TATTICA-MENTE, di Patrick Fava / LA SVOLTA: SAPER SFRUTTARE L’AMPIEZZA E I MOVIMENTI A DIVERGERE DEL TREQUARTISTA NEGLI HALF SPACES VERTICALI

(Patrick Fava) – La svolta: dopo i primi 45′ di Parma-Pordenone nessuno poteva immaginarsi un epilogo del genere. La squadra di Mister Iachini è riuscita a ribaltare una partita che, alla vigilia, sembrava essere alla portata dei gialloblù, ma che dopo la prima frazione, sembrava aprire le porte ad una crisi senza fine. L’allenatore ducale sorprende tutti affidandosi ad un 4-3-1-2 (speculare al Pordenone di Mister Tedino), con Man trequartista alle spalle del duo Simy-Bonny e con Vazquez in posizione di mezzala sinistra. Il Parma sembra approcciare bene la gara nei primi 10′ gestendo bene il pallone, cercando di aggirare il blocco difensivo centrale orchestrato dalla compagine neroverde, che, però, al primo affondo passa, grazie ad una bordata da fuori di Di Serio (gran gol il suo) che s’infila all’angolino basso alla sinistra di Buffon. Da qui fino al 45′ il Parma ha un blackout mentale: la manovra in fase offensiva risulta sterile e priva di idee, ma soprattutto i Crociati danno la sensazione di non saper leggere dove fare male agli avversari. I friulani, una volta trovato il vantaggio, hanno pensato bene di presidiare la propria metà campo, cercando di chiudere gli spazi centrali e tra le linee. I gialloblù hanno continuato ad intestardirsi provando a giocare centralmente, dove vi era una grande densità di avversari, non trovando mai la possibilità di avanzare in modo pulito sul terreno di gioco. Iachini corregge il sistema di gioco al 35′ della prima frazione passando ad un 3-4-1-2 con Man dirottato tutta-fascia a sinistra e Vazquez ad agire sulla trequarti con Bernabè e Juric in mediana e Cobbaut a fare terzetto insieme a Danilo e Osorio nella zona centrale di difesa: chiaro l’intento del tecnico di sfruttare meglio l’ampiezza avendo già gli esterni in posizione più avanzata. Il rombo soffre l’ampiezza del campo e da sempre soffre le disposizioni con la difesa a 3. Nella ripresa l’ingresso di Pandev al posto di Bonny dà nuova linfa alla squadra, ma soprattutto salgono in cattedra Vazquez e Man. El Mudo capisce di dover andare a cercare gli spazi sugli half-spaces tra il centro la fascia: questo gli ha consentito di giocare più palle libere, ma, soprattutto, questo ha consentito al Parma di risalire il campo e di insediarsi stabilmente nella metà campo avversaria, cosa non riuscita nella prima frazione. I Crociati sono riusciti a cambiare il fronte del gioco con più velocità: questo ha consentito ai quinti (specie a Man) di poter puntare il terzino avversario e insieme alla collaborazione di Vazquez poter creare pericoli alla retroguardia di Tedino che nel primo tempo non aveva mai corso un pericolo. Non è un caso che i due gol che ribaltano la gara avvengano proprio sulla sinistra con il movimento divergente di Vazquez nell’half space profondo, con conseguente cross per l’accorrente Pandev che firma il primo gol con la maglia Crociata. Il 2-1 nasce da un’iniziativa personale di Man, che nella ripresa è cresciuto: il nazionale rumeno s’infila centralmente saltando Zammarini, trasmettendo a centro area per Pandev che trova una splendida risposta di Perisan, che però non può nulla su Man, abile a seguire l’azione e ad insaccare il gol che fa esplodere un Tardini che fino a quel momento aveva assaporato un pomeriggio di grigiore assoluto nonostante, atmosfericamente, una giornata splendida. Appena dopo i festeggiamenti, i Crociati si ritrovano incredibilmente sul 3-1: il calcio d’inizio battuto dai neroverdi è da sciagura, Sabbione ritarda un rinvio e si fa intercettare palla da Vazquez che resiste alla carica di Bassoli e infila l’incolpevole Perisan. Partita chiusa: settimo gol in campionato per El Mudo e tre punti fondamentali per i gialloblù, conditi dalla perla di Benedyczak che porta il risultato sul 4-1, complice un errore di lettura del portiere friulano. Una partita dai due volti, dunque: un primo tempo da 4 e un secondo tempo da 9 in pagella. Determinante il cambio di sistema del mister, l’ingresso di Pandev, ma soprattutto la strategia di sfruttare l’ampiezza e i movimenti a divergere del trequartista in modo da creare imbarazzo alla difesa friulana negli half spaces verticali. Forza Parma. Patrick Fava

Patrick Fava

Patrick Fava, 37 anni, di professione impiegato ed allenatore di calcio (UEFA B) come hobby, attualmente è in forza al Fiorano (Campionato di Promozione Girone C. Appassionato di match-analysis e di tattica calcistica è sempre pronto a studiare i principi di gioco dei grandi allenatori italiani ed europei, ma soprattutto è un grande tifoso del Parma

5 pensieri riguardo “TATTICA-MENTE, di Patrick Fava / LA SVOLTA: SAPER SFRUTTARE L’AMPIEZZA E I MOVIMENTI A DIVERGERE DEL TREQUARTISTA NEGLI HALF SPACES VERTICALI

  • 14 Febbraio 2022 in 19:09
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    avrei una piccola domanda. Come mai il signor Fava, che è così bravo a parlare e scrivere senza contraddittorio , non è altrettanto bravo ad allenare?
    Ogni volta ha una spiegazione a posteriori di tutto ma a parte il Fiorano ( promozione e under) non mi risulta aver mai svolto attività tra i professionisti.
    Curiosità senza polemica

  • 14 Febbraio 2022 in 20:24
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    Domani senza Buffon e Pandev sarà un bel banco di prova e di carattere. Speriamo che il 4-1 in rimonta di sabato faccia capire al gruppo che giocando di squadra ce la si può fare, indipendetemente da chi scende in campo.

  • 15 Febbraio 2022 in 07:56
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    A me basterebbe vedere una vacca volta una squadra che lotta 90 minuti. Poi siamo in casa della prima e ci sta pure di non vincere, ma da 2 anni questa squadra ci delude, su là… date un segno di vita.
    Certo, siamo pure sfigati, Pandev le belè rot… ma non è il momento di cercare scuse.
    Questa Società ha molto da farsi perdonare, cominciamo da stasera a Cremona…

  • 15 Febbraio 2022 in 11:36
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    Gli “half space”??Dai la par piaser, con tutto il rispetto, ma non facciamo i fenomeni con termini inglesi mai sentiti. Mo che lavor

  • 15 Febbraio 2022 in 16:33
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    Berlusconi sembra voglia convocare il Ciarlatano perché vuole spiegargli che non si gioca dal basso ma anzi il portiere deve lanciare le punte.

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