CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / FANTASCIENZA DI MERCATO

(Gianni Barone) – Bisogna stare molto attenti ad essere ciò che si fa finta di essere per non perdere del tutto la strada: quindi, a furia di confondere ciò che si vorrebbe avere con ciò che effettivamente si può pretendere di avere, assistiamo ad una sorta di fantascienza del mercato, da non confondere con il calcio mercato del fantacalcio, ossia il fantamercato che tutti noi conosciamo ormai da decenni. Dopo l’arrivo di Pecchia, che tra poche ore sarà ufficialmente presentato dal presidente Kyle Krause allo Stadio Tardini, molti danno per scontato tante, troppo cose.
Primo: tutti i giocatori migliori della Cremonese vengono accostati automaticamente al Parma, quasi per applicazione di una sorta di proprietà transitiva che nel calcio raramente trova la sua espressione massima.
Secondo: attribuiamo al Parma, la capacità di arrivare a ciò che di meglio ha saputo offrire il campionato di B, appena terminato.
Terzo: visto che il nuovo tecnico, nella sua ultima positiva esperienza ha adottato, in prevalenza, il sistema di gioco 4-2-3-1, all’interno del modulo a zona, praticato da tutti, quindi immutabile e non sottoposto a nessun tipo di variazione come la maggior parte di giornalisti, anche illustri, e tifosi, anche esperti, vorrebbe far apparire, ecco che molti si affannano ad inserire, nel citato sistema, vecchi e nuovi giocatori precludendo, di fatto, possibili e probabili ravvedimenti tattici da parte del neo tecnico Crociato.
Quarto: annotiamo, con piacere, che in molti concordano con noi sul fatto che all’ultimo Parma sono tremendamente mancati giocatori adatti alla categoria, e di qui la corsa affannosa alla ricerca, per il Parma prossimo venturo, di elementi ancestralmente portati alla lotta, alla corsa, e alla bagarre tipica del torneo cadetto. In buona sostanza (avvocato), servono doti che i giocatori da e di serie A non hanno o non riescono a trovare neanche adattandosi al massimo al tipo di contese da affrontare.
Tutti punti che fanno convergere verso ciò che ognuno di noi vorrebbe far finta di essere in mancanza di altro. La presentazione del tecnico dovrebbe confermare l’intenzione di società e di squadra di non commettere, speriamo non solo a parole, gli errori commessi in sede di mercato e di allestimento della rosa, che sono costati cari alle due gestioni tecniche targate Maresca e Iachini, proposte nell’anno, seppur agli antipodi come filosofia ed approccio metodologico, ma vicini sul piano dell’atteggiamento e dei risultati ottenuti, non confortanti, in virtù di medie punti realizzare, quasi identiche. Della serie non esistono modelli, metodi, moduli, sistemi vincenti, nel calcio come in altri settori della vita e della società. Il calcio non come scienza e neanche come fantascienza di mercato, ma come un qualcosa di molto più umorale o estemporaneo legato ad imprevedibilità, incognite e dubbi senza fine.
Il nostro compito di ricordare e dubitare non si deve, in nessun modo, esaurire di fronte all’ennesimo cambio tecnico di panchina e di orizzonte, ma deve alimentare, semmai ci fossero dubbi o perplessità, un ruolo critico, libero da pregiudizi o da osannanti attestati di stima, acritici, in onore di chi ha già ottenuto ciò che si prefigge, all’oggi, d’inseguire con il cambio di casacca. Nulla è automatico o matematico, nulla è scontato, per fortuna in questo sport che tutti maledettamente seguono ed ammirano.
Abbiamo compreso da alcune querelle che sono in atto, che per ottenere a livello dirigenziale, risultati insperati, vedi la salvezza in A della Salernitana, non serve essere dei mostri dell’informatica, perché per fare buoni acquisti si può essere anche incapaci di accendere un pc o di spedire una mail. “Vade retro algoritmo” verrebbe da dire e verrebbe da chiedersi, allora, perché si seguono determinate strade rispetto ad altre, meno moderne, meno, glamour, meno scientifiche e più analogiche per non dire naïf o ruspanti. Non servono scienziati della panchina o dell’area osservazioni, quella che tutti chiamano scouting, perché fa più fashion: serve più semplicità anche se un mago 4.0 della panchina come Andreazzoli, ex tecnico dell’Empoli, esonerato nonostante la salvezza ottenuta, c’informa che non è vero che il calcio è una cosa semplice: per lui è alquanto complicato in quanto anche una rimessa laterale va studiata con perizia ed attenzione e non lasciata al caso o alla forza esplosiva dell’esecutore. Si siamo d’accordo caro Aurelio: tutto va studiato, ma non esasperato, tutto va provato, allenato e non trattato con integralismo e ossessione. Non sarà semplice, ma non va in nessun modo complicato, quindi arrendiamoci alla consapevolezza di automatismi, cliché, e modelli di sviluppo emergenti. Lasciamo libero spazio ad una sana improvvisazione fatta d’intuito, sensazioni e suggestioni per ciò che si potrebbe verificare senza tanto affannarsi in calcoli, statistiche statiche e “stitiche”, o in leggi dei grandi numeri che prima poi si attuano e ci sorprendono. Siamo tutti d’accordo nel dire che non bisogna solo stare a guardare, per non essere considerati fessi, e i tifosi moderni questo lo stanno capendo molto bene, visto il moltiplicarsi di interventi critici e tecnici, degli stessi, via social. Occorre smuovere il sistema, non quello di gioco, e nemmeno il modulo, quello che non muta da decenni, con buona pace di chi non ha ancora capito il suo vero significato tattico: occorre cambiare una mentalità, qualcuno scrive con ardore e con ansia, però al momento dopo tutti questi giri di parole e di palle, uno si chiede “va bene tutto, però chi arriva? Chi va? Chi non dovrebbe tornare? E chi torna? Ma Pecchia chi vuole o chi vorrebbe? Al momento in tutta questa scienza o fantascienza di mercato non chiarisce un bel niente a chi dovrebbe stare a guardare, ma non si rassegna a farlo. Gianni Barone

