SPECIALE PAROLE CROCIATE di Luca Ampollini / CARO ALBERTO MI HAI REGALATO TANTO…
(Luca Ampollini) – Quella mattina mi ero alzato prestissimo, tanta era l’emozione per la giornata che mi stavo accingendo a vivere. L’Inter di Trapattoni aveva appena vinto lo scudetto dei record e io stavo per partire alla volta di Appiano Gentile per conoscere tutti quei campioni che, fino a quel giorno, avevo ammirato solo alla tv. Faccio colazione ai 1.000 all’ora e corro in macchina dove mi stava aspettando mio padre, pronto a partire. In pochi minuti arriviamo a casa di Alberto e lui era già lì, fuori dal cancello, statuario e aitante come quando fischiava un calcio di rigore, che ci aspettava per accompagnarci alla casa dell’Inter. Ricordo quella calda, meravigliosa giornata di giugno del 1989 in tutte le sue sfumature: il mio cuore di 16enne sognante batteva come i tamburi di John Bonham, fu quello il primo, grande regalo che mi fece Alberto Michelotti, un regalo che non dimenticherò mai. Ad Appiano conosceva tutti, lo salutavano, gli stringevano la mano, si complimentavano con lui per il grande, inarrivabile arbitro che era; fu lì che capii veramente che monumento era stato nel corso della sua strepitosa carriera. Tornato a casa la sera ripensai ai momenti passati quel giorno con Matthaus, Serena, Brehme, Zenga, quando mi sarebbe ricapitata un’ altra occasione così? “Luigi – disse a mio padre alcuni giorni dopo – cme l’ho vist content Luchen…” . Eh si, ero davvero felice, orgoglioso per quelle ore passate in compagnia di tanti campioni che, vedendomi in compagnia di Michelotti, rispondevano a tutte
le mie domande con infinita pazienza. Alberto quel giorno era il mio “lasciapassare”: grazie a lui avevo tutti quei campioni a mia disposizione. Spesso, anni dopo, quando ci siamo ritrovati nelle tante, indimenticabili, trasmissioni televisive che abbiamo fatto insieme, abbiamo ricordato quella giornata, tanto normale per lui quanto straordinaria per me. E in tv Alberto continuava a farmi regali: il suo affetto, la sua autenticità, la sua meravigliosa “parmigianità”, di cui andava tanto fiero e che cercava quotidianamente di divulgare come solo lui sapeva fare, sono doni preziosi che custodirò gelosamente. E tra una battuta e l’altra, in rigoroso, meraviglioso dialetto, non mancavano i suoi giudizi veri e sferzanti; mai un compromesso e poco spazio a valutazioni non incisive. Per questo piaceva a tutti: perché era genuino e inequivocabile. Era Alberto Michelotti: uomo vero, interprete di una vita lunga, piena ed emozionante, una vita da assoluto protagonista, com’era lui, primattore in tutto ciò che faceva. Una vita che si è conclusa silenziosamente e in modo sorprendente. Sì, perché Alberto, con la sua imponenza, pareva non farsi scalfire dall’età e dal tempo che passava: lui era sempre statuario, eretto, forte come un tronco d’ebano. La notizia della sua morte è arrivata perciò inattesa, nulla sembrava poterlo piegare. Ma il tuo ricordo, caro Alberto, sarà sempre forte e maestoso com’eri tu: mi hai regalato momenti che rimarranno indelebili e saranno sempre con me come la “parmigianità” che contribuirò sempre, nel mio piccolo, a portare avanti…
Al to puten Luca… Luca Ampollini
Bellissime le vs trasmissioni con “pronto chi parma?”, miclot era eccezionale e tu con Carlo chiesa due splendide spalle
R.I.P. e condoglianze alla famiglia.