CATTIVO CITTADINO, di Gianni Barone / 1-1 PER NOI. E INTANTO LA RIVOLUZIONE RUSSA…
(Gianni Barone) – Il Parma ferma la corsa del Pisa: questo dato di fatto, non era nei proclami della vigilia affatto pronosticabile, però occorre adattarsi in corsa alla realtà dei fatti dopo una settimana piena di insuccessi, di critiche e di gogne social sul futuro di un tecnico che la società per nessun motivo al mondo ha voluto e vuole rimuovere. Soprattutto attraverso le parole del responsabile di area tecnica Ribalta, da me condivise a mezzo radio suscitando lo stupore e l’ira di qualche nostro lettore commentare che giammai si sarebbe aspettato, alla luce di qualche articolo pregresso in cui si predicava una linea più di lotta che non di governo in fase di interviste e commenti giornalistici, la mia totale accondiscendenza con linea della società votata alla più ferrea convinzione di aderire al progetto tecnico di gioco, al momento, ahinoi, ahi loro, ahi tutti quanti, ancora molto, troppo «in fieri», e poco realisticamente
realizzato. Progetto tecnico che non si materializza neanche al cospetto della capolista Pisa che, col suo calcio semplice secondo il suo tecnico D’Angelo, razionale secondo Paolo Grossi della Gazzetta di Parma, e tradizionale secondo noi, esce imbattuto dal Tardini, dove secondo alcuni avrebbe dovuto perdere per lo meno ai punti seguendo logiche pugilistiche inapplicabili al calcio. Tutto molto condivisibile quando si parla di reazione che c’è stata dopo le due sconfitte, due, in una settimana e dopo la prima mezz’ora di dominio del Pisa, e che ha portato il Parma, finalmente a ricordarsi del valore tecnico del suo organico che per la prima volta, in maniera semplice, razionale o tradizionale che dir si voglia, ha presentato due terzini che hanno fatto i terzini fino in fondo e in entrambe le fasi, senza machiavellici giochi posizionali o marchingegni vari, come direbbe Majo (facendo riferimento alla prima trasmissione live dal Tardini di
Radio Parma dell’Autunno del ’75 da lui rimembrata in un video a cura di Carlo Alberto Cova per i Veterani dello Sport, clicca sul collegamento ipertestuale per vederlo, che mi ha allietato la domenica mattina) ai quali era stato sottoesposto finora Sohm, ieri per la prima volta partito dalla panchina e chiamato in corsa a sostituire l’euclideo ed incontrista al tempo stesso Schiattarella. Poi quasi d’incanto, dopo l’infortunio di Juric e l’ingresso di Correa
spostato all’ala, ecco che si materializza il sogno di vedere, nel ruolo di mezzala, creativi entrambi, insieme, Vazquez e Brunetta, per rispondere a coloro i quali, anche attraverso il mio intervento radio di cui sopra, mi contestavano il fatto che io li ritenessi, a pieno titolo, capaci di esprimersi, entrambi come centrocampisti puri, offensivi fin che sin vuole, ma pur sempre adatti a presidiare bene «la zona nevralgica» del campo come ci avrebbe suggerito il compianto Pino Colombi, sempre
maestro in questi dettagli dialettico-retorici. Quindi tutto va bene madama la marchesa? Ma tutto, proprio tutto, non direi, anche se il brodino del pareggio non é stato del tutto sciapo: un po’ di sapore di carne lo si è assaporato, nella parte finale del primo tempo e nella ripresa, quando l’intrepido Pisa del tosto, razionale, semplice e
tradizionale tecnico D’Angelo, ha forse anche temuto di perdere e ha rinunciato al suo prezioso talento offensivo Lucca, vera sorpresa individuale del campionato, oltre che all’altro attaccante Sibili, per immettere coi cambi – lui ne fa sempre cinque come altri suoi colleghi mentre Maresca quasi sempre tre, chissà perché – quel qualcosa in più che sa molto di conservazione del risultato, sebbene non si tratti di vittoria piena, ma di pareggio. Però, in mezzo a tutti questi elementi, per certi versi
confortanti, ciò che stride, per parte Crociata, oltre alla irrealizzazione (attuale) del progetto di gioco e di calcio posizional/propositivo sono i punti in classifica: dopo sei giornate, otto, la metà esatta di quelli della capolista Pisa che non ha prevalso, oltre alle già citate due sconfitte incassate contro avversari sulla carta inferiori. Questi i dati di fatto, oltre al solito svagamento in area in fase di marcamento su traversoni come in occasione del gol
subito, nel quale il gigantesco Lucca, per impattare il pallone, ha dovuto quasi inchinarsi, perché, in quel momento, i suoi 201 centimetri di altezza rappresentavano quasi un impaccio e non una risorsa. Tanto per dire che sulla fase difensiva ancora il lavoro non manca. Su quella offensiva verrebbe da dire che si fa da sé risolvere l’enigma su che tipo di centravanti occorre schierare, se su uno di movimento alla Tutino che inneschi i tagli degli esterni offensivi o se uno come Inglese che tali incroci li favorisca attraverso le spizzate
di testa o grazie alla gioco sporco fatto di sportellate e difesa della palla? Questo ed altro andrà risolto nei prossimi giorni per riuscire, finalmente, a vedere una squadra che sia veramente capace di comandare il gioco come da propositi o da proponimenti della vigilia. Accontentiamoci per il momento dei progressi minimi espressi e dalla capacità di reazione agli eventi avversi dimostrata. Una squadra che doveva essere rivoluzionaria sempre, al momento sembra solo «reazionaria», e se si considera il senso politico e
storico del termine, verrebbe da dire che, non solo si è lontani dall’obiettivo, in termini di gioco, prefissato, ma che si sia imboccato il verso opposto di tale strada. Perché «reazione» e il sostantivo/aggettivo conseguente «reazionario» vogliono significare qualcosa di dichiaratamente favorevole al ripristino di un assetto storicamente superato, decisamente ostile a qualsiasi spinta o tendenza innovatrice e progressista. Va a vedere che alla fine si torna indietro alla difesa e contropiede (magari) del catenaccio che tutti – concettualmente – vogliono aborrire. Non sarà così anche se al momento l’annunciata «rivoluzione», russa. Cioè dorme e ronfa… Gianni Barone
Restando in tema di Rivoluzione Russa, speriamo di non fare la fine dei troskisti.
