IL COLUMNIST di Luca Russo / CHE NE PENSANO I PROPRIETARI DEL BARI DELL’ARBITRAGGIO DEL SIGNOR MASSA?
(Luca Russo) – Ce li avete presente i proprietari del Bari? Quelli che non partecipano alle premiazioni quando considerano l’arbitraggio ostile? Quelli che vanno via a gambe levate in motorino nel caso in cui ritengano che il sorteggio del calendario sia pilotato da fantomatici poteri forti? Quelli che nel corso di un’amichevole estiva entrano in campo per lamentarsi con la giacchetta nera della sua direzione di gara? Ecco, chissà se e cosa avranno da dire, o da ridire, a proposito di alcune decisioni che ieri il signor Massa ha preso durante Parma-Bari, match di apertura della B 2022/2023 finito sul 2-2. Interpretazioni che a mio avviso hanno sensibilmente danneggiato i nostri e, di riflesso, favorito gli ospiti. Cominciamo dal rigore assegnato ai pugliesi: se quella carezza a due mani di Estevez in area di rigore è passibile di penalty, beh allora dovrebbero essere fischiati un bel po’ di massime punizioni a partita. Parliamo anche della ripetizione del tiro dal dischetto, ripetizione che regolamento alla mano ci sta tutta, ma che è stata espressione di una fiscalità che in altre circostanze simili spesso si traduce in buon senso a dispetto dell’uniformità di giudizio, materia in cui gli arbitri nostrani dovrebbero prendere parecchie ripetizioni. E poi la punizione da cui scaturisce il 2-2: a me è parso che il fallo si sia consumato prevalentemente sulla linea dell’area di rigore, che fa parte dell’area di rigore, quindi il calcio piazzato che è stato trasformato in gol da Mihaila sarebbe dovuto essere una conclusione dagli 11 metri. Se il buongiorno si vede dal mattino, suggerisco a Krause di accendere i riflettori sul tema arbitrale e prepararsi a tutelare il Parma, e a farne valere le ragioni, nelle forme consentite e nelle sedi competenti. Quanto alla gara, il 2-2 è a mio modo di vedere un risultato bugiardo, checché ne dicano cronista e commentatore tecnico di Dazn, entusiasmati dalla prestazione del Bari e non altrettanto generosi nei confronti della prova offerta dai Ducali. Facciamoci aiutare dalle statistiche dell’incontro: i gialloblu hanno tirato e crossato di più dei galletti, battuto il doppio dei calci d’angolo, prodotto maggior possesso palla rispetto agli uomini di Mignani e in genere collezionato numerosissime occasioni da gol, costringendo Caprile agli straordinari e a straordinarie parate. E laddove non ci è arrivato il numero 1 dei baresi, bravissimo con interventi da portiere di categoria superiore sulle conclusioni di Mihaila, Bernabè e Vazquez, ci ha pensato il palo a frenare i buoni propositi del Parma, vedi il legno colto dallo stesso argentino al di qua dell’intervallo. Un Parma che a differenza di quanto si è visto a Salerno è stato meno verticale, quasi costretto al palleggio ragionato e agli scambi veloci nello stretto, effetto questo favorito dal fatto che era chiamato a fare la partita al cospetto di un Bari che ha preferito agire di rimessa. Un Parma che rispetto al duello dell’Arechi è stato ugualmente lucido nella gestione delle fasi critiche del duello, come dimostra la serenità arrembante con la quale si è spinto alla ricerca del pareggio dopo il magnifico 1-2 realizzato dagli ospiti, un assedio condotto con la calma e la consapevolezza tipiche di chi sa di avere mezzi e risorse per rientrare in partita senza dover farsi supportare dalla frenesia che spesso è una confusionaria ma valida alleata nei tentativi di rimonta. Un Parma che, bissando e migliorando la convincente performance esibita in Campania, si è ulteriormente compattato, specie nella prima metà della sfida, quando centrocampisti e difensori accorciavano gli uni sugli altri per darsi man forte in fase di non possesso e quando c’è stata una partecipazione collettiva e corale alle iniziative offensive, compreso il buon Chichizola che più di una volta ha avanzato il proprio raggio d’azione a ridosso della linea di metà campo, regalando brividi ed emozioni agli osservatori più attenti. Un Parma che, insomma, continua ad essere sia gruppo che squadra, novità sostanziale e visibile ad occhio nudo se si ripensa al Parma delle ultime due stagioni, in cui molti non remavano e i pochi che remavano raramente lo facevano nella medesima direzione. È l’effetto Pecchia? Indubbiamente. La mano dell’ex allenatore della Cremonese si vede e si sente. Le distanze tra i reparti sono finalmente quelle giuste, la squadra è corta e unita, a meno che non subentri il fattore stanchezza come è accaduto ieri nel secondo tempo, quando a dire il vero pure il Bari si è allungato