ANDREA MONICA E LO SCOUTING SUL TERRITORIO DELL’ATTIVITA’ DI BASE: “UN PLAUSO AL LAVORO OSCURO DEGLI OSSERVATORI E ALLA LORO DISPONIBILITA'” (VIDEO)
(www.parmacalcio1913.com) – Il recente successo del Parma Under 13, vincitore del prestigioso Torneo Internazionale “Pulcino d’Oro”, non è certo frutto del caso, ma dell’impegnativo lavoro di ricerca sul territorio di giovani promesse portato avanti dalla struttura scouting territoriale dell’Attività di base del Settore Giovanile del Parma di cui è responsabile Andrea Monica.
Andrea Monica, cosa c’è all’origine del successo del Parma Under 13 al Pulcino d’Oro?
“Assieme a me c’è una struttura di tanti osservatori: noi ci occupiamo dello scouting territoriale che, partendo dal basso, è il primo anello della filiera dello scouting del Settore Giovanile del Parma che è molto strutturata, perché a salire comprende anche lo scouting nazionale ed internazionale. Noi ci occupiamo delle partite che si svolgono in Emilia Romagna e nelle province limitrofe alla nostra, quindi Mantova e Cremona e da quest’anno siamo presenti anche nella Lunigiana, nella zona tra Massa Carrara e Spezia”.
Nell’era del calcio globale, il vostro è ancora un lavoro di indagine e ricerca, contatti e relazioni sul territorio…
“Quello che conta è andare a vedere delle partite: noi ne copriamo oltre 2.000 nel corso dell’anno. Nel background di un osservatore sono importanti le relazioni che riesce ad instaurare sul territorio”.
Servono ottimi rapporti con i clubs dilettantistici del territorio: alcuni di questi sono affiliati alla nostra Academy, altri no, ma le collaborazioni sono positive lo stesso nell’interesse di tutti…
“La nostra fortuna è che nel corso degli anni, nella provincia di Parma, ma anche in quelle limitrofe, la qualità media delle società dilettantistiche è molto elevata, sia delle nostre affiliate che delle altre società: spesso andiamo a visionare dei ragazzini che sono molto ben preparati ed è un complimento che faccio volentieri alle società dilettantistiche con cui collaboriamo. Le prime tre annate che noi costruiamo non possono essere provate per disposizioni federali: di conseguenza noi dobbiamo andare a vedere le partite e spesso capita di sceglierli vedendoli giocare nelle loro società”.
Se uno venisse a spiare il tuo database personale si accorgerebbe che di nomi di giocatori veri, partiti da questa età, ce ne sono…
“Noi abbiamo un Settore Giovanile nel quale figurano tanti giocatori di buonissima prospettiva: quindi, secondo me, stiamo lavorando bene, anche in collaborazione con il responsabile dell’Attività di Base e con tutti gli staff tecnici. Quindi è un buon gruppo di lavoro e abbiamo la fortuna di avere giocatori preparati, ma colgo l’occasione per dare merito ai tanti osservatori che girano, perché spesso sono figure che lavorano all’oscuro, che magari vanno a vedere la partita, senza che si sappia che si tratta di osservatori del Parma: sono davvero persone molto competenti e disponibili che dedicano gran parte dei loro week end per visionare delle partite.”
Come funziona questa tipologia di lavoro?
“Noi abbiamo dei referenti di provincia e tanti osservatori che girano per noi; settimanalmente facciamo un planning delle partite da vedere e dopo, nella settimana successiva al week end, iniziamo ad avere i feed back sui giocatori. E’ un incrocio costante settimanale di dati e di segnalazioni”.
E’ difficile lavorare nelle zone circostanti a Parma?
“Ringraziamo la Società che ha fatto dei sacrifici economici, mettendoci a disposizione tanti pullmini che girano anche nelle province circostanti: con un’ora di viaggio abbiamo la possibilità di far venire nei nostri centri di allenamento anche giocatori delle provincie limitrofe. Il Parma ha un grado di appeal molto elevato, perché giocare nel Parma significa giocare nella fascia più alta delle società professionistiche, ma è chiaro che nelle provincie limitrofe ci possano essere persone fedeli alla squadra della propria provincia, e la concorrenza negli ultimi anni, nelle provincie limitrofe, si è fatta molto elevata, ma noi cerchiamo di sfruttare al meglio l’appeal della società. Noi, comunque, cerchiamo di arrivare sempre primi, perché questa è la regola principale…”
Il percorso dall’Attività di Base sino ad arrivare allo sbocco in Primavera, se non proprio in prima squadra, è lungo diversi anni: voi dovete avere l’occhio fino e magari fare qualche scommessa…
“In effetti la prima annata che noi selezioniamo sono ragazzini che hanno 7-8 anni e alcuni non li hanno ancora compiuti: di conseguenza pensare che un ragazzino di quella età possa fare il calciatore è in effetti un azzardo, però noi proviamo a vedere in questi giocatori la prospettiva a lungo termine. Diciamo che un ragazzino che entra nella prima annata ha oggi 11 anni di percorso nel Settore Giovanile per arrivare in Primavera: quindi, effettivamente, il percorso è molto lungo”.
Molto lungo anche il tuo di percorso, come militanza nel Parma, ormai sei prossimo alla ventina d’anni…
“Leggermente meno, dai: sono entrato come preparatore dei portieri e osservatore, poi c’è stato un upgrade…”
Da allora ad oggi è cambiata la tipologia di approccio? Cosa si va a guardare in un ragazzino oggi? Se è strutturato?
