CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / DUE PEZZI DA 90 IN ATTACCO. 90 COME LA PAURA (DI NON FARCELA…)

(Gianni Barone) – Da non credere all’indomani della chiusura del mercato invernale del Parma: da una parte i giornali sportivi che santificano, come era successo anche in estate, gli esiti delle trattative dei Crociati, con la rosea che attribuisce il voto massimo (8), al pari di Pisa e Monza, al Parma, e dall’altra stampa locale e tifoseria che si strappano le vesti per ciò che è stato realizzato dalla Società, in questa campagna d’inverno, definita dai più deludente se non addirittura sciagurata. Allora: chi ha torto e chi ragione considerando la distanza siderale delle parti? I giornali sportivi che vivono e si nutrono di nomi, solo nomi, sempre nomi – figurine in definitiva – o i tifosi che si attendevano qualcosa di più o di meglio, soprattutto con l’ingaggio di qualche centrocampista (reparto lacunoso) che alla fine non è arrivato? Situazione paradossale a dir poco con differenze abissali tra il paese virtuale (stampa nazionale) e il paese reale (tifosi). E in mezzo la squadra che sulla carta si potenzia in attacco con l’arrivo di due pezzi da 90 come Simy e Pandev (qualche social bontempone lo vedrebbe meglio a Villa Parma…), che di sicuro potrebbero cambiare il volto offensivo, per tecnica, potenza, e abilità sotto porta, ma che non riescono, a dissipare, sempre sulla carta, i tanti dubbi che attanagliano, ormai da tempo, la squadra stessa circa lo sviluppo e l’efficacia del gioco che, a detta di molti, necessitava di rinforzi, veri e seri, nella fatidica zona centrale o nevralgica, che dir si voglia. Alla fine, nel reparto centrale oltre a soliti noti, Schiattarella, Juric e Sohm, di nuovo c’è il solo Cassata, già preso a pallate dall’ambiente, oltre che per l’assonanza del suo cognome con qualcosa di non propriamente positivo (cazzata), soprattutto per la sua indecisione in occasione dell’ultimo goal subito, ad opera del Crotone. Quindi si continua con Vazquez e in alternativa Brunetta, nel ruolo di mezzala, e si spera, come alternative, in Bernabé, acquistato per volere di Maresca, ma finora mai impiegato da Iachini. Tutto qui. Si direbbe un po’ poco, per supportare un attacco composto da un goleador come Simy e da una seconda punta, esperta e stagionata come Pandev, sul cui curriculum non si può certo discutere, ma che alla prova dei fatti, oggettivamente, non sarà in grado, da solo, di risolvere i problemi del Parma, che alla luce delle ultime due prestazioni non sono certo irrilevanti. Per tacere della presunta incompatibilità ambientale, non essendo, da genoano, molto gradito a chi è gemellato con la Sampdoria e si favoleggia persino oggetto di gomitate vip assestate assieme a delle Sprite… Qualcuno ha ironizzato sulle ultime mosse di mercato con la frase: dopo “la cassata” (tipico dolce siculo) siamo ormai arrivati alla frutta, cioè alla “macedonia”, con riferimento alla nazionalità di origine di Goran Pandev, che in ogni caso gode ancora di ottima stampa – a livello nazionale – in virtù del suo passato nella nostra serie A, e nella nazionale del suo paese. Il macedone arriva al posto, seppur con caratteristiche diverse se non opposte, di Mihaila, che a detta degli esperti, su precisa richiesta di Gasperini, andrà a rinforzare l’Atalanta. Ma la questione che più lascia perplessi e il fatto che la ricerca del centrocampista, atteso da tecnico e piazza, forse non è mai iniziata, e il fatto di vedere, all’ultimo tuffo di mercato, il Brescia che acquista, in quel ruolo, una vecchia volpe come Berhami, e un emergente come Proia (ex Cittadella) dal Vicenza, lascia non poco l’amaro in bocca per non averci neanche provato. Quindi non resta altro che sperare che, questa volta, e sarebbe la prima volta, abbia ragione la Gazzetta dello Sport che con il suo otto, ha promosso in pieno le scelte societarie. In molti non ci credono o non ci crederanno però qualcosa dovrà pur cambiare, qualche inguaribile ottimista, si attende o auspica, però, in ogni caso, il lavoro per Iachini non sarà ne semplice e ne lieve, in quanto con i due nuovi innesti in avanti, qualche adattamento dovrà pur essere studiato a breve nell’ottica di una fase offensiva più semplice e lineare, di sicuro meno farraginosa rispetto al recente passato. In definitiva non resta che attendere il nuovo volto del Parma, ma anche del campionato che ha registrato, in quasi tutte le squadre, un notevole numero di volti nuovi nei vari reparti: a questo nuovo maquillage non si sono sottratte nemmeno le squadre di testa o quelle meglio piazzate del Parma, che di fatto hanno dato vita ad un mercato molto attivo. Vedremo una nuova serie B, con qualche altro nuovo protagonista, di sicuro. Il rammarico che rimane è quello che ancora una volta, mentre tutte pescano in B, o nelle serie inferiori per scoprire il nuovo Gatti, approdato in pochi anni dai dilettanti alla Juve, via Frosinone, presso cui terminerà la stagione, il Parma continua a guardare alla serie A, e ai campionati esteri, tesserando giovani sconosciuti alla platea, come l’olandese, originario del Suriname (la patria di Gullit) Oosterwelde, e il francese Hainaut, dalla terza serie francese, per il prossimo anno. Ma non era più facile fare un giro per la nostra provincia e per le altri province italiane, per scovare qualche ex muratore alla Gatti, appunto capace in poco tempo di esplodere per davvero? A volte agli algoritmi, che in molti non vorrebbero sapere cosa siano, sarebbe meglio sostituire la ricerca qualche buon “artigiano” (ricordate il falegname Torricelli scoperto dal Trap in un’amichevole e poi portato nazionale?) che gioca a calcio per diletto fino ad un certo punto, ma è reale e non solo numerico. No, troppo semplice, “troppo basso, troppo basso, troppo stronzo”, come duettavano Banfi e Bracardi nella pellicola cult “Vieni avanti cretino”. Qui siamo tutti troppi bravi con la tecnologia. E intanto con i pezzi da 90 arrivati, anche la paura di non farcela fa 90. O giù di lì… Gianni Barone