parecchio e la qualità complessiva della gara è andata via via calando. La tenuta difensiva è l’altra novità fin qui registrata: al netto di qualche disattenzione fisiologica, ieri s’è preso gol su rigore inesistente e su una fantastica conclusione dalla distanza, per il resto le chiusure di Romagnoli e Valenti e l’applicazione costante di Del Prato e Oosterwolde testimoniano come e quanto i Crociati stiano gradualmente perfezionando i meccanismi del reparto arretrato. Dalla metà campo giungono notizie altrettanto buone. Che sia necessario portare aiuto e densità ai difensori o illuminare la manovra offensiva e rifornire chi si lancia all’assalto dell’area avversaria, fa poca differenza: la nostra linea mediana si disimpegna egregiamente in entrambe le fasi, una versatilità che nel calcio di oggi garantisce punti e soddisfazioni. Poco da dire anche sul conto del pacchetto avanzato. Vazquez è ancora in cerca della miglior condizione fisica, intanto ha già iniziato a tessere la manovra e infilato un assist al primo colpo. Man e Mihaila sono ritornati ad essere ciò per cui sono stati presi, immarcabili in progressione, immarcabili nel breve e nell’uno contro uno, immarcabili quasi sempre e comunque. Inglese non è e forse non può essere il centravanti da 15 o 20 gol a stagione che servirebbe, e ieri ce ne ha dato una conferma, ma dopo la sua uscita il Parma ha perso potenza e l’esperimento Vazquez da falso nove non ha prodotto i risultati sperati. Come in fondo non lo è il 2-2 finale, che non premia completamente la bella prova dei Crociati. Per adesso, comunque, ci si può accontentare di aver finalmente rivisto undici calciatori che sanno essere sia gruppo che squadra. Ripensando alle ultime due stagioni, una vera e propria rarità. Luca Russo
Questione rigore. Seguo Cheddira dai tempi del Mantova e posso dire che lui sia uno dei maggiori cascatori in area di rigore . E’ un giocatore che al primo mezzo contatto si butta. In C, senza var, ha preso quasi una decina di rigori come quello di ieri. Purtroppo il rigore ci sta e mi stupisco di Estevez e del suo fallo stupido più che del rigore.
Sulla applicazione della regola del piede del portiere sulla riga di porta al momento del calcio e degli ingressi in area, sono due anni che questa cosa viene menata alla grande. La decisione è corretta anche qui.
Sulla gestione dei cartellini, mi pare che Massa sia stato equo e uniforme nei giudizi, anzi se vogliamo nell’episodio Valenti / Cheddira è stato molto lucido , ammonendo anche il cascatore che si era subito buttato a terra ( prima simulando e poi per la spinta).
Non ho simpatia per il gonfiatore di rimborsi spese , ma credo che ieri sera abbia arbitrato bene. Non farei polemica su questo aspetto.
Penso tu sia un po’ di parte il rigore c’è la ripetizione anche e il fallo del 2 A2 è avvenuto fuori tant’è che non si è lamentato nessuno perciò obbiettività o ci mettiamo sul medesimo piano di quelli che fuggono in motorino
Ieri mi sono piaciuti molto nonostante il secondo tempo in affanno e ci sta se pensiamo che è la prima di campionato e che ancora i giocatori hanno poche partite sulle gambe e ancora in fase di rodaggio. Nota di merito al portiere Chichizzola interventi ben affrontati, presente, e apparentemente sicuro tanto da spingersi in avanti su azioni dei nostri in area barese. Sempre attento e giusto qualche registratura su tempistiche e rilanci ma a me ha convinto. Cosa che invece al contrario non riesce a fare il 45. Sembra sempre di giocare con un uomo in meno mi sembra un fantasma che vaga in campo. Proverei invece a far giocare Benedyczak da subito non durante la gara, è solo una mia idea però mi piacerebbe vederlo da inizio gara ed eventualmente cambiarlo in seguito.
Ieri abbiamo un assaggio di cosa vuol dire avere una proprietà che conta veramente e una che viene non conta una mazza. Oltre al rigore dato al Bari, ogni volta che uno dei galletti cadeva Massa fischiava puntualmente fallo. Mettiamoci pure l’oscena ammonizione a Bernabè per aver semplicemente mosso le braccia dopo essersi liberato di un avversario.
Vorrei segnalare all’85esimo gomitata sul viso in area a Camara da parte di Ricci, rivedetela non mi sembra particolarmente regolare.
Mi pare veramente assurdo parlare di torti arbitrali nella partita di ieri.
Il rigore è molto generoso… sul ripeterlo non ho mai visto un rigore dove non vi fosse una irregolarità (giocatori che entrano in area, portieri che si muovono prima, rincorse che si fermano), andrebbero tutti ripetuti. Sono tutte situazioni molto dubbie risolte sempre contro, è quello che da fastidio
Vittimismo da sfigati
corneciò sul corniciò