IL COLUMNIST di Luca Russo / TOLLERATA UNA INTOLLERABILE CACCIA ALL’UOMO
(Luca Russo) – Parma-Reggina era l’ultima chiamata per l’impossibile. Se non l’ultima, una delle ultime occasioni per provare a riprendere in corsa il treno play off. Il tentativo di aggancio è fallito: dopo il pareggio interno per 1-1 contro la squadra allenata da Roberto Stellone i Crociati, pur avendo una partita in più rispetto a Perugia, Ascoli e Frosinone, restano ad una distanza siderale dall’ottava piazza utile per guadagnarsi l’accesso al post season. E recuperare otto punti con sole dieci giornate da disputare sembra oggettivamente una missione impossibile. Tuttavia non ho alcuna remora nel definire l’1-1 di oggi un risultato che sta stretto al Parma e premia oltremodo gli ospiti, e non per questioni squisitamente tecniche, ma per decisioni arbitrali discutibili che a mio avviso hanno inciso profondamente sul punteggio finale a sfavore degli uomini di Iachini. In un altro contesto la Reggina avrebbe terminato l’incontro odierno con una o due espulsioni al suo passivo e invece il direttore di gara le ha perdonato, nel primo tempo, un atteggiamento antisportivo e visibilmente cattivo che si è espresso nella caccia all’uomo andata in scena prima su Vazquez e poi estesa al resto della truppa gialloblu. Una caccia all’uomo rispetto alla quale la giacchetta nera ha sventolato solo cartellini gialli e qualche rimprovero poco ascoltato, se non dopo il quinto, sesto fallaccio ai danni dei nostri. E avrei da ridire anche su quanto accaduto in area di rigore calabrese oltre il novantesimo, ovvero la trattenuta evidente, troppo evidente per non essere colta né sanzionata con la massima punizione, che ha impedito a Correia di calciare a rete o crossare in mezzo: se al suo posto ci fosse stato un Mertens, ho ben pochi dubbi che sarebbe stato concesso il penalty. Esaurite le polemiche legate alla direzione di gara, torniamo agli aspetti più strettamente calcistici. Il Parma del primo tempo si è fatto apprezzare sia perché non è caduto nelle provocazioni bene assestate dagli ospiti, sia per aver saputo muovere la palla e governare il ritmo della sfida in scioltezza, senza quasi mai soffrire le rare incursioni della Reggina ed esibendo una tenuta difensiva che se ci fosse stata pure nelle occasioni precedenti, ora probabilmente staremmo parlando di un altro campionato e di obiettivi più in linea con le ambizioni manifestate in avvio di stagione. Nella ripresa, dopo l’iniziale e comunque non troppo convinto arrembaggio dei calabresi, i Ducali si sono distinti per la capacità di tenere l’incontro su livelli tali da non permettere ai rivali di confezionare occasioni da gol di rilievo. Poi la loro rete è arrivata in maniera rocambolesca ed è qui che sono riemersi i limiti del Parma, perché qualche opportunità per rimettere il musetto avanti ce l’ha avuta, ma l’ha sprecata o per imprecisione nel tocco di rifinitura o per poca lucidità sotto porta. Nulla di nuovo, ahinoi. A Monza è andata grosso modo alla stessa maniera, però stavolta fa più male: quando devi recuperare terreno in graduatoria, il fattore campo dovrebbe essere un alleato, non un’incognita. La classifica, dunque, resta deficitaria e potrebbe addirittura peggiorare, se dagli altri campi dovessero arrivare risultati non favorevoli. Era l’ultima chiamata per l’impossibile. Salvo colpi di scena, Parma-Reggina è invece diventata il primo squillo della prossima stagione. Adesso squadra, allenatore, dirigenza e società hanno l’onere e direi l’onore di impiegare il tempo da oggi ai titoli di coda di questo campionato per preparare la B dell’anno venturo con l’obiettivo di rendere un po’ meno impossible e proibitivo il sogno di ritornare in massima serie. Luca Russo
Dopo due anni di fallimenti ce la farà finalmente Krause a capire cosa non va?
Di sicuro potrebbero blindare giocatori validi anche se non si fanno nomi si sanno che i giovani sono validi (Benedyczak, Del Prato, Bernabè) tanto per citarne 2 a caso. Iniziare a smaltire quelli che non vanno bene per il Parma tipo il fenomeno di Simi certo per altre squadre lo è ma qui proprio non ne becca mezza neanche a regalarla e altri fenomeni sul simile.
Poter pensare a rinforzi seri e mirati nei punti critici.
Si, noi sappiamo cosa fare. Dubito che però lo sappia Krause, soprattutto se confermasse Ribalta.