CALISTO TANZI E RICCARDO SCHIROLI: “MI FACCIA UNA DOMANDA DI CALCIO…”

(Riccardo Schiroli) – Al termine di una conferenza stampa di presentazione di un accordo tra il suo gruppo e l’Automobile Club Italia, di cui ammetto che al momento mi sfugge il contenuto, avvicinai Calisto Tanzi per conto di Teleducato.

Avevo concluso l’intervista e stavo ringraziando il mio interlocutore, quando sul volto del Cavaliere si disegnò un sorriso sardonico.

Mi disse: “Mi faccia una domanda di calcio”.

E io reagii pronto: “Cosa ci può dire delle voci di mercato che parlano di Thuram in partenza?”

Tanzi fu altrettanto pronto: “Thuram res-ta a Par-ma”.

Era primavera, penso del 1999, anche perché dal febbraio del 2000 fui destinato alla sede di Piacenza e non mi occupai più del Parma calcio. Di certo c’è che Thuram il Parma lo lasciò nell’estate del 2001. Tanzi dunque mi aveva detto il vero. E soprattutto, mi aveva regalato un discreto scoop.

Ero volato a Roma con il fido cameraman ‘Zorba” Ceruti proprio per realizzare quella intervista. Fu un’azione inaudita, alla luce dei budget normalmente destinati da Teleducato alle trasferte. Ma qualsiasi evento che riguardasse il gruppo Parmalat o la famiglia Tanzi era per noi di Teleducato una priorità assoluta. L’Amministratore Pier Gaiti non faceva mistero della presenza tra gli azionisti di Telemec spa, la società editrice, di Tanzi o chi per lui.

Non ho mai capito in che maniera questa presenza si concretizzasse. Di certo, Calisto Tanzi non deteneva nominalmente azioni. Così come non deteneva quote di Comunicazioni Parmensi srl, la società editrice di Radio Onda Emilia, l’emittente nella quale sono cresciuto.

Ero stato anche Amministratore di Comunicazioni Parmensi (dall’aprile del 1988 all’ottobre del 1989), prima di essere assunto per occuparmi del radiogiornale (novembre 1990). Dall’estate del 1991, tramite Anna Maria Barbato, Tanzi aveva acquisito la quota di maggioranza.

Che tipo di accordo ci fosse tra il Cavaliere e Barbato, davvero non lo so. Non è che io e la signora andassimo proprio d’accordo. Ma nel corso degli anni successivi ho avuto modo di incontrare membri del Consiglio di Amministrazione sempre più vicini a Tanzi, in particolare Genesio Fornari e Claudio Baratta, che ricoprivano incarichi di rilievo in Parmalat o in aziende controllate.

I miei rapporti con Calisto Tanzi non andarono molto al di là di qualche intervista. Che ci fosse confidenza, era improbabile. Vista la differenza di 25 anni di età e quella molto più rilevante di status. Nelle rare occasioni in cui ho incrociato il Cavaliere fuori dal rapporto cronista-soggetto intervistato, ho avuto l’impressione di una persona cordiale e tutto sommato alla mano. Non di particolare classe, se mi è concesso. Ma forse lui poteva dire lo stesso di me. Di certo, posso dire che Calisto Tanzi non ha mai fatto su di me pressioni particolari, a parte quel “mi faccia una domanda di calcio”. Che per la verità ho sempre visto più come un favore. E nemmeno dalle persone a lui vicine ho mai ricevuto pressioni particolari. Fornari e Baratta con me hanno sempre e solo parlato di gestione quotidiana. Pietro Donzelli, che nel gruppo è stato il numero uno del settore viaggi, è quello con cui ho avuto più rapporti. Ma soprattutto per il fatto che io ero il principale cronista di baseball, lo sport che rappresentava la passione sua e della sua famiglia.

Tanzi e la Parmalat erano più presenze che aleggiavano nei discorsi sui massimi sistemi nei quali, in qualità di responsabile dei TG, ero piuttosto di frequente impegnato con Pier Gaiti. E naturalmente, la vicinanza delle nostre emittenti al gruppo mi venne fatta notare ogni volta che, come cronista, mi espressi con toni critici.

Durante una trasferta in Austria discussi con un dirigente del settore amministrazione del Parma calcio sul modello di business della società. Gli dissi che l’esposizione debitoria non era in linea con lo stato patrimoniale e che con il potenziale di ricavi del Parma calcio (per dire, 13.000 abbonati contro i 40.000 del Milan, con cui si voleva rivaleggiare sul mercato), era poco saggio promettere certi stipendi a nove zeri. Al ritorno mi convocò un Gaiti disperato, al quale spiegai che il tempo mi avrebbe dato ragione.

Mi spiace di non aver avuto torto.

Vivere quegli anni è stato un privilegio. Ho raccontato attraverso Onda Emilia e Teleducato un paio di Coppe Italia e una Coppa UEFA. Ho gioito per un’altra Coppa UEFA e una Coppa delle Coppe. Ma non posso nemmeno fare torto al me stesso giovane cronista, che certe storture ha provato a segnalarle per anni.

