CATTIVO CITTADINO, di Gianni Barone / L’UOMO IN PIU’
(Gianni Barone) – E’ bastato che Sohm fosse schierato nell’ibrida posizione di terzino che diventa mediano, e che Brunetta partisse da interno per diventare trequartista ed ecco che da Guardiola siamo passati, tutto ad un tratto, a Bielsa. Miracoli del Parma nuovo, nuovo Parma di Maresca, che per la sua seconda uscita contro i tedeschi del Bochum, ha scelto di praticare il cosiddetto “calcio posizionale”, secondo i canoni di chi ne sa, che poi tanto di posizione non è, visto i tanti spostamenti che, da una fase all’altra, questo tipo di gioco comprende. Di sicuro un calcio fatto anche di pressing, e di attacco sempre in ossequio al nuovo modello a cui ci si ispira. Bielsa, appunto, vero e proprio totem per tutti coloro che si professano amanti del gioco offensivo, manovrato e moderno nell’accezione corrente degli ultimi periodi. Però, restando alle formulette numeriche da attribuire ai sistemi (volgarmente e sciattamente ancora modulo per molti ignoranti), c’è chi lo ha descritto 3-3-3-1 (o 3-3-4 o 3-1-3-3) in fase di possesso e 4-3-3 (o 4-1-4-1) in quella difensiva. Una vera e propria sbornia di numeri che non sappiamo quanto sopravviverà nel corso della stagione, in presenza di un tecnico per la verità molto ottimista nelle sue prime dichiarazioni post gara che, secondo il parere di alcuni, sarà sempre provvido di sorprese e novità. E se
Paolo Grossi sulla Gazzetta di Parma ammonisce tutti con “Se con D’Aversa sapevano di muffa, le formulette numeriche, per spiegare come gioca la squadra con Maresca sono decisamente da cestinare”, o ce ne faremo una ragione o cercheremo di capire come si gioca (e se ci si diverte), attraverso i movimenti e gli spostamenti continui, volti tutti ad avere, a quanto pare d’intuire, il cosiddetto “uomo in più”, utile a sorprendere, nelle varie situazioni, l’avversario. La superiorità numerica, una volta garantita solo dal dribbling e dal saltare l’uomo, ora la si ricerca in altro modo, altrove, sempre, a detta di chi ne sa, appunto con il calcio posizionale. E per chi non ne sa cosa resta se non i ricordi legati a questo tipo d’intrecci? Calcio offensivo, quasi a quattro punte, e uomo in più. Ricordi e
analogie che ci riportano indietro di vent’anni nel calcio e nel cinema che parlava, dal canto suo e a suo modo, proprio di calcio. Primi anni 2000 esplodeva, come fuoco fatuo, il Cittadella che dalla C2 sbarcava in B, con al timone il “visionario”, Ezio Glerean, che faceva praticare, un rivoluzionato, per l’epoca, 3-3-4 (o 3-3-3-1) a spiccatissima trazione anteriore. Un vero e proprio caso originale di applicazione della zona, allora, agli albori alle nostre latitudini. Durò poco quella parabola e il tecnico, protagonista di tanta innovazione, vide la sua popolarità confinata, a quel ristretto periodo, e al campionato di serie B, in cui in seguito raccolse solo delusioni sotto forma di esoneri, lampo, al Palermo e al Venezia, subiti sotto la regia del ”luminare” in materia Zamparini. Ora di Glerean, si sono perse le tracce, nessuno lo ricorda,
allena tra i dilettanti nella città dove aveva iniziato: Marostica, e come il Buffalo Bill, della canzone di De Gregori se ne sta sotto una veranda ad aspettare le nuvole. Unica consolazione, per lui, è che proprio nel 2001, usciva un film che, parlando anche di calcio, si faceva riferimento al suo sistema tattico iper- offensivo etichettato 3-3-4. Il film in questione “L’ uomo in più”, scritto e diretto dal fino ad allora scrittore, esordiente alla regia, Paolo Sorrentino, non ancora premio Oscar con la “Grande Bellezza” e interpretato dal non ancora famoso ”Jep Gambardella”, Tony Servillo. La pellicola trattava della storia di personaggi, omonimi, Antonio e Tony Pisapia, il primo calciatore, ispirato alla figura di Agostino Di Bartolomei, e il secondo, Servillo appunto, cantante. E spiccava nella narrazione la figura di un allenatore, tale Molosso, nei tratti molto simile al Petisso Pesaola, che si vantava di praticare, in modo spregiudicato , il 3-3-4: allora le formulette numeriche non erano state ancora bandite dai discorsi dei tecnici. All’attualità, tra la fiducia e l’ottimismo di Maresca, e i paralleli dei media locali del suo gioco con quello di Bielsa, dopo tanto discutere di figliocci di Guardiola e dintorni, attendiamo le prossime uscite per esprimere giudizi più concreti e sensati, sulla nuova teoria dell’ “Uomo in più”, a centrocampo o in difesa, a seconda del momento della gara. Gianni Barone
Direttore ma Vazquez ha rescisso?
Non sono al corrente
Chaka traorè via a zero è un’ingenuità che si doveva evitare.
l’errore e’ stato farlo debuttare in serie A senza contratto. Pare che un club estero gli abbia proposto un contratto ( alla giuseppe rossi per intendersi) e lui vada via. Di certo ha rifiutato di firmare il contratto col parma perche’ il padre aveva gia’ preso l’accordo col nuovo club.
Poi tra il dire e il fare c’e’ sempre di mezzo il mare e finche’ la cosa non e’ ufficiale puo’ sempre essere smentita
Non so se Maresca diventerà bravo e ho ancora delle riserve su di lui, ma finalmente qualcuno che in Italia sperimenta qualcosa di nuovo. Finora solo Gasperini e in parte Sarri lo hanno fatto.
Luca …Io credo di si …. Maresca diventerà bravo ….
Hai dimenticato in tu ista corto di Gasperini , Sarri … il gran Capo de la Nazionale Mancini ..
The ” Times they are a changing ” Bob Dylan …. We are very fortunate to be a part of this at Parma Calcio 1913
Forza La Nuova Parma
Per Traoré sarebbe bastato che qualche socio di minoranza ex maggioranza trovasse un posto di lavoro al padre nelle proprie manifatture del Territorio. Manco su quello di può contare, speriamo in qualche merendina per le giovanili.