CATTIVO CITTADINO, di Gianni Barone / IL PARMA CHE VERRA’
(Gianni Barone) – Qualche anno fa, addì 2017, un vecchio ingegnere appassionato di calcio piacentino, mi segnalò un nome, dicendomi: vedrai, che abbiamo trovato il nuovo “ Gibi Fabbri”, si chiamava Alessio Dionisi, allora allenatore dilettante, al Fiorenzuola. E io quel nome me lo sono segnato e ho cercato di seguirlo negli anni, nella sua grande scalata al grande calcio, trovandomelo ora come il successore di De Zerbi, al sempre più sorprendente Sassuolo, con la missione di non arrestare l’evoluzione tecnico-tattica della compagine neroverde, ultima frontiera del calcio bello e propositivo che tutto il mondo calcistico ammira ed apprezza sempre più. Non ho verificato con precisione, il parallelo fra Dionisi e il mitico Gibi Fabbri, tanto per intenderci, allenatore del Vicenza dei miracoli ai tempi dell’immenso Pablito Rossi, a cui è intestato da quest’anno, il titolo di capocannoniere della serie B, ma tant’è. Di sicuro già dai tempi di Piacenza, anni 70, Fabbri faceva praticare, per l’epoca, un calcio avanzatissimo da noi, derivazione di provincia del calcio totale olandese, esploso a livello internazionale, con terzini a spingere su entrambe le fasce, con difensori e
centrocampisti a scambiarsi i ruoli senza particolari imbarazzi, con una sola punta centrale sui generis e senza la presenza della figura vera e propria del regista. Era un calcio molto spettacolare che, però. pagava qualcosa dal punto di vista difensivo, fino ad un certo punto, tuttavia, visto che il sommo ed esimio Gianni Brera così aveva avuto modo di esprimersi per quella novità del momento: “Veramente, non avrei mai creduto che una squadra di provincia giocasse al calcio come il Lanerossi Vicenza”. Quindi con tale benedizione da parte del forse più grande sostenitore del calcio all’italiana,
il mite ed umile Gibi ha proseguito sulla sua strada senza mai arrivare alla soglia di un grande club o della Nazionale, forse i tempi per cotanta realizzazione non erano ancora maturi. Ora: vedendo il Sassuolo di Dionisi, ancora molto “dezerbiano” al cospetto di un Parma “mareschiano” (magari al momento ancora solo mareschino) che regge un tempo bene, ma che punge poco, aldilà dei paragoni del passato con calcio espresso da tecnici emergenti, e a loro modo rivoluzionari, come Gibi, appunto, viene da chiedersi: ma reggerà tanta innovazione, e tanto coraggio, l’impatto con la serie B, nel caso nostro, e con la serie A, per la conferma di una piazza importante, ma pur sempre di provincia, in A,
come il Sassuolo? Ecco: la gara di ieri qualche indicazione positiva da una parte e negativa dall’altra, al netto di tutte le attenuanti del caso dovute al periodo di riferimento, e di rodaggio in atto, potrebbe anche averla fornita, però esprimerla adesso, senza la dovuta cautela, sarebbe oltremodo azzardato. Ma chi ha il compito di commentare e criticare, per ruolo o per mestiere, qualche azzardo deve pur prenderselo – cosa non riscontrata nei media nazionali e locali – quindi azzardiamo noi, per parte Parma, ovviamente, il percorso di Dionisi, speriamo sia veramente parallelo a quello del Vicenza di Fabbri ammirato anche dal sommo Brera, per il bene suo e del
calcio moderno. Il Parma, dopo l’urto di un match importante e difficile contro un avversario forte e collaudato, ci sembra ancora troppo incompleto a meno di quindici giorni, dall’inizio ufficiale della stagione, in troppi ruoli chiave tipo quelli finora ricoperti da Balogh, da Daniele Iacoponi e dal centravanti polacco, ammirato poco sotto porta, ma molto per le sue doti di corsa e resistenza al punto che ci viene voglia di affibbiagli il soprannome, tanto per rimanere in tema, di “Brusalerba” (non “Sbragaversi”, quello non c’è più da queste parti) lo stesso che era stato riservato al Giovan Battista Fabbri, giocatore, ala, anni 40/50. Infatti il mercato ancora molto può fare
