CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / QUESTIONE DI MODULO O DI FEELING?
(Gianni Barone) – Noi credevamo fosse solo questione di feeling (Riccardo Cocciante e Mina) con il goal, anche dopo il primo tempo oscurantista, invece alla fine gongola Iachini per il secondo tempo brillante della sua squadra “poliedrica” che gli regala la prima vittoria casalinga da quando è arrivato al Parma e sottolinea che si è trattato anche di questione di modulo, tre, per la precisione (quali? Please: noi ne abbiamo notato uno solo, quello a zona): forse alludeva ai tre sistemi di gioco che ha alternato nel corso dei novanta minuti e cioé: 4-3-1-2, 3-4-1-2, 3-5-2. Forse, non ne siamo certi, allora non è vero come sosteneva sempre D’Aversa, e non solo lui, che il modulo non conta niente, ma serve solo l’atteggiamento e l’interpretazione. Questi allenatori la raccontano come vogliono e come fa comodo a loro e noi qui a seguirli e pendere dalle loro labbra. Illusi noi. Modulo o non modulo, sistemi o non sistemi, gioco posizionale o no, il nostro
Patrick Fava lo spiegherà (forse), nei prossimi giorni, a tutti noi, più diffusamente e meglio, o almeno speriamo riesca a farci capire qualcosa in mezzo a tutto questo baillame e trambusto tattico (troppo cassino, mandrakate). Il Parma ha vinto, ha segnato e ha iniziato un percorso di rinascita e di rincorsa che fino a pochi giorni fa pareva quasi impossibile. Con un tourbillon di sistemi e di ruoli cambiati, scambiati, invertiti, “fluidi” secondo la moda imperante in altri ambiti, da far girare la testa e non altri organi (cuiun) come era accaduto finora, Iachini è riuscito
nell’impresa, di vedere i risultati sul campo dopo un lavoro svolto con impegno ed abnegazione in cui aveva sempre creduto essere l’unica strada maestra per giungere alla meta di un risultato finalmente positivo. Eppure il primo tempo, scialbo, incolore, sconclusionato, aveva fatto temere il peggio al cospetto di un Pordenone imbottito di giocatori che fino all’altro ieri militavano in Lega Pro (serie C per intenderci) e gli errori sul terzo e quarto goal subito lo hanno confermato, che sembrava quasi il Real Madrid dei
tempi d’oro. Poi tutto ad un tratto, come recitava Carletto Dapporto in una réclame anni sessanta, ecco che scocca la tanto agognata scintilla che non ti aspetti più, o mai più, perché mancava sulla ruota (del lotto o della fortuna fare voi) del Parma da tante, troppe, settimane. Scintilla che si chiama, per semplificare il quasi miracolo invocato, Pandev, il quale in venti minuti scarsi illumina la partita, prima di rientrare ai box per problemi fisici, e riesce a
spianare la strada alla goleada Crociata. Nel festival del goal hanno segnato tutti Benediczak che non doveva giocare, Man che doveva andare via, oltre a Vazquez ancora lui, e naturalmente Pandev, da molti ritenuto, alla fine del mercato, “un matusalemme” difficilmente congeniale alla causa gialloblù. Hanno segnato tutti tranne Simy, che era il più accreditato a farli, in virtù del suo passato prolifico in fatto di reti, appunto: molti sperano che si sia tenuto in canna i colpi da esplodere, nel prossimo turno contro la Cremonese, che dopo il crollo a Perugia del Frosinone, resta la formazione di serie B, più in forma del
momento. Tutto è bene quel che finisce bene, ma attenzione al durante. E tal proposito vorrei raccomandare a tifosi che formulano commenti via social, durante la gara, e ai giovani colleghi telecronisti che nel 1983, quando io iniziavo il mestiere, loro non erano ancora nati: astenevi dal dire minchiate a partita in corso, prima della fine; si fa cronaca durante, i commenti – cavalli o no – si fanno dopo. Sarebbe bene sfruttare l’occasione per fare più bella figura tutti, non vi pare? E ricordatevi la seguente massima del compianto Massimo Troisi “L’amore è tutto quello che sta prima e quello che sta dopo. Magari bisognerebbe tenere più in considerazione il durante”. Amore per la squadra del cuore e per la professione sarebbero in questo modo salvaguardati con onore. Gianni Barone
Parlare di moduli è un invenzione dei giornalisti per avere sempre e comunque qualcosa su cui disquisire, favoleggiare, immaginare e analizzare parlando delle infinite sfumature che concede l’argomento ( addirittura ho visto che, ultimamente, si utilizzano le frazioni: 3-4 1/2-2 1/2 ecc.).
L’unica cosa che conta è la qualità dei giocatori: Buffon non tradirà mai, Vasquez segnerà altri gol di sicuro a prescindere dal modulo, la differenza tra il trentottenne Pandev e Bonny emergerà in qualsiasi modulo si adotti, Bernabè – ex cardiopatico ventenne che non giocava da nove mesi – tiene la palla, vince l’uno contro uno, illumina, Juric la perde sistematicamente.
Il modulo influisce solo nel momento in cui ti fa schierare i giocatori fuori ruolo.
Qui non si vuole inventare niente, si vuole solamente educare all’uso corretto dei termini in materia di tattica calcistica. Usare il termine modulo in modo improprio non va bene. Modulo non è uguale a sistema di gioco questo lo dicono i testi e lo si insegna ai corsi per allenatore di ogni livello. Quindi sarebbe opportuno d’ora in avanti, se si vuole parlare di calcio, usare i termini esatti ed appropriati sia da parte degli addetti ai lavori che da parte dei tifosi. Il modulo attuato oggi e’ quasi sempre quello a zona che differisce da quello a uomo che veniva utilizzato tempo fa. Quelli che cambiano sono i sistemi di gioco.
Prima di tutto, signor Barone, volevo dirle che leggo regolarmente i suoi articoli perchè sono i più
interessanti e capaci di cogliere i punti di interesse principali, veramente. Detto questo volevo solo
sottolineare che, esprimendomi forse non correttamente, nelle discussioni sui forum o nei commenti
sui vari siti si abusa dei termini modulo o sistema di gioco quando invece, ad esempio, proprio gli addetti ai lavori (allenatori, giocatori, ecc.) focalizzano sull’ atteggiamento, sull’ interpretazione, sulla tecnica, sulla “testa”, sulle motivazioni la riuscita delle loro performance.
Sinceri saluti.
Non nascondiamoci dietro a un dito o a mille questioni tattiche: Pandev con la sua esperienza e il suo carisma ha letteralmente cambiato la gara.
Questione di Pandev. Le partite e i campionati li vinci con giocatori forti di carisma e esperienza. I giovani stranieri di belle speranze vanno bene al Circo allenati dal Ciarlatano.
Per quanto riguarda Simy sicuramente è un buon calciatore ma ricordiamoci che nel Crotone aveva segnato diversi goal ma aveva a fianco Ounas e Messias ….per cui se Pandev e Vasquez tengono va pure bene ma se uno dei due manca è notte fonda, in quanto il polacco è anche bravino ma non dialoga certo come Pandev, è una prima punta ( a proposito qualcuno ha notizie di Inglese…o si è disperso nelle nebbie padane).
Comunque a Cremona speriamo che giochi Del Prato a dx, Pandev e perchè non provare Schiattarella e Bernabe insieme? Tanto su Sohm e meglio non contare e non vorrei andare oltre per non sparare sulla croce rossa e Juric è squalificato (sarà un danno?)…
Forza Parma