“Domanda difficile, perché le caratteristiche di un giocatore, nel tempo, più o meno sono rimaste quelle. quello che è cambiato molto è che quando ero entrato, anni fa, la prima fascia che selezionavamo erano i ragazzini della prima media, mentre adesso ci siamo abbassati di tre anni, e il loro percorso, in questi tre anni, è soggetto ad una evoluzione fisica e mentale, per cui sicuramente non è facile…”
Ogni tanto giri anche sui campi del Parma per vedere se la semina sta dando dei buoni frutti?
“Più che altro gli allenamenti: è chiaro che ogni tanto anche le partite dei nostri giocatori vanno viste per vedere se sono migliorati e qual è il livello della squadra, però, principalmente, noi giriamo a vedere le partite di altre squadre”.
Di nuovo complimenti, perché, come dicevamo in apertura, se il Parma è riuscito a conquistare il prestigioso Pulcino d’Oro, una buona parte del merito va anche a chi cerca sul territorio gli atleti, oltre che ai calciatori stessi e a chi li allena…
“Un plauso va dato agli osservatori che girano: io non smetterò mai di ringraziarli perché, come dicevo prima, sono persone che girano e disponibili. Complimenti anche agli staff che stanno lavorando bene sul campo”.
VIDEO DAL CANALE UFFICIALE YOU TUBE PARMA CALCIO 1913 SETTORE GIOVANILE
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INTERVISTA AD ANDREA MONICA,
Responsabile Scouting territoriale dell’Attività di Base Parma Calcio 1913,
di Gabriele Majo, responsabile ufficio stampa e comunicazione del Settore Giovanile e delle Squadre Femminili del Parma Calcio 1913
Di nuovo complimenti!
Io vedo poca meritrocazia e molti giocatori “figli degli amici”… parere personale….
La totale inutilità di queste figure è data dal fatto che tutte le società da Lampedusa ad Aosta in teoria “puntano sui giovani” da crescere, valorizzare, bla, bla, bla e banalità assortite. Quindi o il nostro Territorio oltre a tomacche, sigolle e soffiatrici per bottiglie inizia a produrre campioni e i nostri scout sono meglio di tutti gli altri (cosa per altro assolutamente lungi dall’essere visti i recenti risultati) a “scovare giovani prospetti” in giro per il mondo, o come sempre vale il vecchio e sano principio che bisogna spendere e comprare gente valida. Il resto sono favole e cannelle.
Mah Davide, mi sembra che il tuo assunto parta da una successione logica un po’ fallace: siccome cercano di farlo tutti allora vuol dire che è inutile farlo. È vero che se tutti vanno nel fosso non ci devi per forza andare anche tu, ma questo concetto vuol dire che uno dovrebbe pensare con la sua testa senza lasciarsi influenzare troppo dagli altri, non vuol dire che bisogna fare sempre il contrario della massa, perché questo vorrebbe dire non pensare allo stesso modo.
Il nuovo corso è basato sulla crescita dei giovani, e certo cercheranno di prenderli buoni, magari cercando di essere più bravi e più rapidi delle altre società. Questo tuo essere sempre e costantemente contro, denota una sfiducia di fondo, come se tu sapessi già che tanto è una società di incapaci, e allora tanto varrebbe rinunciare al progetto fin da subito.
Ogni tanto varrebbe la pena secondo me fare silenzio e giudicare i risultati quando è il momento, anziché starnazzare per qualsiasi cosa venga fatta. So già però che con te, come anche con i soliti noti, questa speranza non è realistica. Ormai comunque sei diventato una macchietta in questi spazi: non fai nulla se non nomini delle tomacche e degli industrialotti, stai diventando la tua stessa parodia.
Anche a me piacerebbe chiedere al sig. MONICA quali sono i parametri per la selezione dei bambini/ragazzi, perchè si vede molto fisico e poca qualità……
Seguo diverse squadre del territorio ma vedo che i più bravi spesso non sono considerati perchè magari non hanno già il fisico a 10/12 anni…..
Forse sarebbe bello aspettare la crescita e puntare un po’ di più sulla fantasia e tecnica….
Secondo me si sta esagerando con lo scouting fatto sui bambini. Fino a 14 anni sarebbe meglio curare solo la formazione tecnica, dando basi solide e insegnando l’uno contro uno in attacco ed in difesa,
per poi formare il fisico ed imparare la tattica in modo graduale quando le potenzialità dei ragazzi sono chiare.
Vincere trofei fino a quell’età è indubbiamente fonte di soddisfazione per ragazzi e società , ma non deve essere l’obiettivo principale
Assolutamente d’accordo : prima deve venire la formazione dei ragazzi e poi i trofei e le vittorie. Purtroppo, ci sono molti allenatori che, per fare carriera, puntano più sui risultati, puntando su chi è più pronto e basta.
Concordo anche sulla formazione tecnica dei ragazzi fino ai 14 anni, perchè è fondamentale imparare i fondamentali prima di affacciarsi ai professionisti.
È tutta aria data ai denti. La scoperta dell’acqua calda o dell’acqua ghiacciata. Ribadisco, qualunque club dalla terza categoria alla Serie A propina queste cazzate, perché in teoria tutti vorrebbero trovarsi Halland accompagnato dai nonni a San Pancrazio o scovato svincolato nella terza serie del Lussemburgo. Ma la realtà è una cosa ben diversa sennò troveremmo le formanzioni giovanili in prima squadra cosa che non succede mai e i “giovani” presi in giro per il mondo bene che vada ti fanno finire in B di Benevento e da lì in C di Como. La stessa Atalanta non tira più fuori nessuno dal vivaio da lustri, per non parlare del Napoli o della Roma. Capisco che questa fola sia un bel “storitelling”, esattamente come il Territorio per il Ponte Caprazucca ma gli effetti pratici sono e saranno pari ai soldi cacciati dall’UPI (festival dal parsutto a parte), ovvero zero.