GIAN CARLO CECI L’HA VISTA COSI’: “LE ULTIME PAROLE FAMOSE: DISATTESI, PER L’ENNESIMA VOLTA, BUONI PROPOSITI E AUSPICI DELLA VIGILIA”
(Gian Carlo Ceci) – “Mi aspetto che la squadra vada in campo in maniera dignitosa con la massima professionalità, con l’amore nei confronti dei colori che indossiamo. Questo lo esigo”: ancora parole e intenzioni di D’Aversa alla vigilia poi disattese sul campo.
A Torino è arrivata l’ennesima sconfitta che, questa volta, ha un sapore più amaro perché ufficializza un dispiacere e un’amarezza provata l’ultima volta sei anni fa: la retrocessione in serie B.
Ai Crociati si chiedeva di chiudere dignitosamente un torneo che verrà archiviato come la più brutta retrocessione della storia del Parma, la peggiore di sempre non solo per i pochissimi punti fatti (attualmente venti che potrebbero aumentare nelle prossime quattro partite, ma sarà difficile viste le premesse), ma anche – e soprattutto – per com’è stato giocato infelicemente questo campionato, con prove deludenti che definire sconfortanti e imbarazzanti è poco: qualche lampo di bel gioco, ma tanto, tanto buio con inspiegabili, difficilmente analizzabili, comportamenti negativi anche nella stessa partita.
Sono tantissimi gli elementi che, certamente, non hanno mostrato di meritare il buon – per alcuni lauto – stipendio e alternato pochissime prestazioni positive ad altre altamente negative, non degne di giocatori da serie A. Questo per lo sconforto di tutti, in particolare dei sempre appassionati tifosi che, pur non potendo andare allo stadio, hanno sempre, in ogni modo possibile, sostenuto la squadra e, più che creduto, sperato, ogni settimana, in una riscossa, in risultati positivi che consentissero di avere fiducia, ma a delusione ha fatto seguito altra delusione…
Per fare una graduatoria dei demeriti è giusto attendere la fine del campionato, quando si tireranno le somme, e poi vedere come si comporteranno i nuovi dirigenti ufficialmente conosciuti in settimana (tanti i buoni propositi e le assicurazioni per una pronta risalita, però dal dire al fare…) che avranno la responsabilità di allestire una squadra molto competitiva per la serie B e, prima di tutto, dovranno decidere chi cedere e confermare per, si spera, un pronto riscatto.
Allo stadio Grande Torino, tanto per non cambiare, è andato in scena uno spettacolo già tante volte, purtroppo, visto con la solita, ormai consueta, prestazione censurabile di una squadra (ma gli undici in campo con i granata possono essere così definiti?) senza grinta, disarticolata, priva di carattere e determinazione. In pieno stile D’Aversa (old style) si è affidata a lanci lunghi, a scavalcare il centrocampo, alla ricerca di un isolato Cornelius e non è stata capace di costruire un’azione articolata (quando è riuscita ad arrivare nella metà campo dei granata ha quasi sempre, per i tanti errori di misura, perso palla) di creare pericoli e impegnare Sirigu che non ha effettuato una vera parata perché tiri, verso la porta del Torino, non si sono visti: insomma un Parma che è parso arrendersi senza lottare, rassegnato all’inevitabile sconfitta.
Per il match con i granata, il ritornato (a Gennaio) tecnico (che è “riuscito” a collezionare solo otto punti in diciotto incontri) ha proposto un già visto, e più volte fallito, sistema di gioco con due punte affiancate dal solito, poco utile, Kucka (perché non provare subito Brunetta inserito solo a quindici minuti dalla fine?) come sempre fuori ruolo e alla ricerca di un’efficace posizione. Poi, per rafforzare la difesa e consentire a Laurini di spostarsi a terzo centrale, ha allargato Grassi sulla destra: un accorgimento poco riuscito se si considera che, proprio da uno spunto su questa fascia, è nata l’azione che ha consentito al Torino di segnare il gol partita. Sperando, evidentemente, di avere un riscontro come nei migliori momenti passati D’Aversa, questa volta, ha optato per un ritorno all’antica e mandato in campo, insieme al giovanissimo Dierckx, dieci undicesimi della “vecchia guardia” (che, nella ripresa, sono diventati undici quando è stato sostituito l’inesperto, e in difficoltà, belga certo
ancora acerbo e tutto da valutare) ed escluso Kurtic poi entrato, per l’immancabile infortunato di ogni partita dei gialloblù, al posto dello stirato Brugman. In difesa ha rispolverato lo scomparso, da Febbraio, Alves che, confermandosi forte nel gioco aereo, con la sua presenza questa volta ha evitato gol di testa e ridato il posto da titolare a Sepe che, contestato perché rimane troppo in porta, ha provato alcune uscite che, tuttavia, hanno evidenziato tutti suoi limiti e poi, colpevolmente, non è intervenuto sul cross di Ansaldi, il quale, dopo aver, in rapida successione, saltato prima Laurini e poi evitato Gagliolo, ha messo al centro dal fondo un cross per il lasciato libero da Pezzella (per stringere la diagonale era andato a chiudere su Belotti) Vojvoda che ha messo in rete da due passi.
A un primo tempo definibile sufficiente, anche grazie ad un Torino poco incisivo, a volte disarticolato, che pareva bloccato nelle idee e nel gioco dall’obbligo di dover vincere, è seguita la solita, inguardabile, ripresa e ai locali, che pure sono apparsi squadra non irresistibile (ma hanno mostrato ciò che, quasi sempre, è mancato ai Crociati: grinta e tanta volontà) è bastato intensificare la pressione e fare il minimo indispensabile per riuscire a portare a casa un successo che per i piemontesi è quasi una garanzia di permanenza nella massima serie.
È arrivata così la ventesima sconfitta e ora mancano tre settimane e quattro partite alla fine di un’infelice stagione che nemmeno il più pessimista avrebbe e potuto pronosticare così disastrosa: a questo Parma si chiede, almeno, di evitare di occupare l’umiliante ultimo posto. Gian Carlo Ceci
Invece ho paura che finiremo proprio ultimi così batteremo l’ultimo dei record negativi.
Let’s go guys! It’s only soccer! Farsi su le maniche e riprendersi al più presto. Il calcio non è scienza esatta. Smettiamola di usare parole tipo vergogna, schifo, tradimento, ecc. Le cose sono andate male perché nello sport c’è chi vince e chi perde. Stavolta è toccato a noi perdere, e di brutto. Se qualcuno conosce la formula che permetta ad una squadra di non retrocedere, di andare a fare le coppe europee o vincere lo scudetto si presenti in sede che verrà amorevolmente accolto intanto che qualcuno chiama l’ambulanza.
Gli yankees a parole si presentano bene, diamogli credito, a suo tempo era stato dato anche a Manenti che si era presentato molto peggio…
Secondo me’ è ora di darci un taglio con le continue critiche verso la nuova dirigenza, siamo retrocessi? Bene cioè MALE, però rimbocchiamoci le maniche anche noi tifosi e cominciamo a sostenere la nuova dirigenza e cercare di fare delle critiche serie, non le solite d’olio ate che non servono a niente!
FORZA PARMA!!!!