio, nonostante il suo abituale, instancabile lavoro h24 sui suoi ragazzi. Tornare, quindi, non si è rivelata forse una scelta azzeccata, considerando la sua preoccupante diagnosi di inizio stagione. I giocatori però rimangono coloro che devono assumersi le maggiori responsabilità: l’anno è stato difficile, senza pubblico (lo è stato, però, per tutti), tecnicamente non sono irresistibili, ma non inferiori a quelli di parecchie squadre che precedono i Crociati. Sono privi, però, di “un’ossatura” che non può e non deve mancare in una squadra di professionisti (se si ritengono tali lo devono realmente dimostrare, non solo a parole). Quest’anno, invece, questa squadra non ha mai dimostrato di crederci davvero, sebbene operi in una città meravigliosamente civile dove può lavorare in tranquillità e in una società esemplare che non le fa mancare nulla. E fa male, quindi, vedere un Presidente ambizioso ed entusiasta così deluso e amareggiato, sicuramente non meritava un’annata così; parlare di futuro è però prematuro, la stagione va conclusa, con dignità, orgoglio e una classifica migliore: i 20 ottenuti in 33 partite sono l’ennesima macchia, di una stagione incredibile, che va cancellata il più possibile. Luca Ampollini

Luca Ampollini

Luca Ampollini, classe 1973, giornalista pubblicista dal 2005, ha cominciato a Radio Onda Emilia nel 1998, prima con il commento delle azioni più importanti delle partite di campionato sulle radiocronache di Gianluigi Calestani, poi con la conduzione della trasmissione post partita “Diretta Stadio”. Passa successivamente alla Tv, su Teleducato, commentando il posticipo della domenica sera di serie A a Calcio e Calcio, condotto da Fulvio Collovati. Passa, quindi, alla neonata Teleducato Piacenza come telecronista delle partite del Fiorenzuola in serie C2 e nel 2000-01 commenta, sempre per Teleducato Piacenza, le partite del Piacenza Primavera. L’anno successivo torna a Parma e diventa il telecronista del Parma calcio fino al 2008. Partecipa a Calcio e Calcio, prima come opinionista poi come conduttore in 3 edizioni dal 2005 al 2008. Nella stagione 2004-05 conduce Calcio e Calcio Speciale Coppe e i collegamenti esterni nell’edizione di Calcio e Calcio condotto da Fulvio Collovati. Dal 2005 al 2008, è responsabile della redazione sportiva di Teleducato e, oltre a Calcio e Calcio, conduce Calcio d’Estate prima di passare a Tv Parma dove partecipa come opinionista a Pronto chi Parma e come conduttore, con Carlo Chiesa, delle due trasmissioni “A tutta A“ e “A tutta B”. Dopo alcuni anni in cui collabora come opinionista fisso anche a "Bar Sport" torna a Teleducato dove partecipa come opinion leader a Calcio e Calcio fino al 2018. Con la fusione delle due televisioni continua la sua collaborazione, tuttora in corso, con 12 TV Parma e con Calcio e Calcio. Oltre alle centinaia di telecronache e conduzioni ha collaborato, commentando alcune partite del Parma con le emittenti radiofoniche Radio Bruno (Coppe Europee) e Lattemiele (Campionato). E’ lo speaker ufficiale del Parma calcio allo Stadio Tardini dal 2015

14 pensieri riguardo “PAROLE CROCIATE, di Luca Ampollini / MA QUANDO MAI C’HA CREDUTO QUESTA SQUADRA?

  • 25 Aprile 2021 in 00:36
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    D’Aversa ha sbagliato due volte. La prima quando non ha proseguito ad allenare il Parma alla fine dello scorso campionato, la seconda quando ha accettato di tornare.
    Troppi giocatori hanno avuto un calo di rendimento repentino e verticale, purtroppo. E la cosa ha vanificato prima di tutto la solidità difensiva della squadra, aspetto sul quale, assieme al contropiede, D’Aversa ha fondato le salvezze degli scorsi anni.
    La partita di oggi è incommentabile, la sua unica utilità è stata quella di evidenziare su quali giocatori sia bene non contare per la prossima stagione

