CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / HABEMUS PECCHIAM
(Gianni Barone) – Quando tutti i «cardinali protodiaconi» avranno dato l’annuncio del nuovo tecnico del Parma, secondo crismi e protocolli, si spera che questo nome (Pecchiam in rigoroso accusativo latino, credo) metta d’accordo e in sintonia tutte le parti in causa, dirigenza e proprietà, da una parte, e tifoseria e classe giornalistica locale, dall’altra. Nell’interesse di tutti e non di una specifica parte, come successo negli ultimi due anni, quando c’era qualcuno che stravedeva per un progetto di calcio moderno o ultra moderno, propositivo, posizionale, offensivo e quant’altro. Ora si tratta di un tecnico abbastanza, ma non troppo, sbilanciato da una parte rispetto all’altra cioè giochista fino ad certo punto, non ossessionato da possessi palla o costruzioni dal basso, spesso incauti e deleteri, e un po’, si spera di più, risultatista, che badi al sodo nel momento in cui, lo sviluppo della gara, lo esiga, non disdegnando, a priori, per vezzo o snobismo, la sana difesa ed il proficuo ed efficace contropiede. Aldilà del sistema di gioco (basta confonderlo con il modulo! Non se ne può più!) che adotterà avremo un allenatore post moderno, che non rinnegherà principi tradizionali che hanno fatto grande il nostro calcio (dove sono finiti i grandi difensori italiani di una volta? qualcuno dimanda sbraitando via etere a Sportitalia) ma saprà attualizzarli e modernizzarli a dovere e al punto giusto. Il calcio non è integralismo o avanguardia, è qualcosa di semplice, che spesso qualcuno, tende a complicare, maledettamente, senza remissione, solo nel tentativo di stupire o sorprendere coloro i quali si lasciano incantare, a scapito degli sportivi più conservatori o pragmatici, o semplicemente più avveduti. Il saper coniugare al meglio le due tendenze dovrebbe essere la stella polare da seguire ad ogni livello, e soprattutto quando si scende di categoria rispetto alla prima o seconda divisione. Il vissuto calcistico di ogni allenatore, che ha avuto la fortuna di giocare a certi livelli, come è successo a Pecchia, non dovrebbe essere in nessun modo dilapidato anche perché, la sua carriera sviluppatasi dall’inizio degli anni novanta in avanti, in epoca tutt’altro che jurassica, gli ha fornito modelli e lezioni utili ed interessanti nell’applicazione del «modulo» (ecco, in questo caso, cari giornalisti in rosa e non solo, il termine è appropriato) a zona che all’epoca stava soppiantando quello a uomo in auge dagli anni 50 fino alle fine degli anni 80. Se si scorre la carriera da calciatore del neo tecnico Crociato scopriamo che il suo primo maestro Lippi, al Napoli, stagione 93-94, lo utilizzava come centrocampista d’inserimento per attuare la sua tattica di verticalizzazioni e gioco veloce, ciò che ancora funziona adesso a trent’anni di distanza, come dimostrato dalla stessa sua Cremonese, quest’anno promossa in A, unanimemente ammirata un po’ da tutti proprio per questo tipo di atteggiamento tattico. Oltre a Lippi, Pecchia, non si é certo fatto mancare niente in termini di varietà e modelli. talvolta anche agli antipodi: egli, infatti, ha avuto, in ordine sparso, riferimenti come Mazzone, Fascetti, Boskov, Sonetti, Mondonico, Simoni, Bolchi, per la parte più tradizionalista, e Guidolin, Spalletti e addirittura Zeman in chiave più modernista o offensiva, passando per i sempre concreti Tesser, Ulivieri e Cavasin. Unico neo da giocatore, suo malgrado, è stato quello di aver stabilito, un record negativo di ben 6 retrocessioni, 5 dalla A alla B, con Sampdoria, Torino, Napoli, Como, Ascoli, è una dalla B alla C in apertura di carriera con l’Avellino. E proprio dall’Avellino, prima di approdare al Napoli, era stato acquistato, senza mai giocare una partita, dal Parma, anche se pochi lo ricordano. Non c’è dubbio, poi, che non si possono trascurare, come tecnico le sue esperienze internazionali come vice di Benitez, oltre alle quattro/cinque panchine come primo allenatore nelle quali spiccano le due promozioni dalla B alla A con Verona e Cremonese. L’esperienza è risultata davvero importante: quindi la scelta dovrebbe essere accolta non con scetticismo o preoccupazione, ma con fiducia e speranza. E’ ovvio che l’acquisto dei giocatori oltre che dall’area tecnica, ora completamente autarchica, dovrà passare anche dal parere di chi poi i giocatori li dovrà allenare e schierare secondo il sistema più idoneo. Di sicuro non si vedrà, tanto, si spera, la famigerata e fantomatica “costruzione dal basso”, che quando non piace a noi a nessuno ne importa ma quando è indigesta a personaggi del calibro di Silvio Berlusconi ecco che una trasmissione politica come “Quarta Repubblica” su Rete 4, dedica uno spazio di analisi con le opinioni, a dir il vero non molto originali, di quattro esperti di altri campi come Sgarbi, grande critico d’arte, Porro (conduttore grande esperto di economia), Hoara Borselli (attrice esperta di costume e di etica dello spettacolo) e Tommaso Labate del Corriere della Sera (notista politico di punta) vero campione in fatto di apparizioni, anche nello stesso giorno, in salotti Tv su tutte le piattaforme principali (Rai, Mediaset, La7). Tutti bravi nei loro ambiti, un po’ meno in quello calcistico, ammettiamolo, ma il Cavaliere, dopo aver portato per la prima volta il Monza in A, fa ancora audience e di lui tutti ricordano le intromissioni nelle scelte dei suoi allenatori in virtù della sua millantata competenza accumulata quando guidava, allora sì da tecnico, la compagine calcistica della sua prima impresa Edilnord nel campionato di terza categoria. Ora come allora, quando parla di calcio, di cui si ritiene grande intenditore, tutti, a corte, si stringono attorno a lui. «Quando siete felici, fateci caso», diceva lo scrittore Kurt Vonnegut, qua da noi si fa caso, sempre, quando chi dice qualcosa non solo è famoso ma può anche essere utile a qualche causa, a quale? Non sempre, al momento, è dato saperlo. Gianni Barone
E se Pecchia diventasse nel Parma una sorta di manager all’Inglese, con i due DS che lavorano su sua indicazione? Birindelli, Zanimacchia, Coda sono nomi che penso mettano d’accordo tutti…..
