CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / IL PARMA NON SBANDA. FA SBANDARE…
(Gianni Barone) – Con la squadra corta, la difesa alta e l’aggressione continua, il Parma non sbanda sugli attacchi avversari, portati grazie all’estro superiore al comune di Ribéry, regge l’urto di una Salernitana, incompleta per carenze di organico ancora da colmare sul mercato e per infortuni di potenziali titolari, e non sbanda neanche in curva, facendo muro, nel vero senso del termine, sulle iniziative d’attacco avversario, e quando può e quando riesce fa sbandare gli altri. E lo fa con semplicità, saggezza, cinismo dosati al punto giusto che concorrono a creare quello spirito di squadra che non si avvertiva, dalle nostre parti, da tempo, forse non solo per insipienza o per snobismo, ma forse perché era mancata semplicemente l’idea di volerlo creare con scrupolo e attenzione. L’aver saputo fronteggiare, nel primo tempo, gli assalti granata, per la verità non troppo lucidi, ma impetuosi, è sintomatico di una ritrovata fase difensiva proficua, che si avvale del grande filtro dei due mediani, Juric ed Estevez, ai quali si chiede di sporcare, interrompere e riconquistare e poco di impostare. Con la linea a quattro dietro, che rimane alta e lascia pochi spazi verticali, e che rinunciando all’apporto dei terzini in fase di spinta, non si sbilancia mai, e in area, quando viene attaccata, fa perfetta densità. Non un segreto tutto ciò, ma una corretta applicazione di principi, che troppo spesso, anche squadre di serie A, derogano verso altri scopi, vedi l’impostazione e il palleggio, non propriamente funzionali a ciò a cui una retroguardia dovrebbe essere deputata. I difensori fanno i difensori: punto! I mediani fanno la loro vita «alla Oriali», come cantava il «Liga», e i trequarti ala fanno gli incursori offensivi: in questo risiede la semplicità richiesta e che, stando ai risultati, paga eccome. Niente diavolerie tattiche o alchimie particolari il tecnico richiede, questo, sul campo non ci sono teorie da elaborare, ma occorre inseguire riscontri pratici ed efficaci, rapidamente e sempre in verticale. Anche la mancanza di Vazquez surrogata dall’impiego di Bernabé, chiamato ad un altro adattamento delle sue doti, passa incredibilmente inosservata, chissà perché? Un arma in più che accontenta chi ritiene che il Mudu, pur dall’alto della sua classe infinita, sia un ostacolo alla velocità di manovra e di pensiero. In più, con la compattezza, la praticità (il risultatismo in luogo del giochismo), si mascherano alcune lacune di organico, a sinistra, soprattutto dove si è costretti a schierare anche un non mancino come Coulibaly, non sempre perfetto nelle chiusure e nullo nelle fluidificazioni, e in avanti dove sia Inglese che Benediczak, non paiono al momento «adamantini», nel fungere da riferimento alto della manovra. Eppure si muove tutto bene, nonostante, per stessa ammissione del tecnico, le giocate non siano sempre state precise, e la fluidità e la pulizia del gioco ne abbiano, a tratti, risentito in maniera evidente. Però, tutto fa brodo anche il caos non calmo che ricorda quel «casino organizzato», anni 80 del Varese di Fascetti, che qualcuno ha voluto indirizzare, perché più fashion, verso i vertici di gioco tipici del Liverpool di Klopp, paragone forse troppo azzardato o addirittura irriverente. Ma tant’è: il Parma di Pecchia, non cammina, ma corre più degli altri, e questo è stato dimostrato dal secondo tempo, in cui mentre la Salernitana, che aveva spento la luce dopo l’uscita dell’esausto Ribéry, era sulle gambe, le energie fresche immesse, dal tecnico Crociato, con perizia e scelta di tempo azzeccate, imperversando nella trequarti avversaria, avevano finito per fare veramente la differenza. Una qualificazione meritata che iscrive di fatto il Parma – insieme a Spal, Cittadella, Bari, non propriamente le super favorite della vigilia cadetta – nella schiera delle squadre che hanno sgambettato, in gara secca, compagini di categoria superiore, che stando a ciò che si è visto, dovranno tutte (Lecce, Verona, Empoli, Salernitana), cambiare di molto registro e toni al fine di evitare di essere sicure candidate alla retrocessione. Ciò che interessa, invece, il Parma, è, ora, mantenere alto il clima e cercare di risolvere a breve le carenze, come sommessamente richiesto e non invocato da Pecchia. Questo è ciò che resta di una serata in cui il Parma, non sbandando, ha fatto sbandare gli altri. Gianni Barone
Esatto. Un calcio pragmatico e pratico. W la semplicità!
Qualcuno ha notato il mercato di Como e Reggina?Etor che sior Pedersoli
la mia sbanda suona il rock e tuuto il resto all’occorrenza
Cornacio’!
E soralcont arnòc !
Ciao mamma guarda come mi divertó
bargnoclò…