TATTICA-MENTE, di Patrick Fava / L’EQUILIBRIO E’ UN PRINCIPIO INDISPENSABILE E AVERE 4 ATTACCANTI INSIEME GENERA DEI RISCHI

(Patrick Fava) – Ennesima battuta d’arresto per i Crociati che inciampano al Tardini col fanalino di coda Crotone, terza sconfitta consecutiva per i ducali e seconda consecutiva con lo stesso punteggio 4-3. Il Crotone scende in campo con il 3-5-2 mentre Mister D’Aversa conferma il 4-3-3, lanciando Dierckx dal 1′ al fianco di Bani al centro della difesa, si rivede Busi sull’out di destra, in avanti Cornelius preferito a Pellè nel ruolo di centravanti boa. I Crociati partono bene nei primi 10′, ma sono i pitagorici a segnare la prima rete del match e ancora una volta su corner, stavolta ê Bani a perdere la marcatura di Magallan che di testa nel cuore dell’area di rigore sigilla l’1-0 per gli ospiti. D’Aversa, per l’occasione, aveva ancora una volta modificato la sistemazione su corner, passando ad una zona mista con alcuni giocatori pronti a ricercare la palla nelle zone adiacenti all’area piccola e altri deputati alla marcatura ad personam dei giocatori più temibili, ma anche in questa occasione la scelta dell’allenatore di casa si è rivelata poco felice, evidentemente la squadra manca in maniera inesorabile, in queste circostanze, di cattiveria agonistica, di concentrazione e di consapevolezza nei propri mezzi. I gialloblù provano a reagire, lo fanno alternando buone trame specie sulla sinistra, con la catena Pezzella, Kurtic e Mihaila che crea qualche grattacapo a Molina e Messias che non hanno grandi attitudini difensive, ma anche affidandosi alla costruzione diretta con un vivace Cornelius, abile nel gioco aereo e meno statico del solito. Il centravanti danese è determinante nell’azione del pareggio, con Magallan attirato a rompere la linea da Mihaila, il numero 11 ê bravo a leggere lo spazio libero alle spalle del difensore pitagorico, Golemic segue il movimento di Cornelius che si defila sulla fascia all’altezza della bandierina, quest’ultimo è bravo a girarsi e a mettere un cross per Hernani, che di testa fa 1-1, complice una marcatura approssimativa di Djidji. Il pareggio galvanizza i Crociati che alzano il baricentro, e risalgono il campo o con gli attacchi diretti, o cercando la superiorità numerica sulle corsie laterali, in particolare sulla sinistra, con un Pezzella molto ispirato in fase di possesso. Intorno a metà primo tempo si fa male Man ed entra Gervinho: il sistema di gioco rimane invariato, l’ivoriano passa a destra, i Crociati sembrano prendere campo, ma il Crotone nelle ripartenze fa male e una buona combinazione tra Ounas e Messias porta al tiro quest’ultimo che, complice una deviazione di Bani, scheggia la traversa intorno alla mezz’ora di gioco. I gialloblù continuano a guadagnare campo e ad invadere la metà campo dei rossoblù che paiono in difficoltà, ma proprio nel momento in cui i nostri sembrano in controllo arriva una transizione fulminea degli uomini di Cosmi che vedono Ounas involarsi sull’out di destra, affrontato da Bani che lo porta esternamente, il franco-algerino mette in mezzo un pallone deviato dallo stesso Bani che mette fuori causa Dierckx e consente al nigeriano Simy di realizzare il più facile dei gol, il 18° stagionale per lui. Neanche il tempo di riprendersi e stavolta su un lancio lungo proveniente dalle retrovie da parte di Cordaz, Simy viene anticipato da Bani, i centrocampisti, in particolare Brugman, sono troppo alti e la sfera giunge ad Ounas che ha una voragine davanti a sé, per puntare la linea difensiva: l’attaccante ex Cagliari e Napoli punta la linea difensiva ducale che scappa fino al limite dell’area, ad un certo punto Dierckx decide di rompere la linea, ma l’attaccante è rapido nell’esecuzione e trafigge Colombi con un tracciante che si infila nell’angolo basso a sinistra dell’estremo difensore gialloblù. Una doccia gelata per D’Aversa e la squadra che vanno a riposo sull’1-3. Il tecnico fa entrare Pellè per Kurtic e Osorio per Bani e passa ad un 4-4-1-1 in fase di non possesso e ad uno strano sistema di gioco fluido in fase di possesso, un 3-3-2-2 con Gervinho e Mihaila alle spalle di Pellè e Cornelius, con Pezzella più ancorato sulla linea difensiva sulla prima costruzione e con Hernani pronto ad aprirsi sull’out di sinistra con Brugman davanti alla difesa e Busi sull’out di destra: questo nuovo modo di disporsi inizialmente dà i frutti sperati, con un Gervinho abile nei primi minuti della ripresa a sfruttare una sponda aerea del solito Cornelius, gettandosi nello spazio dietro la linea difensiva, siglando il momentaneo 2-3 battendo l’incolpevole Cordaz. Anche in questo è facilmente visibile la superiorità posizionale dei gialloblù sul centro sinistra con Gervinho che non dando punti d riferimento riesce a creare una superiorità posizionale nel mezzo spazio di sinistra con ancora una volta Magallan che viene attirato fuori da Mihaila, su Cornelius c’è Golemic, mentre su Pellè c’è Djidji: ne consegue che c’è uno spazio libero tra Molina e Golemic che Gervinho sfrutta positivamente. Il Parma insiste e dopo pochi minuti trova il 3-3 con Mihaila, abile a sfruttare un cross rasoterra di Pezzella. Il Parma sembra rigenerato dall’assetto ultra-offensivo, ma ben presto perderà equilibrio: le squadre si allungano e ancora di più i gialloblù con Cornelius quasi commuovente nello schermare Cigarini, ma è evidente che avere 4 attaccanti porta ad alcuni rischi che possono verificarsi durante l’arco della gara e l’equilibrio, come sappiamo, è un principio indispensabile per la fase di non possesso. Dopo un momento di stasi, improvvisamente il Crotone torna avanti grazie ad un calcio di rigore di Simy, nell’occasione incredibile ingenuità di Hernani, Busi ed Osorio che si fanno dribblare da Reca, con il venezuelano autore del fallo sull’esterno polacco che risulterà decisivo per l’epilogo di un match, che vede i Crociati provarci per l’ultima volta con Cornelius all’87’, ma il suo colpo di testa sul solito cross di Pezzella, finisce alto sopra la traversa. Un 3-4 amaro che sancisce il punto più basso della stagione dei gialloblù, una stagione sciagurata, maledetta, con tanti errori da parte di tutti e che probabilmente sancisce la fine di un ciclo e di una splendida cavalcata cominciata dalla serie D. E’ ora di ripartire con un progetto nuovo, ambizioso e con persone motivate a fare crescere questa nuova società, con un presidente che sembra essere in grado di poter dare alla città e ai tifosi quelle soddisfazioni che si meritano, perché Parma merita la serie A, sperando che si possa ricreare quell’entusiasmo degli anni ’90: sarebbe bello e auspicabile vedere un Parma in stile Ajax, perché il futuro è, e sarà, costruirsi i talenti in casa, cercando d’investire sul settore giovanile che tante soddisfazioni sta dando ai lanceri e a pochi chilometri di distanza a Bergamo. Forza Pres., Forza Parma. Patrick Fava

