CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / TOURBILLON CON LE STELLE CHE STANNO A GUARDARE
(Gianni Barone) – I continui spostamenti di attaccanti, o presunti tali, per creare confusione nella difesa avversaria, hanno caratterizzato gran parte della gara del Parma, nel ritorno alla vittoria dopo il capitombolo di Bolzano, contro un Como modesto al limite del mediocre, in cui tutte le stelle o presunte tali del suo attacco (Cutrone, Cerri e Mancuso, di tre non ne hanno fatto uno pericoloso e con Fabregas comodamente in panchina per scelta non si sa quanto discutibile o meno) sono rimaste a guardare, senza incidere, per tutto il corso della partita.
Un rapido susseguirsi di idee, di eventi e di spostamenti di uomini nello scacchiere tattico fin al cambio di sistema di gioco più radicale, non quello scontato dal 4-4-2 al ritorno al congeniale 4-2-3-1 operato dopo pochi minuti dall’inizio, quanto quello, della ripresa, che ha portato Pecchia ad utilizzare, per la prima volta da quando è arrivato a Parma, la difesa a 3 che diventa all’occorrenza a 5 avendo sulle fasce elementi spiccatamente difensivi. Nulla di rivoluzionario, di copernicano o ontologico, non vi sono dubbi, però, ciò che tutti ormai definiscono cambio di modulo (sic tutta la vita) – inclusi quei telecronisti moderni che preparano il servizio per una settimana intera, per urlare e leggere gli archivi potrebbe bastare anche meno – è stato utilizzato per imbrigliare il Como che già di sé e per mano del suo allenatore è apparso scontato, lento, prevedibile e lontanissimo parente di quello che lo scorso anno aveva venduto più cara la pelle, rispetto all’attuale, per poi essere travolto dalle magie, da palla inattiva, di Bernabè, uno dei tanti, assenti di ieri.
Il tourbillon proposto da Pecchia ci ha fatto capire cosa deve essere il calcio (vero) quando subentrano le emergenze, le sfortune del campo, quando, cioè, serve flessibilità d’idee e di scelte, attraverso la duttilità richiesta ai vari Beneck, Sohm e Juric, oltre che al solito Vazquez rischierato in mediana per ripulire giocate e transizioni. Il tutto per non perdere mai di vista la concretezza dei risultati da ottenere, attraverso non tanto il gioco manovrato pulito, ma passando per lotta, sofferenza, quanto basta, in presenza di avversario poco combattivo o impalpabile, e tanta, tanta volontà per vincere duelli individuali e per non perdere mai la lucidità nella fase difensiva che regge davanti ad un portiere, Corvi, più che mai all’altezza del compito e della situazione e che non fa rimpiangere i totem.
Tanto caos organizzato non fa mai male: peccato che manchi qualche ripartenza veloce e improvvisa per chiudere anzitempo le sorti della gara. Poi, se di fronte non si ha un muro, un catenaccio, una diga, come quello che il Como di Longo non voluto o saputo fare, ecco che le cose volgono decisamente al meglio. Non tutto nelle prestazioni individuali di alcuni elementi, ha convinto appieno, tuttavia, la disponibilità e il tentativo di adattamento della maggioranza, in un logica di gruppo o gioco collettivo, sono bastate. Sohm schierato in sempre nuove posizioni, come un nostro apprezzato autore, ha brillantemente sottolineato, è piaciuto, ancora una volta solo quando è uscito, ma in momenti, come questo, c’è sempre bisogno di tutti. Quindi anche Zagaritis, Balogh, Sits e Bonny, devono crescere, maturare e migliorare per forza e in fretta: non c’è remissione o non esistono alibi di sorta. E non rimane nemmeno il tempo per criticare chi viene schierato, apparentemente, fuori ruolo, tipo Juric in avanti. Scelta imprevista, imprevedibile sicuramente coraggiosa, ancorché non efficacissima. Nelle difficoltà occorre inventare, essere creativi, non scontati, e in questo senso Pecchia non difetta certo di fantasia. Bravo! Il risultato gli rende onore e ragione e lo ripaga per il fatto di non essersi lamentati mai per le assenze e per i tanti, troppi infortuni. Della serie la fortuna non esiste, ma la sfortuna sì: basta non lagnarsi e non piangersi addosso per farsi ulteriormente del male… Gianni Barone
Ieri eravamo oltre il limite e Pecchia si è inventato un altro capolavoro. Ma tira e ritira la corda si spezza. Dobbiamo assolutamente recuperare della gente.
Pecchia ECCE HOMO, l’uomo del Rinascimento, capace di fare le nozze coi fichi secchi, un mago dalla bacchetta magica …però non chiediamogli la luna, lo staff medico rimetta in sesto il pronto soccorso ed i lungodegenti al più presto e la Società a gennaio veda di integrare la rosa con un centrocampista ed un esterno destro.
Quanto a Sohm per favore basta sparare sulla croce rossa (elvetica)…lo conosciamo si impegna tanto ma è impalpabile in ogni ruolo, è una delle tante cantonate dell’algoritmo e sarebbe opportuno d’ora in poi tentare di cederlo/regalarlo in prestito ai dilettanti e nell’attesa tribunarlo.
In Svizzera non lo vuole nesssuno?
Ma Romagnoli? Anche la Rudarola ne ha perso le tracce.
Siamo la sola squadra tra A e C che deve tesserare un quarto portiere. È una barzelletta. Ma Chichizola ha già fatto la fine di Colombi? Out fino a gennaio?
Buffon rientra a gennaio 😫
Buffon non si discute, tuttavia Corvi è il portiere più forte che abbiamo… completo in tutto. Avanti con lui, fiducia incondizionata.
Ma saranno davvero infortunati? Ci sono più probabilità che vengano rapiti dagli alieni!!
Siamo la squadra ufficiale del cardinal Ferrari