PAROLE CROCIATE, di Luca Ampollini / UNA PARTITA CHE DIMOSTRA CHE IL PARMA AVREBBE POTUTO GIOCARSELA CON TUTTI
(Luca Ampollini) – E’ sembrata, quella vista oggi al Tardini, una partita tra due squadra appaiate in classifica, in testa o nelle prime posizioni, in lotta per salire in serie A. Invece tra Parma e Lecce ci sono ben 17 punti, un divario incredibile, che rattrista non poco, considerando ciò che questa squadra avrebbe potuto fare in questa travagliata annata. Una gara che ha riabilitato i valori della compagine crociata, che ha giocato alla pari, sul piano dell’organizzazione, dell’agonismo, del ritmo e delle occasioni, coi blasonati avversari. L’impianto di gioco disegnato da Iachini ha funzionato: la difesa ha neutralizzato e disinnescato lo spauracchio Coda, poco aiutato da due esterni offensivi ben ingabbiati da Rispoli e Man, a centrocampo il rientrante Bernabè, soprattutto nel primo tempo, ha dato impulso e vitalità nelle due fasi, coadiuvato da un Sohm in continua crescita. Davanti Tutino e Benedyczak hanno creato scompiglio dimostrando buona affinità e hanno mantenuto alti i ritmi, svariando con efficacia su tutto il fronte offensivo. Sono mancate solo le magie di Vazquez, poco preciso e ispirato: la giornata non esaltante del Mudo però non ha influito negativamente su una squadra evidentemente in salute, apparsa comunque sempre equilibrata e pericolosa. E’ mancata un po’ di concretezza davanti, le due occasioni per tempo avute e le mischie in area potevano essere sfruttate decisamente meglio, ma nel complesso, il non aver concesso quasi nulla a Coda e compagni, conferma l’elevata statura della prestazione. Dopo un ottima prima frazione il Parma ha provato a vincere anche nella ripresa, ma i cambi a sostituire chi aveva giocato i primi 45 minuti non hanno mantenuto la stessa qualità: Pandev e Simy,soprattutto, hanno reso decisamente meno di chi li ha preceduti, non riuscendo, sul piano del ritmo e dell’intensità, ad essere efficaci come Tutino e Benedyczak. Questi ultimi, unitamente a Bernabè, sono stati cambiati perché probabilmente stanchi e a fine corsa ( speriamo sia così), ma è indubbio che la squadra ne abbia risentito. Da segnalare le prove maiuscole di Danilo, prima di essere obbligato ad uscire, Circati, che lo ha sostituito ottimamente, Man, bravo ad arginare Strefezza, a saltare l’uomo con regolarità nel ripartire, ma meno a concludere: sobbarcarsi però di un lavoro così sfiancante sulla fascia gli impedisce ovviamente di essere lucido nelle conclusioni o dinanzi alla porta avversaria, ed e’ un peccato perché prima di arrivare a Parma ha sempre segnato valanghe di reti a conferma dei suoi requisiti in zona gol. Una menzione speciale la merita Turk, sempre sicuro ed efficace anche a rimediare ad un’esitazione, con 3 parate in successione a salvare la propria porta, nel secondo tempo di oggi, nell’unico vero pericolo creato dagli ospiti. Lo 0-0 finale, quindi, lascia l’amaro in bocca: non tanto per l’epilogo, quanto per i valori espressi da una squadra che avrebbe potuto giocare, date le qualità di cui dispone, un campionato completamente diverso. La differenza del match odierno, rispetto alle due figuracce precedenti col Lecce, lo dimostra ampiamente, ma rimane ahinoi una magra consolazione. Luca Ampollini
Grazie a dio a fine stagione Simy torna a Salerno. Ormai è assodato che con lui in campo non si vince mai: lento, impacciato e mi pare pure svogliato.
Definizione tecnica: un caval paciò
Quando ad Agosto tutti ci davano come “ammazza-campionato” mi mettevo a ridere perchè sapevo bene che non sarebbe stato così. Avevo ipotizzato un difficoltose ingresso nei play-off per poi giocarsela lì.
Mi sono chiaramente sbagliato, per dirla tutta una stagione così ciofeca non me la aspettavo.
Non pensavo che KK avrebbe fatto le stesse boiate dell’anno prima. Ma mentre l’anno scorso le attenuanti c’erano quest’anno no. Il primo responsabile è lui. Punto.
Ora credo di interpretare il sentimento del 80% dei tifosi della sua squadra (ricomincerò più avanti a chiamarlo Parma), pensando che occorre una cosa sola: stabilito che dai piedi non ce lo leviamo, preghiamolo almeno di farsi da parte dal punto di vista dirigenziale.
Iachini per me va bene, occorre un DS vero, uno solo, capace di far fronte alle richieste del tecnico.
Tabula rasa dei vari Ribalta e Pederzoli, un coacervo di incapacità e presupponenza che qui non si vedeva da tempo, basta stronzate manageriali come figure legate a squadre di ben altro rango con un marketing diverso dal nostro (Jaap Kalma docet), e basta anche menarla con lo stadio perché prima occorre avere una squadra seria da farci giocare dentro e il tifoso medio più ne sente parlare più si incazza, vista la situazione.
KK vuole delle soddisfazioni? DELEGHI! Deleghi a chi ne sa davvero.
E forse potremo godercela anche noi. E sarebbe ora.
ps: probabilmente l’anno prossimo c’è il derby… qualcuno glielo spieghi.