Gianni Barone

Gianni Barone, al secolo Giovanni Battista, nasce a Casale Monferrato (Alessandria) nel 1958 e si trasferisce a Parma nei primi anni 60. Qui matura la sua grande passione per il calcio, prima in qualità di calciatore dilettante fino alla Prima Categoria e poi, di allenatore, direttore sportivo, radio-telecronista, conduttore e opinionista di talk show sportivi. Giornalista pubblicista dal 1990, inizia con Radio Emilia nel 1983, prosegue con Onda Emilia (dal 19849 e Radio Elle (dal 1990). In Tv cura i collegamenti da Parma per "Il Pallone nel 7" (1991-92) di Rete 7 (BO) e collabora con la redazione di Retemilia. Negli anni Novanta effettua telecronache e servizi per il TG sulla squadra Crociata per Teleducato. Dal 2002 al 2008 produce servizi dal Tardini per Telenova di Milano all’interno della trasmissione "Novastadio". Nel 2009 commenta per La7 digitale terrestre e per Dahlia Tv, le partite del Parma Calcio in Serie B. L’attività di telecronista, conduttore e opinionista lo vede nel tempo collaborare anche con San Marino Tv e 7 Gold. Dal 2016 è titolare della rubrica «Cattivo Cittadino» sul quotidiano on line Stadiotardini.It, di cui è vicedirettore esecutivo. Attualmente, per il service Edirinnova, commenta le partite di serie D del Lentigione trasmesse da Telereggio ed è frequentemente ospite di Bar Sport su 12 Tv Parma. Allenatore UEFA B, istruttore qualificato Scuola Calcio, è stato direttore sportivo di settore giovanile alla Langhiranese Val Parma dal 2010 al 2013, e al Juventus Club Parma dal 2014 al 2015. E' autore del libro «Il metodista (Storia della tattica calcistica) edito da Edizioni Progetto Cultura, Collana Sempre Sport (Anno 2006).

3 pensieri riguardo “CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / FANTASCIENZA DI MERCATO

  • 8 Giugno 2022 in 11:07
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    Qualcuno in un commento precedente faceva notare come sia inutile cambiare il maestro quando l’orchestra si è dimostrata balorda a più riprese e…salvo alcune eccezioni tocca dar ragione…

    Della attuale rosa, quelli da tenere sono per me Buffon, Circati, Bernabè, Benek.
    Tutti gli altri li raggrupperei in tre categorie; quelli da valutare in ottica Pecchia (Man, Mihaila, Vasquez, Delprato, Tutino, Brugman), quelli per cui non piangerei se andassero ( Juric, Inglese, Schiattarella, Cobbaut, Coly) e quelli che onesto non trovo così utili alla causa (Sohm, Traore, Osorio, Zagaritis, Valenti).
    Magari qualche giovane come Turk, Bonny e Circati, si può mandare a fare legna da titolare fisso in qualche squadra (Circati lo vedrei forse titolare anche da noi..).

    Sulla base di questo ragionamento, costruirei sui primi una spina dorsale, intorno potrei valutare i secondi, nonostante abbiano finora deluso. Gli altri, cercherei di piazzarli altrove rimpiazzandoli con investimenti più seri (specialmente il centrocampo non è stato all’altezza).

    Per quello che leggo i nomi accostati al Parma sono perlopiù ex Cremonese, complice il fatto che questi erano tutti in prestito o quasi, magari qualcuno arriva poi davvero (fatto salvo che non credo si facciano prestiti secchi alla kulu), sarebbero chiaramente ottimi acquisti i vari Zanimacchia, Valoti, Valeri, Birindelli, Palumbo, Zerbin (che però ieri ha esordito in nazionale), Lucca, a me piace molto Gianluca Gaetano…perchè no, una vecchia volpe stile Caputo, un Lapadula…chissà..per ora siamo alle fantasie…

  • 8 Giugno 2022 in 11:36
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    La velina (perchè definirlo articolo è offensivo per la categoria dei giornalisti) di Brugnoli oggi sulla Rudarola è imbarazzante. Non serve aggiungere altro se non che finché avremo questa stampa asservita ai soliti noti non usciremo mai da questa situazione marrone.

  • 8 Giugno 2022 in 23:07
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    Mi hanno confermato le parole di presentazione di Pecchia: finalmente uno che non vende fumo. Speriamo che anche Krause lo capisca.

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