Patrick Fava

Patrick Fava, 37 anni, di professione impiegato ed allenatore di calcio (UEFA B) come hobby, attualmente è in forza al Fiorano (Campionato di Promozione Girone C. Appassionato di match-analysis e di tattica calcistica è sempre pronto a studiare i principi di gioco dei grandi allenatori italiani ed europei, ma soprattutto è un grande tifoso del Parma

2 pensieri riguardo “TATTICA-MENTE, di Patrick Fava / L’EQUILIBRIO E’ UN PRINCIPIO INDISPENSABILE E AVERE 4 ATTACCANTI INSIEME GENERA DEI RISCHI

  • 27 Aprile 2021 in 10:15
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    Comunque non so davvero come facciano Udinese, Torino, Sampdoria, Sassuolo, Cagliari, Genoa, Bologna senza un PPC, un organismo, l’ennesimo di derivazione pontecaprazucchesca (con un occhio ai campi di pomidoro e alle officine della pedemontana dove vengono assemblate le ultra tecnologiche macchine per imbuslare la polpa e lavare le bottiglie in luogo dei pallini dello schioppo che usava mio nonno quando imbottigliava), davvero fondamentale per la riuscita del calcio nelle città non metropolitane. E soprattutto come hanno fatto senza il meglio, la crème delle imprenditorie locali.
    Ah loro sono e restano in A da lustri?E’ vero non ci avevo fatto caso…

  • 27 Aprile 2021 in 19:40
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    Si, i nostri giovani sembrano davvero fortissimi. Salvo i due rumeni e forse Osorio e Valenti non se ne salva mezzo.

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