CATTIVO CITTADINO, di Gianni Barone / COMUNQUE VADA SARA’ UN SUCCESSO
(Gianni Barone) – Ma siamo proprio sicuri che il detto del nostro titolo, mutuato da un brano fine anni Novanta de er Piotta, possa valere per tutti e soprattutto nel calcio di casa nostra, sia esso di A o di B, visto che si parla di calcio professionistico? Con questo interrogativo inauguriamo il mese di luglio, solitamente, molto importante per quello che sarà il futuro di tutte le squadre di calcio. Interrogativo che ci viene in mente nel momento in cui si sta completando il quadro delle panchine di A e B, con nuove assunzioni e nuovi ingaggi. Infatti all’appello in A, mancava solo la Samp, del pirotecnico “Viperetta”, Ferrero ed ecco che, parrebbe, certo, stando ai giornali, in attesa dell’ufficialità rinviata di qualche dì per via della scaramanzia, che poi è la scaramansorella della scaramanmadre del cineasta, che il rebus della panchina blucerchiata si sia risolto con l’arrivo di Roberto D’Aversa, che nonostante la retrocessione patita sul campo, si trova promosso in automatico in serie A, in una società tradizionalmente quotata. Della serie appunto “comunque vada sarà un successo”, per il Parma non è andata bene, come tutti sappiamo, mentre per il tecnico abruzzese sembra essere andata di lusso, visto che buonuscita a parte, si trova ad allenare ancora nella massima serie, e stando alle voci provenienti dalla città della lanterna, lo potrebbe fare insieme a Faggiano come Ds, e a tanti dei suoi pretoriani che aveva guidato nella sua esperienza parmense.
Una colonia ex Crociata per lui, per cercare di rinverdire il fasti del “come noi nessuno mai”, in salsa parmigiana come acutamente definito dal geniaccio mamertino titolista dell’articolo di stamani su StadioTardini.it. Staremo a vedere se sarà proprio così. Intanto per rimanere in argomento, se D’ Aversa, si è guadagnato la A, a fronte di una fresca retrocessione, anche gli altri due tecnici retrocessi in B, e cioè Inzaghi col Benevento e Stroppa col Crotone, anche se dopo il suo esonero il perdente sul campo era risultato Cosmi, si trovano non in A, bensì su due panchine importanti di B come quelle del Brescia e del Monza, candidate entrambe a concorrere, con il Parma, alla promozione diretta nel prossimo torneo cadetto, banalmente, definito da più parti quasi “un A2”. Forse si tratta di una coincidenze, però anche per gli
allenatori il titolo di “perdenti di successo”, sembra calzare a pennello nei casi precedentemente descritti. Occorre anche non dimenticare che pure l’ex tecnico della Reggiana, anch’egli fresco di retrocessione, questa volta in C, Massimiliano Alvini , abbia ugualmente ricevuto l’opportunità, grazie all’ingaggio col Perugia, di mantenere la categoria cadetta per la prossima stagione, dopo averla persa sempre sul campo. Evidentemente, generalizzando, non si attribuiscono ai tecnici in questione gravi mancanze, inadempienze e di conseguenze responsabilità/colpa in ordine agl’insuccessi patiti. Nondimeno dobbiamo registrare, all’opposto, casi in cui ci sono allenatori che hanno sfiorato promozioni, perse solo all’ultimo istante nelle finali Play Off, che ora si ritrovano senza panchina per mancata riconferma e/o per separazione consensuale: tipico il caso di Venturato al Cittadella, in B, e di Roberto Notari, in D, con il Lentigione (foto sotto da Sporparma). Entrambi in piccolissime piazze, nelle rispettive categorie, avevano dimostrato nell’ ultimo torneo, e non
solo, di essere in grado di compiere dei veri e propri capolavori tecnico-tattici. Due tecnici, pragmatici, ma capaci di di far esprimere, alle loro squadre, un calcio dalla cifra tecnico-agonistica, molto elevata. Si direbbe, come nella vita, che il merito non sempre paghi e non sempre garantisca rendite di posizione, anche nei due suindicati casi, all’atto degli avvicendamenti si sono addotte motivazioni che vanno dalla fine del ciclo al voler intraprendere altre strade per fondare un nuovo progetto. Sarà: però qualche distonia di pensiero e qualche contraddizione potrebbe essere anche tirate in ballo. Non credete? Ma sta di fatto che nel calcio tutto è possibile e tutto viene consumato in fretta, senza volgersi indietro per
osservare con attenzione e cura le ragioni dei successi e degli insuccessi ottenuti. Contano, forse, altri fattori, che agli occhi distratti e ingenui, dei non addetti ai lavori potrebbero anche sfuggire. Ma tant’è. Nel tritacarne del calciomercato, non solo degli allenatori, ci può stare tutto e non occorre più stupirsi di niente. Quindi si continuano a registrare voci, qualcuno sogna, l’ultimo assaggio onirico dalle nostre parti, stando sempre ai giornali e siti dedicati, porta addirittura a Ribery, e tanto che ci siamo, qualcuno azzarderebbe, visto che Maresca predilige i suoi ex compagni da calciatore, perché non Dybala? Scherzi a parte, e come avrebbe detto il grande Totò, parafrasando la sua famosa lirica “a livella”: queste cose lasciamole fare ai vivi (addetti ai lavori), “nui simme seri, nui simme morti” (ma non troppo, si spera e soprattutto non ora). Gianni Barone
Magari D’Aversa si portasse via mezzo Parma. Ci libererebbe di molta zavorra in un colpo solo.
bhe barone visto che ormai ci troviamo spesso come pensiero tra le cose strane del calcio oltre agli esempi che ha fatto lei che calzano a pennello ,capisco che lei non poteva dirlo bisognerebbe aggiungere MARESCA ALLEANTORE DELLA CORAZZATA PARMA !! mi permetta direbbe berlusconi ma il ns stroppa il giovanin in serie b ha gia’ vinto dei campionati piu di uno!! ed e una certezza e cellino
con accento sarda le direbbe il ns inzaghi nelle categorie inferiori a un 2 su 2 rispettabilissimo ( venezia e benevento con record di punti ) ma maresca che ci azzecca ? a si scusi ha un rispettabilissimo 3 su 3 anche lui dimenticavo di eson..i ma pur sempre 3 su 3 ( ad ascoli in b era primo allenatore con una testa di legno poi a valencia era vice di montella idem in inghilterra ) una vera certezza anche lui ma e’ amico di un altro a mio avviso soppravalutao e nella squadra che spende di piu da 5 anni e nisba coppa dei campioni solo a barcellona ma li forse la vincevano tutti ai suoi tempi