GIAN CARLO CECI L’HA VISTA COSI’: “NELL’ULTIMA IN A DEL PARMA AL TARDINI, MEGLIO I SENATORI DEI GIOVANI”
(Gian Carlo Ceci) – Vista non in televisione, ma dal vivo allo stadio, la partita è ben diversa: si possono seguire meglio, e più dettagliatamente, le prove individuali, valutare capacità, tecnica, movimento e prestazioni complessive dei giocatori che le inquadrature delle telecamere non mostrano. L’ultima partita del Parma di serie A al Tardini con il Sassuolo, che ha vinto meritamente per tre a uno, infliggendo alla squadra di D’Aversa l’ennesima sconfitta casalinga, presentava come motivo di maggior interesse osservare e seguire, particolarmente, la prova dei cinque giovani schierati dall’inizio per valutare se, in prospettiva futura, potrebbero essere validi per il prossimo campionato di Serie B.
Purtroppo indicazioni positive non ne hanno fornite: anzi i più bravi sono stati gli “anziani” Hernani, il migliore nel primo tempo, poi nella ripresa si è progressivamente spento, e Sepe che costretto a poche uscite (gli ospiti hanno limitato i cross laterali preferendo giocare con palla a terra) fra i pali ha parato tutto ciò che era possibile. Per quanto riguarda i giovani, a parte Brunetta che qualcosa ha fatto vedere almeno come impegno, nessuno ha brillato e impressionato positivamente e tutti i difensori, sia i laterali che i marcatori sono apparsi in difficoltà. Pur ben strutturati, ma certo inesperti i due centrali, il diciottenne Dierckx (non ha chiuso al centro consentendo all’ex Defrel di segnare, con un’acrobatica non facile deviazione, il gol del due a uno) e il troppo nervoso e litigioso argentino Valenti, hanno difettato per esperienza e posizione e quasi mai sono riusciti ad anticipare i diretti avversari così come i laterali che, in più, oltre a spingere poco, hanno perso molti contrasti dimostrandosi anche deboli nei tackle: Laurini si è dimenticato di fare la diagonale per impedire a Boga di realizzare la terza rete, ma peggio è riuscito a fare Busi che, su un lungo lancio proveniente dalla linea centrale, dopo aver mancato l’intervento su Berardi è subito andato a scalciare sulla linea di fondo Raspadori, causando il rigore dell’uno a zero. Così il belga ha bissato il fallo commesso, all’andata, sempre contro il Sassuolo quando, con un inutile e ingenuo intervento, consentì ai padroni di casa di pareggiare al novantaquattresimo e con i tre punti sfuggiti allo scadere è iniziata, come ha sottolineato più volte D’Aversa, la lenta e costante parabola discendente del Parma.
Fra tutti i giovani, chi ha maggiormente impressionato, in negativo, è stato Sohm: certo seguendo il Parma in televisione ci si è chiesti perché si vedesse poco questo ventenne che, forse, svolgeva un lavoro oscuro fuori dalle inquadrature. Seguito dal vivo si può dare una risposta: il centrocampista è apparso estraneo al gioco della squadra, un oggetto misterioso con una prestazione da programma “Chi l’ha visto”: dopo aver fallito, sullo zero a zero, una facile occasione, la migliore creata dal Parma nel primo tempo, si è limitato a trotterellare avanti indietro senza contrastare gli avversari e nel primo tempo ha toccato due (contati) palloni, se si esclude un terzo, quando è stato pescato in fuorigioco. Una prestazione imbarazzante, notevolmente negativa, così tanto inguardabile da far chiedere ai giornalisti presenti in tribuna
stampa che hanno sempre seguito dal vivo la squadra Crociata, se il giovane svizzero (pagato sette milioni) gioca sempre così o se era incappato in una cattiva giornata: “prestazione identica al passato” è stata la sconfortante risposta e alcuni sorridendo hanno ipotizzato che, forse, nella nazionale rossocrociata aveva giocato un omonimo… Dell’infelice prova di Sohm si deve essere accorto anche D’Aversa che nella ripresa, dopo dieci minuti, ha deciso di far giocare la squadra in undici, sostituendo la mezzala con Brugman anche per cercare di arginare il, molto visibile, crescendo del Sassuolo che, in sette minuti, ha chiuso la partita, per poi lasciare l’iniziativa a un Parma che è parso giocare come nelle amichevoli precampionato. Ha retto per un’ora, anche se a fatica, e con molti brividi, poi al discreto primo tempo è seguito il “solito” calo della ripresa
almeno sino a poco meno di quindici minuti dalla fine quando, anche per una flessione degli ospiti, la squadra di D’Aversa (che sperando evidentemente in un risultato positivo ha schierato, come a Roma, la difesa a tre e in attacco una punta, Cornelius, supportata da Brunetta e con Hernani che, in fase offensiva, si spostava sulla destra per formare una linea a tre) è riuscita a portarsi nella metà campo avversaria come mai aveva fatto prima e avrebbe meritato un altro gol, però negato da grandi parate del portiere ospite Consigli.
