PAROLE CROCIATE, di Luca Ampollini / ANCORA VAZQUEZ ALLA MASCHERANO, IN ATTESA DI BERNABE’ ALLA VAZQUEZ
(Luca Ampollini) – Pensavo che Pecchia avesse battuto tutti i record contro la Reggina, quando riuscì ad imporsi inventandosi una squadra competitiva senza 8 effettivi. Oggi il tecnico laziale ha superato se stesso: in uno snodo fondamentale del campionato, contro un avversario in ripresa, è riuscito a vincere, schierando una compagine densa di umiltà e autorevolezza, ma con 12 pesantissime assenze. Un’ impresa notevole, non c’è che dire, arrivata grazie ad una preparazione efficace del match e ad uno schieramento tanto sorprendente quanto proficuo: come contro la squadra di Inzaghi, ecco ripresentato il compattissimo 4-4-1-1, o 4-2-3-1 se preferite, ma sono sfumature, col ritorno di Vazquez in mediana “alla Mascherano”, soluzione molto gradita a Pecchia ed anche azzeccata visti i risultati, con Hainaut e Benedyczak sugli esterni con Sohm sottopunta a supporto di Tutino. Uno schieramento mutato solo al 20’ con Hainaut e lo stesso Sohm che si sono scambiati di posizione, ma che di fatto non ha stravolto i requisiti di una formazione con reparti stretti e una maniacale attenzione degli spazi di tutti i Crociati. Quando mancano 12 componenti della rosa (solo a pensarci non ci si crede) è indispensabile tenere un atteggiamento più prudente, cercando, però, di difendere la propria area con un frequente possesso del pallone nella metà campo avversaria, come accaduto sovente nel secondo tempo di oggi, a conferma della grande organizzazione di questa squadra a prescindere dagli interpreti che sono scesi in campo. Una formazione, ed è qui il grande merito dell’allenatore, che non accusa particolari scompensi quando mancano i giocatori più rappresentativi, in virtù del concetto di squadra che a pieno titolo si può attribuire al riconoscibilissimo Parma di Pecchia.
Come detto all’inizio, quello di oggi era uno snodo fondamentale, dopo la trasferta di Bolzano: l’averlo affrontato e vinto in questo modo, con un tecnico che non ricorre mai nelle sue dichiarazioni ad oggettivi alibi legati alle innumerevoli defezioni, fa capire come ogni giocatore sia valorizzato e considerato fondamentale e indispensabile, alla stregua degli elementi di maggior prestigio. I giovanissimi oggi hanno dato risposte davvero convincenti: da Corvi (l’uscita sul fallo laterale dell’ultimo pallone della partita conferma la spiccata personalità di questo ragazzo), Circati, Sits, passando per Zagaritis e Bonny, tutti hanno capito la delicatezza del momento e hanno mostrato grande maturità. A proposito di Bonny: l’anno passato un signore che lo conosce molto bene, in tempi davvero non sospetti mi disse: “Luca non giudicare adesso Bonny: questo ragazzo fra due anni sarà per distacco il miglior giocatore del Parma calcio”. Un’ affermazione che poteva sembra azzardata, ma che vedendo i miglioramenti esponenziali gara dopo gara del 19enne francese non sembra più così utopistica.
Obbligatorio fare una citazione per il reparto difensivo: Delprato si sta confermando, bel gol a parte, un investimento di grande pregio; Osorio e Valenti stanno garantendo un’affidabilità notevole ed è ora francamente difficile pensare che uno dei due possa dare spazio al pur bravo Romagnoli quando rientrerà. E presto torneranno, ci auguriamo, anche tanti altri elementi ora fermi ai box: tra questi Bernabè, indispensabile nell’economia del gioco di Pecchia. Indispensabile, certo, ma in quale ruolo? Oggi, terminata la conferenza stampa del tecnico, gli ho fatto una domanda velocissima chiedendogli se sarebbe una follia ipotizzare, al rientro dello spagnolo, una conferma di Vazquez “alla Mascherano” in mezzo al campo e un impiego di Bernabè “alla Vazquez”, sottopunta, ruolo peraltro già occupato con successo dal giovane Crociato quest’estate in coppa Italia a Salerno, in sostituzione dello stesso Mudo. Sapete come mi ha risposto il buon Pecchia? “Non sarebbe una follia per niente!” . L’ipotesi è suggestiva e interessante: Bernabè, da trequartista, potrebbe davvero, a parer mio, spiccare definitivamente il volo e il Mudo continuare a tessere le sue raffinate manovre qualche metro indietro, non sarebbe male… Luca Ampollini
Tutto giusto. Solo Sohm continua a far schifo.
Anche il polacco continua a fare schifo