D’AVERSA: “SENZA I NOSTRI TIFOSI I RISULTATI IN CASA SONO STATI PESSIMI” (VIDEO CONFERENZA) / I CONVOCATI
(www.parmacalcio1913.com) – Alla vigilia di Parma-Atalanta, in programma domani alle 15.00 allo Stadio ”Ennio Tardini”, Mister Roberto D’Aversa ha incontrato i giornalisti. Ecco le sue parole:
“Sotto l’aspetto morale il post-gara, e parlo della partita di Torino, non l’ho vissuto bene ma credo che sia anche normale. C’è stato un verdetto di un obiettivo non raggiunto, una retrocessione che faccio ancora fatica a nominare come termine oltre che ad ammetterlo ed accettarlo. Al di là dell’aspetto professionale, quello che mi ha fatto stare più male è l’aspetto sentimentale perché credevo molto in questo e tutti voi sapete quanta fatica e quanto lavoro è stato fatto in passato per far sì che questo club potesse tornare nella categoria gli compete. Siamo comunque professionisti e, a prescindere da quello, bisogna essere uomini sempre, sia quando le cose vanno bene sia quando le cose vanno male”.
“Dobbiamo onorare il campionato, comportarci da professionisti quali siamo. Pur avendo commesso degli errori, pur avendo avuto dei limiti in questo campionato, non possiamo permetterci di addossarci altre situazioni che vanno al di là della nostra professione ovvero l’impegno/non impegno. Ogni volta che si va in campo, si va sempre per cercare di vincere la partita nonostante l’esito ci vede già retrocessi. Abbiamo tre partite in questa settimana, un numero ristretto di calciatori a disposizione, ci deve essere la volontà pure da parte dei giocatori di sapere che ci sono delle sfide come quella l’Atalanta, che una realtà stupenda da qualche anno, poi andremo a Roma a giocare contro la Lazio. Penso ci si debba ritenere fortunati nel giocare un certo tipo di gare”.
“Per quanto riguarda dove posso essere venuto meno l’ho già detto. Le mie squadre in passato hanno dimostrato di avere nel proprio DNA la voglia di portare a casa il risultato a tutti i costi. Ho in mente ancora la trasferta di Genova contro il Genoa, il primo anno di Serie A. La formazione ce la ricordiamo tutti, vincemmo 3-1 con tanti assenti per infortunio ma nonostante questo ho ancora l’immagine di due calciatori che hanno terminato la partita con le bende in testa e sanguinanti. Quella rappresenta una caratteristica che la squadra ha sempre avuto, dalla Lega Pro e molto probabilmente anche in Serie D prima del mio arrivo. Da lì c’è stato un obiettivo comune, da parte di tutto l’ambiente, tifoseria, club, giocatori, di fare una risalita e quindi partendo dalla Serie D, dalla Lega Pro, dalla Serie B si è acquisita quella fame che permetteva di raggiungere risultati andando oltre i limiti tecnici. Posso rimproverarmi, come detto in passato, di non aver trasmesso al gruppo questa caratteristica che in passato avevamo. Il fatto di non mollare mai, perché per me la partita non finisce neanche dopo il fischio dell’arbitro. Probabilmente ero convinto di ritrovare il mio solito gruppo e, invece, avrei dovuto agire in maniera diversa. Indietro comunque non si può tornare, quest’anno deve servire da esperienza ma parlo ragionando a 360° e su tutte le situazioni. Per quanto riguarda la mia professione, può far crescere ottenere risultati ma credo che l’esperienza di quest’anno mi faccia capire tante cose e possa servirmi molto di più degli anni passati”.