Ancora quindi una deludente prestazione di questa squadra (da ricordare la prodezza balistica, il gran gol del provvisorio pareggio del quarantenne Alves) domenica vestita con i colori del lutto, un nero che ben si addice alla stagione del Parma: un’inedita divisa antirazzista, con intenti benefici, voluta dal presidente Krause che ha suscitato polemiche e diviso i tifosi (che, forse più rassegnati che arrabbiati, alla partenza da Collecchio e all’ingresso del Tardini hanno, nemmeno troppo e molto civilmente, contestato giocatori e staff tecnico) fra chi ha apprezzato l’iniziativa e chi invece ha ritenuto un rinnegare i classici colori e un’offesa alla tradizionale Maglia Crociata. Maglia Crociata che certo non è stata portata con onore da questa squadra che, dopo i risultati del Crotone, ora è ultima e sabato prossimo concluderà il campionato in quest’umiliante posizione. Gian Carlo Ceci
Ormai mi sembra superfluo mettersi a parlare di valutazioni sui giovani che hanno giocato l’ultima col Sassuolo. Semplicemente a questo punto non è il momento di fare valutazioni perché non sarebbero attendibili. La squadra, tutta, ha fatto schifo tutto l’anno, giovani e vecchi, figuriamoci se alla penultima di campionato, già retrocessi, con mille assenze come al solito e senza l’ombra di uno stimolo possiamo permetterci di valutare il valore dei singoli. Le risposte le abbiamo avute in larga parte durante tutto il campionato e non credo di andare molto lontano dalla realtà se dico che la squadra sarebbe al 90% da rifare da zero. Non si salva praticamente nessuno, in parte Pezzella, in parte Kucka, in parte Man e certamente Mihaila, per il resto non ci sono giocatori da salvare e chi più chi meno si sono dimostrati ampiamente inadeguati non solo alla serie A, ma senz’altro anche alla serie B. Di certo sarebbe pura follia pensare di salvare l’ossatura di una tale armata Brancaleone. L’unico modo per non sfigurare malamente rischiando la retrocessione in C è mandare via quasi tutti e ripartire da ZERO.
Il primo tassello del mosaico deve essere tassativamente l’allenatore, ma un vero allenatore, non uno pseudo giovane emergente che non ha mai dimostrato niente. Girano nomi da brividi tipo Grosso, Cannavaro… Se veramente l’intento è quello di risalire immediatamente i nomi sono pochi: Juric, Sarri, forse Italiano, Ranieri (che pare sia in rotta con la Samp)…e basta. Con un progetto giusto e l’incentivo necessario non credo che la categoria sarebbe un problema, forse a parte Sarri. Il secondo tassello, non meno importante è il DS, perché credo si siano accorti tutti cosa significa avere un DS da football manager, anche quando si hanno tanti soldi da spendere…Carli sembra sia stato mandato qui pagato da altri per far fallire la stagione, davvero un personaggio inqualificabile, il peggiore passato da Parma mi viene da dire. Via anche le palle al piede inutili rimaste in società senza un reale motivo, tipo Lucarelli. A quel punto, e solo a quel punto si potrà costruire la squadra, avendo ben chiaro che c’è un solo modo per risalire subito, e cioè avere una corazzata che ammazzi il campionato perché virare a metà stagione sperando di arrivare ai playoff sarebbe un suicidio. Per fare una squadra di questo tipo, con un allenatore di questo tipo e un DS di questo tipo ci vogliono tanti tanti soldi, gente pronta subito e in ogni caso una buona dose di fortuna. Ah dimenticavo, è fondamentale oltre ogni immaginazione avere una squadra di preparatori, medici, fisioterapisti, che siano in grado di garantire che non ci siano 1500 infortuni in un anno. Basta vecchie glorie a fine carriera che vengono a svernare, basta ragazzini raccattati non si sa bene dove, basta giocatori incapaci di fare un passaggio a 2 metri (tipo Iacoponi, Gagliolo e company) e basta scommesse. Non è che abbiamo fallito quest’anno, è solo che negli ultimi anni ci era sempre andato tutto molto, troppo bene. A partire da come sono venute le promozioni, fino ad arrivare al rendimento miracoloso di alcuni giocatori e veri e propri colpi di culo tipo trovarsi in squadra Kulusevski che da solo ha vinto la metà della partite dell’anno scorso.
E per favore basta con personaggi clowneschi in campo e fuori, come Sepe che oltre ad essersi dimostrato un bidone di proporzioni colossali, si è anche dimostrato un uomo microscopico con uscite imbarazzanti sui social media ecc..
Basta, il Parma non è una Onlus o una comunità di recupero, è una squadra di calcio con una storia che merita rispetto, o che quanto meno lo meritava prima di questa stagione penosa.
Meglio che ci si dia da fare subito perché se no ci si ritrova per l’ennesima volta ad arrivare all’ultimo secondo e a dover prendere quello che avanza dai piatti degli altri, così ti va bene una volta, due volte…ma alla lunga si fanno delle figure misere, come il campionato appena chiuso.
👍👍
Riferito al titolo direi …meglio tardi che mai !
Siamo tutti attenti a valutare bene le prestazioni dei giovani…sottolineando con la biro rossa anche i movimenti sbagliati, ma cosa dovremmo scrivere su prestazioni indegne di giocatori navigati? Gervinho su tutti…come si fa a rendere in campo con fantasmi in campo per mesi a guardare dalla panca chi doveva insegnare loro qualcosa…mah, io mi sarei chiesto ma dove sono capitato??sanno fare tre passaggi in croce?
Hanno le loro colpe, saranno acerbi, ma di sicuro non lo fanno apposta a tirare remi in barca.
Ps.Poi io non ho capito…il rigore c’era davvero?
Una buona penultima partita dei senatori…meglio tardi che mai….
Marco hai ragione, quest’anno siamo certamente retrocessi per colpa nostra, non c’è dubbio, però in certi episodi non abbiamo neppure avuto fortuna con le decisioni arbitrali, in primis il gol annullato a Benevento, se si vinceva li avremmo fatto un altro campionato, ne sono sicuro