Gianni Barone

Gianni Barone, al secolo Giovanni Battista, nasce a Casale Monferrato (Alessandria) nel 1958 e si trasferisce a Parma nei primi anni 60. Qui matura la sua grande passione per il calcio, prima in qualità di calciatore dilettante fino alla Prima Categoria e poi, di allenatore, direttore sportivo, radio-telecronista, conduttore e opinionista di talk show sportivi. Giornalista pubblicista dal 1990, inizia con Radio Emilia nel 1983, prosegue con Onda Emilia (dal 19849 e Radio Elle (dal 1990). In Tv cura i collegamenti da Parma per "Il Pallone nel 7" (1991-92) di Rete 7 (BO) e collabora con la redazione di Retemilia. Negli anni Novanta effettua telecronache e servizi per il TG sulla squadra Crociata per Teleducato. Dal 2002 al 2008 produce servizi dal Tardini per Telenova di Milano all’interno della trasmissione "Novastadio". Nel 2009 commenta per La7 digitale terrestre e per Dahlia Tv, le partite del Parma Calcio in Serie B. L’attività di telecronista, conduttore e opinionista lo vede nel tempo collaborare anche con San Marino Tv e 7 Gold. Dal 2016 è titolare della rubrica «Cattivo Cittadino» sul quotidiano on line Stadiotardini.It, di cui è vicedirettore esecutivo. Attualmente, per il service Edirinnova, commenta le partite di serie D del Lentigione trasmesse da Telereggio ed è frequentemente ospite di Bar Sport su 12 Tv Parma. Allenatore UEFA B, istruttore qualificato Scuola Calcio, è stato direttore sportivo di settore giovanile alla Langhiranese Val Parma dal 2010 al 2013, e al Juventus Club Parma dal 2014 al 2015. E' autore del libro «Il metodista (Storia della tattica calcistica) edito da Edizioni Progetto Cultura, Collana Sempre Sport (Anno 2006).

12 pensieri riguardo “CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / DUE PEZZI DA 90 IN ATTACCO. 90 COME LA PAURA (DI NON FARCELA…)

  • 1 Febbraio 2022 in 13:51
    Permalink

    Oh il livello del giornalismo nostrano è congruo a quello socetario nulla da eccepire, vi nutrite dell’analfabetismo funzionale del tifoso, tristissimi ed adeguati al contesto pallonaro, congratulazioni

  • 1 Febbraio 2022 in 14:50
    Permalink

    Vorrei chiedere a Schiroli e a tutti gli altri professorini della società con gli indici giusti etc. se nell’ultimo decennio a parer loro è stata migliore la Cremonese, in mano a imprenditore serissimo, bla, bla, bla che si è arrabattata tra C e B e se andrà bene prima o poi farà una puntatina in A per poi tornare subito indietro, il Cittadella (squadra modello bla, bla, bla) o la Sampdoria (tecnicamente in pegno al tribunale, posseduta e presieduta da uno arrestato), il Genoa (fino agli americani ovvio, adesso ci verrà a fare compagnia nei bassifondi della B) che non paga l’Iva ed è pieno di debiti, il Verona del continuamente attenzionato dall’ GF e pieno di debiti Setti? Nel calcio conta solo una cosa, vincere qualche partita e centrare gli obiettivi sportivi che si hanno. Il resto sono cannelle. Infatti Craus coi suoi indici è tre giorni che è parculato (non che prima non lo fosse, ma il livello si è alzato) dall’Italia intera.