Oggi piangiamo la scomparsa di Calisto Tanzi. Di fronte alla morte, conosco solo il sentimento della pietà cristiana. Sono però anche un giornalista. Ed è mio dovere aggiungere che la figura del Cavaliere andrà ricordata a tutto tondo. Andrà ricordato l’imprenditore geniale, che si inventò il latte a lunga conservazione distribuito nel tetrapak. Andrà ricordato il visionario, che prima di tutti capì il valore della sponsorizzazione sportiva. Andrà ricordato il filantropo, che ha sostenuto molte iniziative benefiche. Non andrà però dimenticato che Calisto Tanzi è stato il personaggio principale di una associazione a delinquere. Questa non è una mia opinione, ma una sentenza del Tribunale di Parma. E’ stato condannato anche per bancarotta fraudolenta (sempre a Parma) e aggiotaggio (dal Tribunale di Milano), ovvero la divulgazione di informazioni false al fine di trarne vantaggio.

A fine dicembre del 2003 ero a Melbourne, in Australia. Leggo dal mio diario di viaggio: “Compri un giornale a Melbourne e ci trovi una foto di Tonna firmata da Marco Vasini”. Annotavo anche che, stando alla stampa australiana, Tanzi aveva distratto 800 milioni di euro per coprire i buchi di bilancio della figlia Francesca nel settore turistico e del figlio Stefano nel settore calcio.

I giornali australiani non potevano sapere che quella era la punta di un iceberg. Il gruppo Parmalat aveva qualcosa come 14 miliardi di debiti, tanti quanti ne aveva l’Argentina quando fece default. Forse farebbe più impressione provare a scrivere la cifra in lire: ventottomila miliardi. Peccato che a bilancio nel risultassero meno di 2 (quattromila miliardi di vecchio conio). Non potevano nemmeno sapere che il 5 dicembre 2009 la Guardia di Finanza avrebbe rinvenuto decine di quadri dal valore inestimabile (Picasso, Cezanne, Van Gogh tra gli altri) di proprietà dei Tanzi e occultati in una cantina di Parma. Riccardo Schiroli

Stadio Tardini

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12 pensieri riguardo “CALISTO TANZI E RICCARDO SCHIROLI: “MI FACCIA UNA DOMANDA DI CALCIO…”

  • 4 Gennaio 2022 in 00:09
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    Io posso giudicarlo solo dal punto di vista sportivo. Semplicemente un grande.

  • 4 Gennaio 2022 in 09:58
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    Diciamo che il post su “feisbuc” Ferrari poteva o risparmiarselo o evitare l’incipit “al di là di tutto” e scrivere qualcosa di più consono, magari solo di celebrativo visto che si tratta di una dipartita. Chi di “al di là di tutto” ferisce di “al di là di tutto” perisce amico mio. E di “al di là di tutto”, nonostante la stampa serva e l’opinione pubblica indottrinata anche voi ne avete parecchi…(vedasi cinese e attuale situazione circense oltre il limite dell’umiliante). E le cannelleper fortuna hanno le gambe corte e la polvere salta poi fuori anche se si cerca di nasconderla (vedasi progetto stadio sbandierato nella ferale conferenza stampa di annuncio di smobilitazione che in realtà come abbiamo appreso dallo stesso Bosi trattavasi e come avevo sempre sospettato era un poccio incompleto buttato li per fare un pò di fumo e spostare l’attenzione dalla annunziata smobilitazione/fuga. Basta dire che mancava tutta la parte di progetto relativo alla viabilità e ingressi). Quindi evitiamo gi al di là di tutto che è meglio…

  • 4 Gennaio 2022 in 11:58
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    Sono andato a verificare e quello di Ferrari non e’ un post, ma un commento al post del Parma Calcio e che recita testualmente: “ Al di la’ di tutto, l’uomo che ha reso grande il Parma Calcio e lo ha fatto conoscere al mondo intero. Riposi in pace e un grande abbraccio alla famiglia.”
    Giocare con le parole con l’unico scopo di tirare merda ai soci di Nuovo Inizio è evidentemente per alcuni un hobby quotidiano, ma in questo caso pesti una bella bida, al di là del fatto che mi risulta che lo stesso Ferrari sia tra i pochi imprenditori locali ad aver manifestato vicinanza pubblica e privata alla famiglia Tanzi. Al di là del tuo cattivo gusto a far polemiche strumentali su argomenti che meriterebbero rispetto, dovresti però soprattutto smettere di dire delle cannelle. Quanto affermi sul progetto stadio di Nuovo Inizio è totalmente falso. Ci sono decine di persone in grado di smentirti in Comune e al Parma Calcio. Il progetto preliminare presentato dall’allora Parma Progetto Stadio era assolutamente completo. Il PEF era meno faraonico dell’attuale (investimento di circa 40 milioni, interventi in appoggio e non in demolizione su curve e tribuna tranne la Est) e si prevedevano lavori a stralcio in un triennio, ma il progetto era interessante e redditizio anche se non innovativo come quello americano.