Perché dietro questa rivoluzione di Maresca io vedo molta ma molta utopia.
La Juventus fece la serie B con i campioni eppure non si inventò nulla nel gioco che rimase classico o tradizionale. Qui si vuole vincere la serie B italiana con il tiki-taka di Guardiola, ma non abbiamo né i campioni né il tempo infinito di aspettare un evoluzione da parte di 8/11 della squadra titolare.
A me poi sembra che non ci sia nemmeno una rosa così profonda da cui attingere in termini di qualità e in termini di quantità. Francamente ad oggi, il Parma rispecchia la posizione di classifica che occupa e questo mi sembra abbastanza grave per una società che ha dichiarato di voler tornare subito in serie A.
Vedremo dopo Ferrara, se anche a Parma servirà chiamare un Lenin per far sventolare la Bandiera Rossa sul Tardini in barba ai sogni utopistici di Trosky-Maresca
Se la rivoluzione russa vuol dire che dorme
se invece l’insalata russa il pomodoro non dorme
Magari tornassimo indietro! Non possiamo marcire in B perchè Maresca deve per forza far vedere che è l’erede di Guardiola. Serie A quest’anno o ciaone.
Ma questa storia di guardiola ha un po’ fiaccato.
Questo del gioco di guardiola non ha nulla.
Guardiola ha attaccanti che pressano e squadra alta e corta, noi siamo lunghi 80 metri dopo dieci minuti.
Abbiamo i due rumeni che calcisticamente sono ignoranti a livelli abissali e quando perdono palla non provano neanche a recuperarla se hanno l’avversario a un metro, abbiamo una difesa bassissima e stretta al centro che viene attaccata sistematicamente sugli esterni, non abbiamo una sola sovrapposizione terzino mezz’ala attaccante, dove sia guardiola non lo so. Forse al Pronto soccorso.
Questo non ha idea di cosa fare, come giocare e cio’ che peggio nemmeno guarda gli avversari che per 4 partite di fila, lo stanno attaccando con il terzino sinistro alto , i centrali difensivi che in fase di non possesso vanno uno contro uno con i nostri cavalli da corsa ( anche se meglio sarebbe muli da soma) che restano alti e sistematicamente ci raddoppiano coi centrocampisti, cosi’ le loro corse dritto per dritto con sterzata vengono spesso fermate.
Noi giochiamo con lanci verticali e stop. Solo schiattarella prova qualche variazione di gioco ma di base e’ inchiodato a fare il terzo centrale di difesa e quindi ne vedi tre a partita
La mia preferita è quando Coulibaly (prima Sohm) prende palla da terzino, la da a Mihaila sempre di spalle, poi invece di aiutarlo con un triangolo, lo molla lì in balia di un raddoppio mentre diligentemente lo abbandona per prendere celermente e inutilmente posizione a centrocampo come obbligano i dettami di Maresca in fase di possesso.
Comunque in due occasioni nel secondo tempo si è fatto qualche minuto di “calcio posizionale”, e lì si è capito perché ‘sto futuristico Tiki Taka nessuno in Italia lo propone, fare quella miriade di passaggini lenti orizzontali e all’indietro col fine di fare uscire prima o poi qualcuno e crearsi lo spazio per l’imbucata, semplicemente se l’altra squadra, senza fatica, resta schierata e corta non funziona, forse a meno che tu non abbia 6 giocatori offensivi a livelli altissimi, ma proprio altissimi, che non perdono mai e poi mai palla e magari tutti con una grande visione di gioco, forse.
A mi al tikitaka al me mei piasù!