  • 1 Febbraio 2022 in 22:45
    Permalink

    Pandev 0 gol in stagione. Direi che va benone per noi.

  • 2 Febbraio 2022 in 09:03
    Permalink

    Il vero male di questa società è la distanza che sta mettendo tra sè e la gente.

    I bei ricordi (e parlo solo di quelli recenti) che mi hanno legato al Parma sono di giocatori in mezzo alla gente..di Lucarelli in curva perchè squalificato…a bersi una birra col megafono..uno stadio che si riempiva per la serie D, per la serie C..di quella squadra (per altro), ha fatto parte anche un certo Simone Iacoponi..giocatore che in una fase iniziale non amavo particolarmente ma che, col passare del tempo, ha dimostrato di metterci davvero gli attributi, di essere un giocatore positivo…e credo che ognuno di noi lo leghi alla cavalcata vincente del primo lustro..non a caso.
    Ora, ci saranno sicuramente delle ragioni dietro questa faccenda ma il come Simone ha dovuto abbandonare la nave…spinto giù dall’arroganza di chi vuole comprare giovani stranieri buoni a far minusvalenze (nemmeno plusvalenze), lo trovo raccapricciante.
    Qui ci si è dimenticati che il calcio è romantico, il calcio è Jaap Stam che si fa cucire la faccia in panchina per rientrare, il calcio è (ahimè) un pareggio acciuffato quando la gente già andava via dallo stadio, il calcio è il foggia che batte il frosinone e ci regala la serie A all’ultimo respiro, il calcio è allenarsi una settimana per raggiungere un obiettivo comune, pioggia neve e vento..per poi trovarsi dopo l’allenamento con un bicchiere ed uno spaghetto tutti insieme, così, per il piacere di farlo e non perchè si deve.
    Se si pensa che il calcio possano essere gli interessi economici (seppur necessari, sia chiaro), non si è capito il calcio. Ci sono sicuramente aspetti economici, la società deve far quadrare i conti, ne sappiamo qualcosa. Tuttavia non potranno mai essere il nucleo, l’obiettivo principale, di una squadra vincente. Chi va in campo non può andarvi perchè è pagato, deve semplicemente voler andare in campo (ed essere pagato per questo). Simone Iacoponi è questo, Alessandro Lucarelli è questo.
    Forse è il caso di rimettere il pallone al centro di tutto, che, come scrissi alla mail ufficiale del Parma di Tanzi quando cedemmo Buffon nel 2001 (ancora credevo nel calcio), la pila di soldi non ti fa vincere nessuna partita e, ragionando col senno di poi, nemmeno quella sul bilancio.

    Mi sento tradito dei miei valori e non mi rispecchio in questa mentalità. Non sono arrabbiato, sono molto deluso, è molto peggio.

    Spero di vedere presto, non per forza persone diverse ma un atteggiamento diverso.

    • 2 Febbraio 2022 in 13:03
      Permalink

      La penso esattamente come te…..la maglia crociata su tutto il resto…. krause si e’ contornato di inetti….. nn abbiamo lo zoccolo duro italiano x fare spogliatoio e squadra….nn sappiamo difendere e neanche attaccare…..se rimaniamo in B è un successo….siamo molli….ciao iacoponi capitano umile in campo e uomo vero….

    • 2 Febbraio 2022 in 15:03
      Permalink

      Il calcio che dici tu, ossia il calcio “analogico”, senza interferenze di algoritmi, throw in managers, social, bilanci, ecc… è morto da un pezzo. Quello di cui parliamo ora è il figlioccio ibrido, un misto tra tutto quanto sopra riportato e di cui non c’è somiglianza alcuna con l’originale.
      C’è chi qui ha disprezzato il calcio biologico, e ok, c’è chi ha disprezzato il calcio pane e salame degli anni passati, e ok. Punti di vista. Ora però abbiamo questo. Qualcuno voleva una società con i soldi e di respiro internazionale, fatta da gente competente e non da ex calciatori del Parma Calcio.

      Eccovi accontentati.

      Ma quello che più mi spaventa è che non c’è limite. Non c’è volontà di trovare un punto di raccordo tra tifoseria e società. Due mondi distanti anni luce. Noi e loro.
      Mi dispiace ma nessuno potrà far tornare QUEL calcio. Ma forse qualcuno quantomeno potrà far tornare il calcio.

      • 2 Febbraio 2022 in 15:05
        Permalink

        volevo scrivere “gente dal CV competente”

  • 2 Febbraio 2022 in 12:44
    Permalink

    Di che ti lamenti gli indici sono ottimi

I commenti sono chiusi.