E sticazzum
Coda è il nuovo Matri
Bene, ora che è ufficiale spero che lavori di concerto con un vero DS e non con “mister nessuno” Pederzoli.
Sinceramente Birindelli mi è bastato vederlo nelle ultime due partite per capire che è li solo per il padre… credo che di Birindelli se dai un calcio ad una siepe ne escano mille, per l’amor di dio.
👍👍
Aspettiamo di vedere come lavora e cosa ci fa vedere
Volendo essere obiettivi ciò che si dice di positivo e collegato all ultimo campionato, fosse arrivato lo scorso anno avremmo chiamato la polizia
Sono d’accordo al 1000%.
Anche perché nelle ultime tre partite del campionato ha rischiato di perdere tutto contro Crotone e Ascoli.
Spero che i rientri dai prestiti ( cheddira, lanini, brugman e altri) vengano valutati prima di mandarli via per partito preso di krause
Valutare durante il ritiro tutti i giocatori sotto contratto, inclusi quelli che rientrano dai prestiti, è un’operazione logica. Solo osservabili direttamente l’allenatore può capire se si tratta di elementi che possono essere inseriti con profitto nella rosa ed in quale modo impiegarli. Già questo sarà un bell’impegno per Pecchia, vista l’abbondanza dei giocatori tuttora a libro paga.
Ed in ogni caso, dopo le passate esperienze che hanno dimostrato quanto sia aleatorio ricorrere ad algoritmi per stabilire le mosse di mercato , è opportuno, per evitare di restare ancora delusi, che a scegliere sia solo lui
Vero verissimo Gabriele. In realtà penso che avremmo criticato da bravi parmigiani, ma mentre con Maresca il pronostico era facile qui il rischio di sbagliarsi c’era.
Siamo in effetti condizionati dalla promozione della Cremonese, che spero non diventi un fardello da portare per Pecchia. Qui la fola cambia, cambiano gli attori e la Società… se ne abbiamo una.
perchè ad oggi chi sarà il DS ancora non si sa. Pederzoli? Lucarelli? Un altro?
E noi aspettiamo…
Cominciamo a mettere le mani avanti con i pregiudizi pretestuosi: siamo condizionati dalla promozione della Cremonese, però eravamo entusiasti di Iachini dopo lo schifo di come giocava la sua Fiorentina e la sfilza di esoneri negli ultimi 7 anni. Questo è giovane ha fatto esperienze come vice di allenatori importanti ed ha già ottenuto 2 promozioni in serie B, magari lo avessimo avuto ad inizio stagione scorsa, altro che addirittura chiamare la polizia!
Cerchiamo di mantenere un minimo di lucidità e criticare a lavoro almeno iniziato, non è obbligatorio sparare fango sul Parma a prescindere.
Mi trovo concorde con l’opinione di Rikman, Pecchia ha una promozione nel 2016-2017 col Verona ed una retrocessione l’anno dopo con una squadra veramente scarsa per la A, senza essere contestato dalla tifoseria, fino a fine campionato. Forse, dopo le esperienze negative degli ultimi due anni, sembrerebbe che le scelte societarie vadano nella direzione giusta, le indicazioni del Mister sono fondamentali, i nomi che si leggono sui siti specializzati sono quelli giusti, uniscono italianità ed esperienza nel campionato di B, ma soprattutto non si è preso un tecnico con nessuna esperienza, di cui non si conoscevano i fondamentali, dandogli nelle mani una squadra mal assemblata e povera tecnicamente nei reparti nevralgici, sopravalutando il valore degli elementi componenti la rosa e facendo partire o accantonando giocatori utili alla causa, in più non avremo lo stucchevole refrain di Ribalta che qualvolta sia stato chiamato in causa, rispondeva che la squadra andava bene così, che a centrocampo eravamo al completo, per poi partorire “quell’aborto” mal riuscito del mercato di riparazione, dando la sensazione di non sapere mai esattamente cosa fare. Comunque prima di sbilanciarsi ulteriormente si attendono conferme e si avrà l’esatta percezione dell’ingerenza del Capo nelle scelte tecniche.
Il ritiro comincerà il 29 giugno. Il calcio mercato ufficialmente partira’ il 01 luglio. Probabilmente la squadra inizierà con l’organico della stagione scorsa, qualche rientro dai prestiti e i due francesi già presi.
Sarà difficile per pecchia essere pronto a fine luglio inizio agosto a meno di non confermare quasi interamente e esclusivamente la precedente rosa, a fine mercato. Detto in dialetto l’è ‘n lavoras
Na roba indecorosa, per tutti i secoli dei secoli, amen
Ma riprendiamo anke Nakata?….