nel Parma che verrà: per poter verificare appieno la bontà del metodo attuato per la scalata nel prossimo torneo cadetto. Buone le intenzioni, buoni i movimenti: ma per attuare il gioco tanto vagheggiato serve qualche interprete in più, che al momento, o non è al massimo, o addirittura non c’è. Ed ogni riferimento ad Inglese, Vazquez, o all’acquisto di Tutino, o chi per lui, non è puramente casuale. Nell’economia del gioco difensivo, potrebbe non bastare e non reggere puntare su certi giovani come Balogh o Dierckx: servirebbe, a destra, come laterale nello schieramento a 4, o come braccetto in quella a 3, avere un elemento come Gagliolo, nella speranza che lo stesso
non venga ceduto, perché se così fosse si aprirebbe una voragine di sicurezza e temperamento anche a sinistra (dopo che l’Atalanta si è appropriata di Pezzella). Tuttavia anche l’impatto di qualche reduce della squadra dell’anno scorso, sembra ancora da verificare, visti i mutati compiti richiesti e ci riferiamo a Kucka, ammirevole per impegno, ma ancora non ben calibrato in una posizione centrale più stanziale e meno dinamica. La rinuncia ad un
regista vero e proprio, alla Gibi Fabbri, verrebbe da dire, come Brugman, o chi per lui, non sappiamo quanto sia auspicabile o definitiva, vedremo se non ne risentirà l’ordine della manovra, sempre ammesso che non si voglia fare a meno dello stesso per puntare su una serie di spostamenti utili a disorientare gli avversari solitamente molto avvezzi a contrastare, in B, assetto tattici molto statici e convenzionali. Il Parma che verrà dovrà cercare anche di sovvertire certi schemi tattici e mentali molto rigidi e omologati. O no? Eh? O no? Gianni Barone
il parma che verra’ deve ancora venire ,na godude preventiva ,un po come me quando penso a belen rodriguez ,questo di tanta speme oggi mi resta
ps: ma lo juniorcasale che fine fece ?
stopaj ti rispondo io.
Lo Juniorcasale di cui conservo figurina dell’album Panini 1976/77 retrocesse nel 1980/81 e da allora fece pochissima C e tanti dilettanti. Allo stadio ho visto solo un Parma JuniorCasale del 1980 vinta 2-1 .
Ho sempre nutrito molta simpatia per loro come per la Biellese, altra squadra sparita dai radar della C1 nel 1980.
Roba da malato di mente , quale mi considero per il Parma calcio dal 1976 al 1989.
Ps il Casale ha rischiato di vincere la serie D l’anno scorso. Quest’anno meno bene
Io vidi un parma juniorcasale 1-0 rete di mario scarpa, ed era già un po che ci andavo al tardini e la pezzani era già li
L’anno della promozione in B 1978/79. Il mio debutto al tardini è stato in Parma Grosseto 0-2 nel 1977 , seguito da Parma Siena 0-0. Altri tempi, c’erano i gradoni allo stadio, altro che posti coi sedili.
Eh lo so ma non c’era la pandemia da Sars Cov2 19 con variante Delta. E gli stagionali dei tomaccari erano nostrani del sasso. E chi non si scantava e non trovava posto a catar su i pomi d’oro doveva ripiegare nel piacentino con le sigolle o allo zuccherificio che c’era tra la Lupa e la stazione.
esatto quando son via da parma e penso alla mia citta’ am vena in menta l’odor ed sigòli tomachi e dei tigli o meglio delle pocce coi fiori di tiglio che marciscono,digol a col ca gira con na bocia in ma par perma
e l’odor ed pisa in Pilòta?
Perma voladora?
Il calcio è una scienza semplice. Non occorre complicare ruoli e posizioni per dimostrare di essere bravi.
mai luogo comune fu piu’ veritiero,ci aggiungo che oltre alla scienza e’ un fatto geografico e di religione,mi sa che in america sia piu’ filosofia da quaccheri