SUZZARA – Nonostante la defezione in extremis di Andrea Gherpelli (il “Mozzali” del film), trattenuto sul set romano di un thriller d’autore metallico, è stata un successone la serata evento dedicata a Volevo Nascondermi, il pluripremiato capolavoro griffato da Giorgio Diritti con un superlativo Elio Germano nei panni dello stravagante quanto geniale artista Antonio Ligabue, andata in scena ieri sera, Lunedì 19 Luglio 2021 nel cortile della Immacolata di Suzzara (MN), grazie all’organizzazione del locale Cinema Politeama: con il loro entusiasmo, spontaneità e simpatia, infatti, gli attori locali – erano presenti le reggiane Daniela Rossi, locandiera mamma di Cesarina, interpretata da Francesca Manfredini e il parmigiano Gabriele Majo, celebre per il tormentone “Ma lei sa fare solo delle bestie?”, inserito nel primo trailer ufficiale – hanno trascinato il folto pubblico presente, sia nella introduzione alla visione della pellicola che nel seguitissimo dibattito finale, stimolato dalla padrona di casa Chiara Sgarbi. Il racconto di persone normali del territorio che ce l’hanno fatta a prender parte a un’opera fresca vincitrice di ben 7 David di Donatello (Miglior Film, Miglior Attore Protagonista, Miglior Regia, Miglior Fotografia, Miglior Scenografo, Miglior Suono, Miglior Acconciatore) aggiuntisi all’Orso d’Argento al Festival del cinema di Berlino ad Elio Germano e al Nastro d’Argento, ha stimolato la curiosità dei presenti, affascinati dal sentirne, direttamente dalla loro viva voce, le gesta.
I VIDEO DELLA SERATA
INTRODUZIONE (INTEGRALE)
INTERVENTO DI DANIELA ROSSI (LOCANDIERA MAMMA DI CESARINA)
DIBATTITO FINALE CON FRANCESCA MANFREDINI (CESARINA) E GABRIELE MAJO (MECENATE PADRONE DEL CASTELLO DI PADERNELLO)
9 pensieri riguardo “VOLEVO NASCONDERMI, GRANDE SUCCESSO A SUZZARA PER LA PROIEZIONE CON GLI ATTORI LOCALI MANFREDINI, ROSSI E MAJO (VIDEO E FOTOGALLERY)”
Nella scelta dell’abbigliamento ero stato previdente, optando per i calzoni lunghi, in luogo dei bermuda inizialmente ipotizzati. Certo, durante la proiezione ho patito un po’ più caldo, ma non ho offerto i polpacci all’assalto degli insetti assetati di sanguine. Anche se in realtà non mi pare ce ne fossero, né ho registrato lamenti. Spero che Tu abbia apprezzato la mia fantasiosa camicia acquisita in una boutique di Chianalea, tipico borgo di Scilla, gestita da un estroso personaggio che è riuscito a piazzarmela nottetempo mentre facevo una passeggiata post cena su pedana sul mare in un mitico ittiturismo. Per una volta non ho seguito i sani dettami dell’Upi (o del Grillo Parlante) facendo (pochi) passi più lunghi della gamba…
Direttore infatti volevo commentare la camicia, perfettamente consona alla serata estiva, un mix tra una rigorosa Guayabera cubana (nelle linee) e una tradizionale Hawaiana alla Magnum P.I. (nei colori e fantasie).
Apprezzo anche il fatto che la sue scelta è stata in direzione ostinata e contraria (cit.) rispetto all’UPI non solo perché ha cacciato fuori delle ghelle contrapponendosi all’oculatezza micragnosa e pioccionesca del Ponte Caprazucca, ma anche e soprattutto perché la cama fantasia di ispirazione siculo/hawaiana è in antitesi rispetto alla divisa tipica dell’industrialotto parsutaro/buslotaro/tomaccaro e ovviamente dei dottoroni e avvocato al seguito in “villeggiatura” nella villotta al Forte (quelli di famiglia industrialotta più antica che però non godono i russi che hanno ormai occupato il Forte perché dicono che buttano denari e sono tutti griffati) o a MIMA (gli industrialotti più moderni). Divisa, ovviamente sobria, oculata e di ispirazione “montiana” che da almeno 5 decenni prevede:
– bermudoni tradizionali larghi e a tubo kaki, blu o per quelli che osano di più rossi o nei toni del pastello, ovviamente non griffati;
– zoccolo in legno (il top) alla Massimo Moratti o per evitare di svegliare il vicino che fa il riposino quando si fanno due passi in giardino sandalo tradizionale in cuoio (entrambi per non fare il passo più lungo della gamba utilizzati per anni);
– cama appunto azzurra o bianca (assolutamente non come la sua) portata dentro o fuori dal bermudone, camiciona si badi bene che è la stessa che viene portata col vestito in fresco di lana dal lunedì al venerdì. L’industrialotto non getta denari in frivoli “autfit” estivi, ma è sempre impegnato per il bene del Territorio;
– bicicletta preferibilmente vecchia, fané e un pò scassata che fa super chic, lasciando a rozzi milionari russi le fuoriserie.
