CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / E’ RIGORE ANCHE QUANDO ARBITRO NON FISCHIA?

(Gianni Barone) – Per smentire l’adagio «Rigore è quando arbitro fischia» che aveva reso famoso Boskov (non solo come allenatore della Sampdoria, Campione d’Italia 90, ma anche come «poeta») il Parma contro la Reggina le aveva tentate tutte, fino a rimanere scornato da tre episodi, due dei quali definiti oggettivi dal D.T. Ribalta, ritornato all’eloquio pubblico, sui quali – direttore di gara in primo grado e Var in appello – avevano ritenuto giusto e lecito non intervenire, secondo la loro scienza inappellabile, applicata al calcio, «perché i fatti non sussistevano» minimamente. Della serie, visto che la buona fede deve essere indubbia e sacrosanta, allora subentra l’incapacità, la scarsezza o scarsitudine, che dir voglia, dei due suindicati organi di giudizio, palesemente e macroscopicamente, colti in errore. Il tutto per dire che la classe arbitrale italiana, tanto acclamata dalla sua stessa autoreferenzialità – in campo in primis, dalla sala Var in secundis – ha clamorosamente «toppato», ancora una volta, in generale, e per la prima volta in particolare, ai danni del Parma, unica squadra, finora, della genìa di quelle professionistiche, a non aver avuto la gioia e la soddisfazione di vedersi e sentirsi fischiare un rigore a favore. Se prima il fatto era stato motivato, secondo irriducibili attenti analisti, dalla scarsa tendenza della squadra e dei suoi giocatori a riempire l’area avversaria con convinzione e pericolosità, all’indomani del pareggio con la Reggina, suona come un qualcosa d’immeritatamente ingiusto a conferma delle lagnanze di allenatore e direttore tecnico nel post partita di una gara pareggiata e non vinta a fronte di inequivocabili meriti tecnici e sportivi esibiti. Un’altra partita della svolta che non ha svoltato per niente, pur tra le legittime recriminazioni, di cui sopra, che proietta l’universo futuro Crociato/gialloblù in un clima di incertezza e di paura di non farcela, davvero, a raggiungere l’obiettivo minimo stagionale, al momento vivo, sembra, solo nel campo della pura aritmetica. Eppure Iachini, dopo Monza, sembrava aver raccolto le critiche di chi gli aveva detto di aver ecceduto in genialità, volta all’utilizzo di troppi giovani in ruoli chiave, l’aver cambiato elementi indispensabili, e il non aver pensato a due trequarti alle spalle dell’unica punta centrale. L’undici iniziale con Vazquez, Brunetta, Simy, in un tridente asimmetrico, garantiva tecnica e fantasia utili a confezionare, nella perfezione del suo asse, la prima meritata segnatura che sembrava poter essere capace, in virtù del gioco prodotto a seguire, di ripetizioni utili a mettere k.o, una fallosa – ai limiti dell’intimidazione – Reggina plasmata da uno Stellone, prodigo di concretezza nelle precedenti uscite, ma non meritevole nella gara in oggetto, priva di azioni offensive importanti e degne di nota, del risultato positivo raggiunto. La solita partita storta per il Parma e dritta e fortunosa per gli altri che, a dispetto dell’inferiore tasso tecnico di gioco, possono ancora, incredibilmente, nutrire sogni di gloria play off. Incredibile, ma vero, la classifica inchioda ad una realtà che il campo sembra non voler o non essere in grado di fotografare. La squadra diventata tale dalla cura Iachini, ancora sotto accusa della critica locale, non sboccia del tutto, nonostante la difesa che regge e con le invenzioni felici, Man e Bernabé, che si riconfermano più che mai. Però, aldilà di tutto quello che riluce in una prestazione positiva, a tratti convincente, manca ancora qualcosa: molti identificano in Simy, e nella sua mancata esplosione in zona goal, nella sua scarsa pulizia tecnica di controllo e di appoggio, unito all’egoismo inutile di un’azione che poteva finire meglio, il problema, potrebbe anche darsi che sia così, però cattiva sorte ed episodi avversi, concorrono a segnare questa parte della stagione in maniera negativa ben oltre i limiti, le inadempienze e le omissioni di carattere e personalità, ormai legate temporalmente solo al passato recente, o all’inizio di stagione decisamente non brillante. E proprio su questo scenario s’inseriscono i moti d’ira e fastidio espressi in presenza di decisioni arbitrali avverse. Non resta che attendere momenti migliori, se mai ci saranno o si avrà l’abilità o la fortuna di costruirli, verrebbe da aggiungere, ma il fatalismo non produce punti e vittorie e nel calcio non è mai un buon alleato o un proficuo consigliere. Basta sperare: serve crederci e credere ancora non diciamo combattere per non scadere in logiche e retoriche di guerra, visti i chiari e più realisticamente, gli scuri di luna, del momento, più che mai inopportuni. Però osare di più non farebbe male e allieterebbe il clima e allevierebbe l’ansia per i rigori non dati, non perché non c’erano, ma solo perché l’arbitro non è stato in grado di vedere unito alla presunzione di non ricorrere, ad un Var, o una Var, che non c’è, non c’era, e se c’era, ma quanto dormiva e russava! Ronf ronf, o sono veramente scarsi. Punto. Gianni Barone