  • 25 Aprile 2021 in 08:11
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    Concordo. D’Aversa non è riuscito a dare un minimo di personalità a questa squadra che di certo è scarsa ma non meno di altre. È il limite più grosso di questo allenatore che è bravo tatticamente ma, a differenza del suo amico Antonio, non riesce a motivare la squadra.
    Nonostante i disastri, questa squadra un mese fa ha battuto la Roma e poteva essere la svolta motivazionale per un finale sprint ed invece…flop…l’allenatore non è riuscito a motivare un gruppo che con la coesione avrebbe potuto superare i pur grandi limiti tecnici.
    Detto ciò, nella torta delle responsabilità, tutti hanno la loro bella fetta….Errori su errori da agosto 2020: a questo giro si paga il conto

  • 25 Aprile 2021 in 08:46
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    Allora…ricapitolando, per cercare di capire l’antefatto che ha portato a questo caos societario e alla indecorosa chiusura di questa “sfortunata” stagione: D’aversa dichiara alcuni giorni orsono che a tre giornate dal termine dello scorso campionato gli viene comunicato che non sarà più il Mister per la nuova stagione, è evidente che qualcosa si è incrinato con la società, nonostante la salvezza e i due anni di contratto rinnovatigli. La vecchia proprietà vista la crisi dovuta al covid e i costi sempre maggiori, pensa ad un ridimensionamento con vendita di alcuni giocatori che possono avere mercato e squadra impostata su giovani di prospettiva che arriveranno in prestito o con i soldi reinvestiti delle vendite. Faggiano se ne va, viene preso per operare in tal senso Carli per questa “mission impossible”, offerte per i nostri fenomeni non ne sono arrivate e non ne arrivano comunque fino alla fine del mercato, solo un interessamento dell’Inter per Gervinho, l’unico che partirà dei titolari è Darmian. In pieno agosto a pochi giorni dal ritiro, il nostro Ds che non sarà un fenomeno e nemmeno simpatico capisce che D’aversa è l’unico che potrebbe portare alla salvezza una squadra di giocatori anagraficamente bolliti, che nel post lockdown sono riusciti a perdere una striscia infinita di partite passando dalla zona UEFA ad una meno ambiziosa ma tranquilla zona salvezza, cerca di fare rientrare D’aversa per riaffidargli la squadra, ma ovviamente senza concedere spazio a richieste “non teniamo dinero”, D’aversa fa presente come dice Ampollini che in squadra ci sono vari giocatori bolliti e che sicuramente una squadra impostata sui giovani non arriverà alla salvezza. Carli vede il Mister poco motivato e propende per Liverani contattato già prima della fine del campionato, dalle voci uscite dopo Lecce Parma. Poi a metà settembre la vendita con l’arrivo di Krause, il mercato raffazzonato in qualche maniera in pochi giorni, con la linea societaria di continuità con la precedente ed ecco la retrocessione è servita, chapeau grazie di tutto.

    • 25 Aprile 2021 in 10:12
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      Hai riassunto correttamente. È ovvio che con questi antefatti era un po’ illusorio pensare di passarla liscia.
      Negli anni scorsi è andata bene (playoff 2017, promozione diretta all’ultima giornata 2018, gironi d’andata sprint 2019 e 2020). Quest’anno si sono fatti errori su errori e si paga

  • 25 Aprile 2021 in 11:24
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    D’Aversa comunqe da’ spiegazioni. Lucarelli, a parte farsi bacchettare come uno scolaretto insipiente per l’improvvida uscita sulla supersega, non mette mai la faccia (o qualcos’altro), Carli parla prima delle partite, il Presidente pensa al futuro, utilizzando il modello Borlotti.
    Siamo retrocessi in modo indegno. Nessuno mette la firma su un fallimento sportivo che e’ un fallimento della citta’ e del suo modello. Aspetto l’estate per capire quale sia la maschera del Presidente. La squadra che impostera’, gli obiettivi concreti, immediati e reali che perseguira’, la diranno tutta su cio’ che ci attende.
    Quanto alla vecchia proprieta’ , diciamo che dal punto di vista sportivo e’ riuscita in una scalata senza eguali, ma cio’ ha comportato costi insostenibili per essa e, complice la pandemia, con relativa crisi pesante del socio piu’ coinvolto, ha dovuto alzare bandiera bianca. Non si puo’ fare una colpa, anzi siamo comunque due serie sopra il 2015 ma anch’essa ha sbagliato qualcosa nella strategia. Prepariamoci all’ennesimo nuovo inizio degli ultimi 18 anni. Anche questo e’ un record. Evidentemente Parma non puo’ fare questa serie A

