TATTICA-MENTE, di Patrick Fava / IL TORINO DI NICOLA PREDILIGE MANTENERE LA SUPERIORITA’ NUMERICA NEGLI ULTIMI 16 METRI
(Patrick Fava) – Il Parma di D’Aversa non ha ormai più nulla da chiedere a questo campionato e nel posticipo di Lunedì sera affronterà all’Olimpico Grande Torino i granata di Nicola, assetati di punti salvezza. Il pronostico appare assai scontato visto la differenza di motivazioni tra le due squadre, ma si sa, nel calcio, non c’è mai nulla di scontato e i gialloblù non vorranno certo passare da vittima sacrificale. Dopo il cambio della guida tecnica i granata hanno migliorato la loro media punti e hanno ritrovato uno spirito combattivo che con Giampaolo sembrava perso. I subalpini, tuttavia, non esprimono un gioco spumeggiante e prediligono lasciare il possesso palla agli avversari, concentrandosi principalmente sulla fase di non possesso, cercando di fare densità centrale nella propria metà campo, affidandosi ad un blocco 5+3 molto corto in senso verticale e stretto in senso orizzontale, concedendo spazio in ampiezza agli avversari, mantenendo, però, una superiorità numerica negli ultimi 16 metri. Il Torino è una squadra che fatica nella costruzione della manovra da dietro e predilige, quindi, gli attacchi diretti verso i due attaccanti, con la conseguente ricerca della seconda palla, e cerca di transare velocemente, attaccando gli spazi lasciati liberi dagli avversari, attirati ad avanzare anche con i difensori, favoriti dall’atteggiamento prudente dei giocatori granata. Merito di Nicola è stato quello di aver rivalutato dei giocatori che con la gestione Giampaolo sembravano non poter essere utili alla causa: Verdi, per esempio, è stato utilizzato da Nicola come mezzala in un centrocampo a 3, dando anche qualità ad un reparto che ad inizio stagione sembrava in difficoltà dal punto di vista tecnico. Fondamentale è stato anche il recupero di Mandragora, che insieme allo stesso Verdi e a Rincon, compongono un reparto di tutto rispetto, unendo qualità e quantità, dando la possibilità alla propria squadra di poter giocare sia in verticale, cosa che fa maggiormente, ma anche gestendo il pallone affidandosi ad una costruzione più ragionata nel caso in cui gli avversari prediligano mantenere un baricentro più basso, cercando di togliere profondità ad attaccanti come Belotti. Il Parma non ha nulla da perdere e, aldilà delle questioni tattiche, sarà importante fornire una prestazione degna di nota, perché c’è modo e modo di retrocedere: città e tifosi meritano il ritorno nella massima serie il prima possibile, ma soprattutto meritano, da qui alla fine, prestazioni che siano in grado di onorare al massimo la maglia Crociata. Perdere si può, ma farlo con dignità renderebbe meno amaro l’epilogo di questo campionato. D’Aversa dovrebbe riproporre il suo amato 4-3-3: sarà interessante capire come i gialloblù si opporranno alla superiorità numerica ad inizio azione che i granata avranno visto la contrapposizione dei due sistemi: prevediamo, in fase di non possesso, un Parma schierato con il 4-3-2-1, con i due attaccanti laterali dentro il campo per scoraggiare i difensori centrali a giocare all’interno sul play di centrocampo, ci attendiamo quindi che i granata avranno parecchio spazio in ampiezza, sui quali, i movimenti divergenti delle mezzali e le scalate in avanti dei nostri esterni bassi saranno determinanti per impedire facili verticalizzazioni verso la coppia di punte. Finire la stagione dignitosamente è importantissimo anche per dare entusiasmo ad una società che si appresterà ad affrontare un campionato di serie B da assoluta protagonista come dichiarato dalle parole del nuovo responsabile dell’area tecnica Ribalta in sede di presentazione. Forza Parma. Patrick Fava
Ogni volta che gli strisciati di nero e azzurro vestiti vincono lo scudetto (con un gran campionato di Darmian che confrontato con lo schifo dell’anno scorso pur in una squadra che bene o male girava bene, fa veramente capire la “professionalità” di certi giocatori e come certe operazioni di parcheggio siano assolutamente inutili) noi retrocediamo. Nero azzurri che pur non pagando gli stipendi non hanno alcuna penalità e che vanno di gran moda tra gli industrialotti Upini (sempre à la page con le nuove tendenze tanto a tornare bianco e neri si sa di andare poi sul sicuro). Ed esattamente come l’altra volta al primo anno della nuova proprietà. C’è da toccarsi i maroni. Almeno speriamo che Kraus prenda subito un Guidolin e non un Cagni. Anche se c’è da dire che l’Innominabile prese un certo Berta…non Carli (a meno che Carli in estate non passi all’Atletico Madrid o al Celsi o al Parisangermen o al Mancesteriunaited e allora non parlo più).
“i gialloblù non vorranno certo passare da vittima sacrificale.”
Beato l’autore che ne è convinto con questi giocatori senza dignità.