“Prima di intraprendere questa professione ho fatto il calciatore. Non ad altissimi livelli, in Serie A ho giocato 98 partite credo. La prima presenza in Serie A l’ho fatta a 27 anni, nessuno mi aveva regalato nulla. Per questo non posso pensare che, magari, qualcuno possa scendere in campo sminuendo un impegno perché siamo già retrocessi. Indossiamo una maglia gloriosa. Abbiamo commesso degli errori, possono dirci che abbiamo dei limiti, che siamo scarsi, ma dobbiamo dare tutto il possibile. Domani giochiamo contro l’Atalanta che, sulla carta, è una squadra molto più forte. Anche in passato abbiamo subito 4 gol. Chiunque scenda in campo però non può essere influenzato. Il mio futuro? Ripeto, per la terza volta, che a fine anno mi incontrerò con la Società e lì dove possano esserci dei principi e pensieri comuni si potrà ragionare sul futuro. In questo momento ho un anno di contratto, sono legato al Parma ma i legami non dipendono dai contratti o meno. Il mio ritorno a Parma non è stato dettato dal contratto. Il mio ritorno a Parma, giusto o sbagliato perché col senno di poi si può sempre giudicare, è stato dettato dal fatto che sentimentalmente sono molto legato a tutto ciò che si è fatto in questi 4 anni. Era una forma di protezione del lavoro che si è fatto in questi anni: purtroppo non ci sono riuscito e di questo ne sono rammaricato. Non mi sono pentito di essere tornato, col senno di poi si possono dire tante cose. Non mi sono pentito perché nel momento in cui ho fatto questa scelta l’ho fatta in maniera convinta, consapevole del fatto di poter salvare la squadra ma purtroppo alla fine non ci sono riuscito. Sono rammaricato, dispiaciuto, proprio perché sono molto legato al Parma e ai trascorsi che tutti quanti voi sapete. Questo non significa nulla, nel calcio bisogna sempre ragionare sul presente e sul futuro senza guardarsi indietro. Il mio ritorno è stato dovuto al fatto che c’è un legame sentimentale: quando fai una scelta di cuore, per me, è sempre giusta”.
“La notte di La Spezia molto probabilmente, professionalmente parlando, è stata tra le serate più belle. Purtroppo, quella più brutta, è arrivata lunedì sera dopo la partita con il Torino. I tifosi? Ci sta che possano attaccare qualche striscione, la delusione di una retrocessione è enorme. Ho girato tanti stadi e conosciuto tante tifoserie. Ho tre figli: uno è nato a Taormina, uno a Trieste e l’altra a Pescara, dunque ho girato da Nord a Sud a livello calcistico. Il senso di civiltà che ho trovato qui a Parma difficilmente si trova da altre parti, ma questo non deve essere visto come una cosa negativa anzi per me è positivo. Quello che si evince da quest’anno ma anche dall’anno scorso è che, senza i nostri tifosi, i risultati in casa sono stati pessimi: questo significa che la loro presenza è stata fondamentale in questo percorso. Lo hanno dimostrato dai tempi della Serie D, dalla Lega Pro e la finale di Firenze che non dimenticherò mai, oppure quando abbiamo vinto il derby a Reggio contro la Reggiana. I tifosi sono sempre stati encomiabili e il mio dispiacere è perché so quanto loro tengano alla squadra. Qualche volta ci hanno fatto sentire più che il loro malumore la loro vicinanza chiedendoci di onorare la maglia, mentre da altre parti magari non sarebbero venuti a chiederci di onorare la maglia ma avrebbero avuto un altro tipo di comportamenti. Mi auguro che il Parma, per la storia del club, per i numeri che i tifosi hanno sempre raggiunto in ogni categoria, possa raggiungere tante vittorie e poi la vittoria del campionato perché tutto l’ambiente merita che la propria squadra stia nel campionato di Serie A”.
“La delusione è normale che ci sia, specialmente nei post-partita. Quello che è successo a noi nel giro di un mese e mezzo da altre parti capita in 6-7 anni. Avevamo un vantaggio di 2 gol e ci siamo fatti recuperare, a Firenze eravamo in vantaggio al 91′ e ci siamo fatti recuperare al 93′, a Cagliari vincevamo 3-1, poi vincevamo fino al 91′ e addirittura si è perso la partita. E’ normale che nel post-gara, dopo alcune partite dove avremmo meritato un risultato diverso, ci sia stata delusione. Vale per me ma anche per i ragazzi. Io non mi sento in questo momento di dividermi dalla mia squadra. Purtroppo, quando si vince si fa la gara a prendersi i meriti mentre quando si perde la sconfitta è orfana e non ha padri. Nel bene e nel male dobbiamo sentirci tutti responsabili. Deluso sì, dal risultato finale, perché spesso e volentieri le prestazioni meritavano un risultato diverso. Tradito però no, perché lo spessore di un uomo e di un professionista si vede nel momento di difficoltà. Ho sempre dato merito ai ragazzi per le vittorie perché l’allenatore senza la materia prima non si può fare. In questo momento non mi sento di dividermi dai miei ragazzi nonostante si è commesso degli errori, siamo retrocessi ahimè per responsabilità nostra perché potenzialmente non è una squadra che deve retrocedere. Poter lavorare su un gruppo sin dall’inizio poteva far sì che le cose andassero in maniera diversa, ma questo non per giudicare il lavoro pregresso ma per il modo di operare. Ci si è ritrovati a prendere tanti calciatori stranieri e far capire, quando ci sono delle problematiche di comunicazione e dialettica, richiede più tempo. La certezza che avrei potuto salvare la squadra chiaramente non c’è. Dobbiamo sentirci tutti responsabili. Io ho un rapporto pessimo con la sconfitta, vi lascio immaginare cosa posso sentire in questo momento non solo per il risultato ma anche per responsabilità”.
