CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / GIOCARE ANCHE BENE CONTINUA A NON SERVIRE A NIENTE
(Gianni Barone) – Da noi non può succedere che il migliore vinca sempre. Ma almeno una volta. Invece è successo. Cosa? Lo sanno ormai tutti: che giocare, non male, anzi bene, continua a non servire a niente. Qualcuno azzarda “prestazioni del genere aumentano l’autostima”: sì l’aumentano al pari del divario che separa il Parma dalla soglia della quota play off, che vola, vola sempre più e non ne vuole proprio saperne di farsi raggiungere dalla pattuglia di Iachini, ancora una volta protagonista di una prestazione incompiuta: buona nella tenuta difensiva, con discreta razionalità di gioco a centrocampo, ma in avanti sempre troppo poco incisiva. In una gara in cui tutti gli attaccanti, da una parte e dall’altra (e dall’altra vi erano fior di marcatori come Coda e Stefezza), che perdono miseramente il confronto con le opposte difese, sugli scudi più che mai. Ne è scaturito un pareggio che non serve a nessuna delle due contendenti, in termini di miglioramento delle rispettive classifiche, ma che serve a certificare la loro difficoltà nell’assicurarsi la certezza del raggiungimento degli obiettivi minimi stagionali. Poiché se il Parma deve dare l’addio, travolto dall’ineluttabilità dei numeri, al sogno del miracolo dell’ottavo posto, lontano ormai anni luce, il Lecce, dopo il quarto pareggio consecutivo, ha dato l’impressione di non essere in grado di raggiungere la promozione diretta in A, visto anche gli exploit, quasi incredibili, di alcune delle altre contendenti. Una partita equilibrata con un leggero predominio offensivo del Parma, ancora però, troppo poco determinato in zona goal. Di converso bene la difesa, con Turk, Delprato, e soprattutto con Circati, (giocatore importante per il futuro) che è riuscita ad imbrigliare l’attacco avversario, esplosivo, limitatamente alla gara di ieri, solo sulla carta. Ancora una convincente prestazione di Bernabè, che non sarà al momento il nuovo Pirlo, ma il nuovo Tonali si, grazie alle giocate con tempi di gioco e qualità di palleggio, quasi perfetti. Un lusso si direbbe, al pari del “genio” indiscusso di Vazquez, che continua a non servire del tutto alla causa Crociata in fase d’attacco. Il cruccio maggiore di questa stagione: tanti nomi nobili che non riescono a tramutare il loro valore in risultati di eguale portata e che aumentano il rammarico per ciò che non è stato, ma che poteva, anzi doveva essere. Rimpianti a non finire per chi avrebbe dovuto dire « da noi non può succedere». Non può succedere di essere sempre incollati allo stesso posto in classifica da tanti e troppi mesi, nonostante il cambio tecnico, di regime, e di gestione. Da noi non può succedere che due attaccanti come Tutino e Simy, sempre decisivi, in passato, in B, non riescano a far esplodere il loro potenziale. Da noi non può succedere di avere davanti in classifica squadre neo promosse come le due umbre, Perugia e Ternana, oltre all’Ascoli e alla Reggina. Da noi non può succedere di giocare alla pari con squadre di vertice come Pisa, Cremonese, Monza e Lecce, appunto, e non riuscire mai a vincere. Da noi non può succedere che non si riesca a battere nessuna delle squadre di testa. Non può succedere, avremmo pensato e creduto alla vigilia, un po’ tutti, invece é successo che gli altri che lottano per la serie A, non avranno tra i piedi lo spauracchio Parma, che, da ora in avanti, non farà più paura a nessuno. Invece da noi può succedere tutto questo, tutto questo sprecare l’ennesima occasione per dimostrare il contrario: non sempre si riesce a fare ciò che si è, non sempre si riesce a dimostrare la propria superiorità tecnica ed economica. Perché al motto «vinca il migliore», qualcuno con il suo idioma preferito è sempre pronto a rispondere «sperema de no». Nereo Rocco e la sua logica di provincia «razza Piave» docet, sempre nonostante l’evolversi dei tempi e del gioco. O no? Gianni Barone
Ma tanto anche se giocassimo male non riusciremmo lo stesso a buttarla dentro. Va ringraziato Ribalta per averci infilato un pacco dietro l’altro in avanti.
Eh mo tsì catìv Luca… ha sbagliato qualche acquisto qua e là. Solo qualcuno.
Ha preso maresca, ha tenuto Inglese, Brunetta, Osorio e Busi, ci ha regalato Osterwoolde, Cassata, Costa, Correia, Traorè, Koulibaly, Danilo, Juric, Bonny e l’impagabile Simy, na pianta in mesà al camp.
Direi che la tua analisi è un po’ troppo severa…
Nel concetto di giocare bene cè sempre stata e ci sarà sempre una forte componente soggettiva, ma quando non si tira in porta il problema direi che non si pone neppure.
Piuttosto viene in mente che la coperta è sempre corta e ora abbiamo coperto i piedi invece che la testa
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Bravo Gede