TATTICA-MENTE, di Patrick Fava / IL GRAVE DIFETTO DI NON RIUSCIRE A CONSOLIDARE IL POSSESSO UNA VOLTA RICONQUISTATA PALLA
(Patrick Fava) – Come da pronostico il Parma di D’Aversa, sia pure di misura, perde all’Olimpico Grande Torino contro i granata di Nicola. Una partita nella quale i Crociati hanno cercato di essere ordinati, badando alla chiusura degli spazi centrali con un baricentro medio basso, non andando a pressare alti sulla prima costruzione avversaria. I Crociati si dispongono con il consueto 4-3-3 in fase di possesso, mentre in quella di non possesso la novità di giornata è il passaggio al 5-3-2 negli ultimi 30 metri di campo, dove Grassi si allarga per controllare Ansaldi, formando quindi una linea a 5 per controllare meglio la fase di possesso dei granata. Il tema tattico della gara è molto chiaro: il Torino prova a fare la partita, cercando di sfruttare l’ampiezza con i due quinti Vojvoda a destra e Ansaldi a sinistra. Il Parma è molto corto e stretto negli ultimi 30 metri e il Torino non riesce a trovare grandi spazi: ci provano con cross e traversoni provenienti dalle fasce laterali, ma i difensori centrali gialloblù fanno buona guardia con Bruno Alves, rispolverato titolare dopo tante partite, abilissimo nel gioco aereo. A metà prima tempo il Torino ha l’occasione per andare in vantaggio, sempre sugli sviluppi di gioco laterale, il pallone da destra verso sinistra finisce ad Ansaldi che dal limite dell’area fa partire un sinistro potente e preciso che però si stampa sulla traversa a Sepe battuto. Il Parma ha il grave difetto di non riuscire a consolidare il possesso una volta riconquistata palla: troppe le palle perse in post conquista dai gialloblù, con i centrocampisti non sempre precisi nelle verticalizzazioni verso Cornelius e Gervinho. A pochi minuti dalla fine della prima frazione il Parma potrebbe addirittura passare in vantaggio con un colpo di testa del centravanti danese, ma il pallone finisce oltre la traversa, da ottima posizione su traversone di Laurini. Il primo tempo, così, si chiude sullo 0-0, con i granata che mettono a nudo tutte le difficoltà contro difese posizionali basse e chiuse, e con un Parma ordinato e compatto nella propria metà campo, ma incapace di rendersi pericoloso sulle transizioni, complice una giornata poco felice del reparto di centrocampo ed in particolare di Kurtic, che ha perso innumerevoli palloni una volta entrato in possesso palla. La posta in palio è alta, soprattutto per i granata che devono vincere per allontanarsi dal terz’ultimo posto in classifica e come da pronostico i granata trovano il gol della vittoria e ancora una volta da una situazione da palla ferma, stavolta da rimessa laterale con Ansaldi che si è bevuto due avversari ed in particolare è emblematico il duello vinto con Laurini che perde l’1>1 di forza e mette un pallone in mezzo per il quinto opposto Vojvoda che sigla il gol partita complice un posizionamento discutibile di Pezzella che stringe troppo la sua posizione verso la zona della palla, lasciando libero il secondo palo. L’ennesimo gol preso per errori individuali gravi costringe il Parma alla malinconica retrocessione in serie B. Un’annata nata male e finita peggio, con i gialloblù che nonostante i miglioramenti visti fino ad un certo punto con l’arrivo di D’Aversa, si sono sciolti come neve al sole dopo la sconfitta interna con il Genoa: da quella gara i Crociati hanno racimolato un misero punto contro il Benevento e collezionato 5 sconfitte consecutive, che han portato la squadra gialloblù in un tunnel senza via di uscita, sperando sia solo un arrivederci, perché Parma e il presidente Krause meritano la Serie A. Patrick Fava
Anche Vasco Rossi meritava di vincere San Remo.
Peccato! In B niente dery con la Reggia, retrocessa proprio oggi. Ferrari piange.