    • 26 Aprile 2021 in 01:04
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      Ok su tutto, ma il Parma è stato venduto ad una bella cifra…non è mica stato regalato… Io non vedo bandiere bianche ma una vendita fatta dai “parmigiani “al momento giusto

  • 25 Aprile 2021 in 11:25
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    Eh no, anche Krause ha pesanti responsabilità. Per troppo tempo ha lasciato andare la situazione, non accorgendosi di quanto eravamo nella melma. Ha passione, ma è ingenuo.

  • 25 Aprile 2021 in 11:53
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    LUCA Z riassunto corretto pero’ tutto questo cosa dice ? che la retrocessione e’ da imputare alla VECCHIA PROPIETA’ che fanno gli eroi con i soldi delle banche ( di frusciante ne hanno messo poco li ha messi il cinese gia gabolato ) questi signori (eufemismo ) sanno che devono vendere sono in trattativa ma pensono bene di essere dio in terra di incidere anche sulla prossima stagione allontanano d aversa e assumono a pochi giorni dalla chiusura di una trattativa carli !!! andando a compromettere una stagione in maniera definitiva …….ma scusate se sai che devi vendere sara’ la nuova propieta’ che decidera’ chi assumere come direttore tecnico e che impostazione dare !! si sono appropriati di decisioni fallimentari che hanno poi distrutto lo spogliatoio perche la vecchia guardia era d aversana i vari kucka gervinyo alvez kurtic con liverani non giocavano …..il resto eì storia comunque krause gli hanno lasciato una societa’ con 70 ml di riscatti di giocatori che non ha voluto lui insomma diventa difficle attribuirgli la retrocessione pur avendo le sue colpe per esempio di non battere anche i pugni sul tavolo ps quei giocatori che oggi molti dicono bolliti a iniziare da gervy o alves o kurtic non mi stupriei di vederli pimpanti e in gran forma in altre squadre il prossimo anno

    • 25 Aprile 2021 in 14:22
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      Sono d’accordo il Presidente è quello che ha meno colpe di questa situazione, lui ha la visione di un progetto che io condivido, per rendere sostenibile una permanenza in serie A ad una città come Parma. Ora la struttura è quasi completata spero che l’organigramma societario sia all’altezza del futuro che noi tifosi ci aspettiamo, c’è chi afferma che sarà roseo, ma quello che inizierà prossimamente sarà il Parma di Krause non questo.

    • 25 Aprile 2021 in 15:21
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      “ i vari kucka gervinyo alvez kurtic con liverani non giocavano”
      non è vero, hanno sempre giocato, quando disponibili, se non infortunati o positivi a Covid-19.
      Per la precisione!

      • 25 Aprile 2021 in 16:32
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        Penso che intendesse non giocavano in un altro senso, e a parte Kucka impiegato fuori ruolo spesso per problemi contingenti ma che l’impegno non lo ha mai fatto mancare, cosa successa anche con D’aversa, gli altri tre hanno dato sempre la sensazione di essere giocatori ormai al capolinea sia con l’uno che con l’altro.

  • 25 Aprile 2021 in 16:13
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    Colpa di Carli, colpa di Liverani, colpa di D’Aversa…colpa dei 7…
    Le colpe maggiori sono dei GIOCATORI che vediamo sfrecciare con Range Rover e Porsche senza il minimo merito.

  • 25 Aprile 2021 in 18:02
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    Allenatore mediocre,quando è finito il culo sono venuti fuori tutti i suoi limiti che già comunque ci aveva fatto conoscere

  • 25 Aprile 2021 in 18:16
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    Per me, caro Ampollini, l’immagine più emblematica dello sfascio in cui siamo precipitati si è vista al momento dell’ingresso in campo di Gervinho. Si è presentato in panchina con tre TRE anelli al dito della mano sinistra senza che nessuno gli abbia chiesto “vai in panchina o a prendere l’aperitivo in centro? ” e si è dovuto aspettare 30 secondi che li togliesse sulla linea laterale prima del cambio. Questa è la foto della stagione che spiega tante cose.

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