GIAN CARLO CECI L’HA VISTA COSI’: “THE END. SIPARIO CALATO, SI VOLTA PAGINA”
(Gian Carlo Ceci) – The End: con l’ultimo atto, l’ennesima sconfitta per tre a zero contro la Sampdoria, è calato il sipario su uno spettacolo che nessuno avrebbe voluto vedere e anche i più pessimisti prevedere. Una stagione disastrosa, negativa e deludente iniziata non bene, proseguita con crescenti difficoltà e finita malamente, che passerà alla storia come la peggiore da quando, alla fine degli anni Sessanta, è stato rifondato il Parma.
Per settimane non solo i (molto pazienti) tifosi hanno continuato a sperare in una possibile rimonta: in un campionato di basso livello si sono presentate tante possibilità, ma, per limiti e propria colpa, i Crociati le hanno tutte fallite, trovandosi sempre più vicino al baratro della retrocessione, per poi precipitare prima di ogni previsione.
Società Crociata che, in passato, ha dovuto registrare altre retrocessioni, però mai così umilianti, non solo per aver concluso all’ultimo posto del campionato, ma per i desolanti numeri che dimostrano perché era, ed è stato, impossibile evitare di finire in Serie B.
Record di sconfitte, tre sole vittorie, peggior attacco del torneo, difesa colabrodo e un notevole (altro negativo primato) numero di rimonte subite dopo il novantesimo, sono dati impietosi che hanno sancito una meritata retrocessione quando, e anche questo non era mai accaduto in passato, mancavano quattro giornate alla fine del campionato.
Ciò che sarà ricordato e rimarrà impresso sono le deludenti, a dir poco, prestazioni dei giocatori, molti dei quali senza un minimo di orgoglio, che hanno dimostrato di essere dei mercenari e, in particolare nelle ultime gare di campionato, non hanno onorato la Maglia che indossavano, contrariamente ad altri come, esempio sotto gli occhi di tutti, quelli del Crotone che, pur occupando a lungo una classifica peggiore del Parma, con Cosmi allenatore sono riusciti a fornire ottime prestazioni, risultati che hanno portato la squadra calabrese non solo a vincere al Tardini, ma a superare e lasciare la maglia nera di fine classifica ai Crociati che, certamente, avevano un organico tecnico superiore a quello dei calabresi.
Questo significa che sia i dirigenti, che il tecnico in particolare, non siano stati capaci di intervenire, far cambiare e dare la giusta mentalità a giovani inesperti e, in particolare, ai veterani, motivare, spronare e dare la carica a giocatori senza dignità che, sicuramente, non mostravano grinta e buona volontà e parevano in campo per onor di firma.
D’Aversa che, oltre a conseguire, in ventisei partite, la miseria di otto punti e una sola vittoria (ottenuta quando, squalificato, era in tribuna e sedeva in panchina il suo secondo Tarozzi) è riuscito a stabilire uno storico record di sconfitte consecutive, nove, e nonostante questi dati negativi continuava a sperare di rimanere: anche ieri sera nelle interviste post partita, facendo rilevare che ha ancora un altro anno di contratto, aveva dichiarato di voler parlare con la società e ragionare se continuare, ma le ultime notizie di oggi danno per scontato l’avvenuto esonero del tecnico (comunque non ancora ufficializzato esternamente), unitamente al direttore Sportivo Carli, che nelle difficoltà ha “brillato” anche per aver schierato formazioni discutibili, per non essere riuscito, continuando ad alternare giocatori, a registrare e rendere solida la difesa, per cambi quasi sempre fatti in ritardo o sbagliati e, soprattutto, per non aver dato una precisa fisionomia, un gioco alla squadra.
Insomma, si può dire che andava meglio quando andava peggio e questo non significa che il Parma con Liverani (esonerato troppo presto o troppo tardi?) si sarebbe salvato, però ben difficilmente il tecnico romano sarebbe riuscito a fare peggio e certo minori brutte figure e qualche punto in più lo avrebbe ottenuto anche se, difficilmente, sarebbe riuscito ad evitare la retrocessione in una stagione strana per la pandemia, il Covid e senza pubblico su gli spalti.
Un’annata iniziata fra molti dubbi e incertezze sin dal termine del calcio mercato di Agosto (dubbi che sono emersi anche dopo la campagna acquisti di Gennaio) quando, sottovalutando l’importanza di Kulusevski nel rendimento della squadra nel precedente torneo, sono stati presi solo giovani senza esperienza e passato nei campionati italiani e confermati giocatori che hanno mostrato carenze mascherate dai precedenti ottimi risultati e che, oltre ad avere un anno in più, non erano adatti, e si è visto, al gioco del nuovo allenatore.
Ma ad aumentare le difficoltà e riuscire a dare una precisa fisionomia alla squadra ha inciso, oltre il notevole numero di giocatori schierati, quarantadue, in questa travagliata e infelice stagione i, più o meno gravi, moltissimi (più di ottanta: altro negativo record) infortuni.
Tante indisponibilità che hanno condizionato le scelte dei due allenatori come ieri sera a Genova, quando D’Aversa ha potuto convocare solo diciotto giocatori fra i quali otto giovani tutti mandati, prima o dopo, in campo, ma che, purtroppo, non hanno fornito positive risposte anche perché coinvolti nell’ennesima prestazione negativa, già più volte viste, dei Crociati.
Sampdoria-Parma è stata una partita noiosa, dai ritmi lenti soporiferi che ha ricordato le amichevoli post campionato. La squadra ducale, pur facendo registrare un maggior possesso della palla, cosa avvenuta poco in passato, non è mai riuscita a impegnare il portiere avversario e ha mantenuto la rete inviolata solo per venti minuti; poi sono arrivati i “soliti” errori difensivi prima del diciottenne Dierckx (sul primo gol non ha marcato e lasciato solo, libero di battere dal dischetto, Quagliarella, e sul terzo, si è fatto saltare con irrisoria facilita da Gabbiadini) e poi di Laurini che, piazzato male, si è dimenticato dell’ultimo avversario posizionato alla sua destra, il liberissimo Colley che non ha avuto difficoltà a realizzare la rete del raddoppio.
Con i saluti alla massima serie e l’auspicabile addio di molti giocatori si volta pagina. Giusto accantonare inutili processi, ma guardare al futuro, perché adesso si apre la fase della speranza: si spera in un progetto serio, concreto e solido – che domani sarà illustrao dal presidente Krause e dal Super Manager Ribalta – che arrivi un bravo allenatore e venga allestita una rosa in grado di ritornare, cosa non facile, subito in serie A. Gian Carlo Ceci
Curioso di sentire le parole di Krause di oggi. Speriamo che annunci anche il nuovo allenatore.
Anche con nomi altisonanti il ritorno in serie A non sara’ una passeggiata.
E’ bene che la dirigenza crociata metta in preventivo esiti finali non del tutto sperati.