“Ci sono tre partite in una settimana, ci sono 23 calciatori convocati con 3 portieri e in queste tre partite ci sarà spazio per molti. Per quanto riguarda il fatto che qualche ragazzo abbia giocato meno, credo che un allenatore valuti sempre il campo e non faccia delle scelte in base a simpatia/antipatia. Un allenatore valuta gli allenamenti e dove reputa un calciatore più pronto rispetto ad un altro fa delle scelte. Non voglio andare sui singoli, però posso dire che Dierckx ha giocato titolare diverse partite: credete che possa essermi più simpatico degli altri? Lì dove si dimostra in allenamento di poter giocare, gioca. Valenti? Ha giocato titolare contro la Lazio quando sono arrivato, si è fatto male, l’ho fatto rientrare subito con lo Spezia e si è rifatto male con l’Inter. Quando si fanno delle valutazioni e si parla bisogna conoscere tutto per bene, Valenti non ha giocato non perché l’allenatore non lo ha fatto giocare. Per il resto, sarà la Società a fare delle valutazioni. Io devo ragionare sull’Atalanta, una realtà importante del calcio italiano e lo ha dimostrato anche a livello europeo. Faccio i complimenti alla Società, a Gasperini, perché stanno dimostrando che con il lavoro, con il sacrificio, con delle basi si può arrivare a fare del calcio importante anche in una provincia e non solo in città più grandi come Milano, Roma o Torino. Gli van fatti i complimenti per il lavoro che stanno facendo in questi anni”.
DAL CANALE UFFICIALE YOUTUBE DEL PARMA CALCIO 1913 IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA DI MISTER ROBERTO D’AVERSA ALLA VIGILIA DI PARMA-ATALANTA
PARMA-ATALANTA, I CONVOCATI
(www.parmacalcio1913.com) – Al termine della seduta di allenamento sostenuta oggi, Mister Roberto D’Aversa ha convocato per la gara contro l’Atalanta, in programma domani alle 15.00 allo Stadio ”Ennio Tardini” e valida per la trentacinquesima giornata del campionato di Serie A 2020-2021, i seguenti 23 calciatori:
Portieri: Colombi, Rinaldi, Sepe;
Difensori: B. Alves, Balogh, Bani, Busi, Conti, Dierckx, Gagliolo, Laurini, Osorio, Valenti, Zagaritis;
Centrocampisti: Camara, Grassi, Kucka, Kurtic, Sohm;
Attaccanti: Brunetta, Cornelius, Gervinho, Pellè.
Giuseppe Pezzella non sarà disponibile per la gara a causa di un problema alla spalla sinistra.
Potete per favore scendere in campo senza la maglia del Parma, che avete disonorato in maniera schifosa questo anno? Grazie.
“Dierckx non gioca perché mi è simpatico,ma perché dimostra in allenamento che può giocare”, peccato che poi in partita dimostri tutti i suoi limiti attuali, come Sepe, come Conti, come Bani, come Kurtic, come Gervinho.
Sepe, Gervinho, Kurtic, Inglese, Alves e compagnia se puoi non nominarli nemmeno. Vanno derubricati alla voce innominabili in compagnia del bresciano, di Cassano, di Lodi, etc.
Veramente smettiamo di nominare certi giocatori perché mi sale un nervoso allucinante, il prossimo anno non voglio vedere nessuno di questa banda di buoni da niente!!! Che schifo!!!!