La bella notizia per i frequentatori del Ponte Caprazucca, che si sa sono per la maggior parte strisciati (i colori delle strisce variano a seconda delle epoche e dei “cicli”, ultimamente il nero e azzurro va di gran moda avendo il bianco e nero oggettivamente un pò stufato anche i più fedeli) è che per allietare le serate nelle villotte/ine/one al Forte (o per i più oculati a Poveromo o ai Ronchi) trascorse in casa perché nei locali si spende e ci sono i russi con le Ferrari, c’è il ritorno del Trofeo Berlusconi, per anni tradizionale appuntamento davanti a un piatto di spaghettini con le arselle ai Bagni Luigi, Piero, Sandra, etc.. Unico problema sembra ci siano solo Monza e Milan. Però sarà su Mediaset in chiaro e quindi gratis.
Amico mio io vesto alla marinara. Se mi supporti nella campagna contro il vamos ti omaggio, crepi l’avariza, con un bermudone, camicia e zoccolo da industrialotto UPI al Forte.
Davide è un buon critico di costume, come le pettegole cavalline che scrivono sui tabloid (s) inglesi. Chissà come veste lui, c’è lo dica che impariamo.
Complimenti Direttore. Solo una domanda vista la “locascion”. Com’era la situazione senz’ossi 🦟?
Nella scelta dell’abbigliamento ero stato previdente, optando per i calzoni lunghi, in luogo dei bermuda inizialmente ipotizzati. Certo, durante la proiezione ho patito un po’ più caldo, ma non ho offerto i polpacci all’assalto degli insetti assetati di sanguine. Anche se in realtà non mi pare ce ne fossero, né ho registrato lamenti. Spero che Tu abbia apprezzato la mia fantasiosa camicia acquisita in una boutique di Chianalea, tipico borgo di Scilla, gestita da un estroso personaggio che è riuscito a piazzarmela nottetempo mentre facevo una passeggiata post cena su pedana sul mare in un mitico ittiturismo. Per una volta non ho seguito i sani dettami dell’Upi (o del Grillo Parlante) facendo (pochi) passi più lunghi della gamba…
bravo complimenti
Complimenti!
Complimenti Direttore ,
Viva la Cultura …..
Direttore infatti volevo commentare la camicia, perfettamente consona alla serata estiva, un mix tra una rigorosa Guayabera cubana (nelle linee) e una tradizionale Hawaiana alla Magnum P.I. (nei colori e fantasie).
Apprezzo anche il fatto che la sue scelta è stata in direzione ostinata e contraria (cit.) rispetto all’UPI non solo perché ha cacciato fuori delle ghelle contrapponendosi all’oculatezza micragnosa e pioccionesca del Ponte Caprazucca, ma anche e soprattutto perché la cama fantasia di ispirazione siculo/hawaiana è in antitesi rispetto alla divisa tipica dell’industrialotto parsutaro/buslotaro/tomaccaro e ovviamente dei dottoroni e avvocato al seguito in “villeggiatura” nella villotta al Forte (quelli di famiglia industrialotta più antica che però non godono i russi che hanno ormai occupato il Forte perché dicono che buttano denari e sono tutti griffati) o a MIMA (gli industrialotti più moderni). Divisa, ovviamente sobria, oculata e di ispirazione “montiana” che da almeno 5 decenni prevede:
– bermudoni tradizionali larghi e a tubo kaki, blu o per quelli che osano di più rossi o nei toni del pastello, ovviamente non griffati;
– zoccolo in legno (il top) alla Massimo Moratti o per evitare di svegliare il vicino che fa il riposino quando si fanno due passi in giardino sandalo tradizionale in cuoio (entrambi per non fare il passo più lungo della gamba utilizzati per anni);
– cama appunto azzurra o bianca (assolutamente non come la sua) portata dentro o fuori dal bermudone, camiciona si badi bene che è la stessa che viene portata col vestito in fresco di lana dal lunedì al venerdì. L’industrialotto non getta denari in frivoli “autfit” estivi, ma è sempre impegnato per il bene del Territorio;
– bicicletta preferibilmente vecchia, fané e un pò scassata che fa super chic, lasciando a rozzi milionari russi le fuoriserie.
La bella notizia per i frequentatori del Ponte Caprazucca, che si sa sono per la maggior parte strisciati (i colori delle strisce variano a seconda delle epoche e dei “cicli”, ultimamente il nero e azzurro va di gran moda avendo il bianco e nero oggettivamente un pò stufato anche i più fedeli) è che per allietare le serate nelle villotte/ine/one al Forte (o per i più oculati a Poveromo o ai Ronchi) trascorse in casa perché nei locali si spende e ci sono i russi con le Ferrari, c’è il ritorno del Trofeo Berlusconi, per anni tradizionale appuntamento davanti a un piatto di spaghettini con le arselle ai Bagni Luigi, Piero, Sandra, etc.. Unico problema sembra ci siano solo Monza e Milan. Però sarà su Mediaset in chiaro e quindi gratis.
Amico mio io vesto alla marinara. Se mi supporti nella campagna contro il vamos ti omaggio, crepi l’avariza, con un bermudone, camicia e zoccolo da industrialotto UPI al Forte.
Davide è un buon critico di costume, come le pettegole cavalline che scrivono sui tabloid (s) inglesi. Chissà come veste lui, c’è lo dica che impariamo.