    • 4 Gennaio 2022 in 12:33
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      Ho poco da aggiungere a quanto ha scritto Matteo, correggendo le corbellerie davidesche: però, a questo punto, dato che l’operazione popò nel ventilatore è costante, vorrei che il buon Davide abbandonasse l’anonimato per mostrare la sua vera identità e se non ha gli attributi per farlo con l’intera community, sarebbe sufficiente se desiderasse incontrare a cena il suo direttore, così che lo possa intervistare e capire chi di Nuovo Inizio gli abbia guzzato la mojera, ché, tale accanimento, solo questo tipo di origine potrebbe avere, senza invoca la medicina… Quindi caro Davide contattami pure in privato che muoio dalla voglia di conoscerti, visto che sei così simpatico non mi annoierò…

      • 4 Gennaio 2022 in 14:31
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        😁🤣😂

  • 4 Gennaio 2022 in 13:54
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    Beh sullo stadio basta ascoltare Bosi nella video intervista della settimana scorsa. In cui spiega bene la differenza tra il progetto presentato da KK e quello precedente (incompleto e in cui mancava tutta la parte viabilità, etc.).Sicuramente più “frugale” in piena coerenza con il dogma. E in italiano “al di là di tutto” significa “nonostante”. Poi sulla vicinanza in privato non mi frega niente, io commento il post pubblico. “Al di là di tutto” secondo me andava evitato, se non per evidenziare una presunta superiorità morale. A me non ha fatto niente nessuno solo mi piace essere laico. E come critico l’Innominabile, così critico chiunque secondo me lo meriti.

  • 4 Gennaio 2022 in 17:18
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    Matteo74, anche io sono andato a leggermi il messaggio di ricordo.vederci qualcosa di malizioso o addirittura un’ostentata “superiorità morale” vuol dire essere o molto paranoici o molto in cattiva fede, non so cosa sia peggio.l’unico complesso di superiorità a me sembra quello di cui ci da prova quotidiana il signor Davide, che giudica sempre con disprezzo questo e quello e ci insegna come si dovrebbe stare al mondo, dall’alto di quale esperienza o competenza manco si sa.Saluti da Parigi.

  • 4 Gennaio 2022 in 20:07
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    Davide basta puttanate dai. C’è scritto ‘al di là di tutto’ perché il presidente del Parma Calcio Calisto Tanzi ci ha fatto godere tutti, ma l’imprenditore Calisto Tanzi qualche problema l’ha creato. E non piccolo. Stop. Senza superiorità morale. Parlano le sentenze dei giudici.

  • 4 Gennaio 2022 in 23:17
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    Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi…
    I giudici hanno detto così è vero, ma per caso gli stessi giudici non hanno anche condannato l’autore del post per il crack del Ghiro o mi sbaglio? Oh può essere che mi confonda .Quindi al di là di tutto vale anche per lui?

    • 5 Gennaio 2022 in 14:57
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      No caro. Non si tratta di eroi o interpretazioni. Si parla di uno dei più grossi crack finanziari della storia. Non l’ho fatto io, non l’hai fatto tu, non l’ha fatto Marco Ferrari. Purtroppo l’ha fatto il presidente Calisto Tanzi. Che ‘al di là di tutto’ ci ha fatto godere portando il Parma Calcio tra le grandi d’Europa. Ti piace di più messa così?

  • 5 Gennaio 2022 in 08:43
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    La storia in tribunale parla attraverso sentenze definitive e non mi risulta che quella di Ferrari lo sia. Credo che nel caso di Tanzi sia stata invece scritta con sufficiente chiarezza. Non sarà stato l’unico responsabile, avrà subito le pressioni di banche e politica, ma è oggettivamente responsabile della rovina economica di migliaia di persone, responsabilità che tra l’altro si è pubblicamente assunto. E non si tratta di etica o di morale, anzi pensa che io credo che il Cavaliere fosse persona di animo buono e generoso, ma di danni procurati. Ed è a causa di quei danni che è inevitabile separare i piani: giusto che i tifosi celebrino il patron che ha portato la squadra alla gloria, ma ci vuole rispetto per chi a causa di Parmalat ha perso un mucchio di soldi, in qualche caso letteralmente rovinandosi. E non sono pochi in città.

  • 5 Gennaio 2022 in 16:11
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    Chi è senza sentenze scagli la prima pietra 🪨….diciamo che in virtù di quello (la sentenza appunto) io mi sarei comunque astenuto e avrei evitato che mi sfuggisse la frizione… Poi ripeto de gustibus, fare i giudici a Berlino 20 anni dopo sono capaci tutti ed è anche piuttosto comodo e molto molto italiano (medio) e provinciale. Ricordiamo però sempre che le cose non sono mai bianche o nere (per fortuna) ma c’è anche il grigio. Ma ormai con la scomparsa del Cavaliere l’argomento è chiuso. Godiamoci gli attuali proprietari e se è meglio Murru o Busì, Valenti o Diercx tanto come ci ha detto l’aprile scorso l’illuminato autore del post dobbiamo stare tranquilli perché ci hanno lasciato in ottime mani e il futuro è roseo.

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