Gianni Barone

Gianni Barone, al secolo Giovanni Battista, nasce a Casale Monferrato (Alessandria) nel 1958 e si trasferisce a Parma nei primi anni 60. Qui matura la sua grande passione per il calcio, prima in qualità di calciatore dilettante fino alla Prima Categoria e poi, di allenatore, direttore sportivo, radio-telecronista, conduttore e opinionista di talk show sportivi. Giornalista pubblicista dal 1990, inizia con Radio Emilia nel 1983, prosegue con Onda Emilia (dal 19849 e Radio Elle (dal 1990). In Tv cura i collegamenti da Parma per "Il Pallone nel 7" (1991-92) di Rete 7 (BO) e collabora con la redazione di Retemilia. Negli anni Novanta effettua telecronache e servizi per il TG sulla squadra Crociata per Teleducato. Dal 2002 al 2008 produce servizi dal Tardini per Telenova di Milano all’interno della trasmissione "Novastadio". Nel 2009 commenta per La7 digitale terrestre e per Dahlia Tv, le partite del Parma Calcio in Serie B. L’attività di telecronista, conduttore e opinionista lo vede nel tempo collaborare anche con San Marino Tv e 7 Gold. Dal 2016 è titolare della rubrica «Cattivo Cittadino» sul quotidiano on line Stadiotardini.It, di cui è vicedirettore esecutivo. Attualmente, per il service Edirinnova, commenta le partite di serie D del Lentigione trasmesse da Telereggio ed è frequentemente ospite di Bar Sport su 12 Tv Parma. Allenatore UEFA B, istruttore qualificato Scuola Calcio, è stato direttore sportivo di settore giovanile alla Langhiranese Val Parma dal 2010 al 2013, e al Juventus Club Parma dal 2014 al 2015. E' autore del libro «Il metodista (Storia della tattica calcistica) edito da Edizioni Progetto Cultura, Collana Sempre Sport (Anno 2006).

7 pensieri riguardo “CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / E’ RIGORE ANCHE QUANDO ARBITRO NON FISCHIA?

  • 7 Marzo 2022 in 01:39
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    come ho già detto l arbitro va aiutato con 6 ammoniti dopo mezz’ora non siamo stati capaci di farne espellere uno con malizia o mestiere che dir si voglia , bastava fargli sentire lo scarpino a uno dei 6 e con malizia qualche scorrettezza verbale e ci scappava una reazione da ammonizione e quindi espulsioni ma i nostri nisba !!! zero malizie squadra senza nerbo quasi demotivata ……..i rigori io così netti non li ho visti certo se li vedi in tv al replay tutto e’rigore !! ma il calcio e sport di contatto allora c’è n era almeno un paio anche per la reggina …. il var non può intervenire sulle spinte e l arbitro che deve valutare l entità e siamo sicuri che fosse così forte la spinta ? bho ribalta forse la guardava in tv ….per cui il var non è intervenuto perché non può valutare l entità della spinta . Detto questo si torna alla furbizia ma se correa come ha fatto capire iachini vecchia volpe anziché correre dritto verso il fondo avesse avuto la malizia sentendo l avversario dietro ma essendo davanti con il corpo di stringere verso il centro ecco che si sarebbero incrociate le gambe e allora il var interveniva !! se ci fosse stato coda o qualche punta esperta di portava a casa il rigore siamo sempre lì i ns giocano con superficialità e senza esperienza ecco perché non ci danno i rigori quante volte l anno scorso abbiamo visto punte che al posto di correa rallentavano e si facevano travolgere e dare rigore contro il parma !! …poi ripeto è scandaloso …..6 ammoniti alla mezz’ora solo contro il parma la reggina poteva arrivare in 11 al 90esimo !!! ps piuttosto era da espulsione il fallo su man l ultimo

  • 7 Marzo 2022 in 09:48
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    Se Ribalta&Pederzoli non vengono cacciati a calci il circo non leverà mai i tendoni. Il “mercato” di gennaio è stata una dichiarazione di totale inadeguatezza e incapacità.

    • 7 Marzo 2022 in 11:14
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      Totalmente d’accordo con te👍

    • 7 Marzo 2022 in 17:59
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      Guarda secondo me è colpa di Carli se non di Faggiano

  • 7 Marzo 2022 in 12:03
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    Si, tutto giusto. Bastava comunque avere qualcuno che la butti dentri e si portava a casa il risultato senza problemi.

  • 7 Marzo 2022 in 15:33
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    Ottima disamina, sempre forza Parma.!!!!!!

  • 7 Marzo 2022 in 19:08
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    Vero che, caso più unico che raro, non abbiamo ancora avuto un rigore a favore, ma – come sottolinea giustamente l’amico Gianni – per tre quarti di girone d’andata, o forse più, faticavamo perfino ad entrare nell’area avversaria; diciamo che questa è stata la seconda volta che ci poteva essere assegnato un penalty. La prima, ricordo, a Monza sullo 0-0, clamorosa strattonata sul Mudo da calcio d’angolo. In effetti, un undici un po’ più “smaliziato” non avrebbe permesso alla Reggina di finire in 11 e quindi molto molto probabilmente l’avremmo vinta.
    Quello su cui sono… “pienamente d’accordo a metà” (chi ricorda Garzya nella sigla iniziale di Mai dire Gol??), è sulla deleteria sostituzione di Bernabè il quale secondo me è uscito perchè ammonito, non soltanto per stanchezza. Anzi, a proposito delle 4 ammonizioni subite finora da Bernabè, almeno 2 non erano nemmeno fallo!!!

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