CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / DETERMINISMO PARMA
(Gianni Barone) – Nulla avviene per caso, si direbbe, da quello visto sul campo, perché tutto si compie per necessità, secondo una logica di causa effetto, applicata al calcio: è ciò che emerge dopo l’applicazione, perfetta, dei cosiddetti schemi, che il più delle volte non si perfezionano al meglio, ma al Parma, delle ultime uscite casalinghe, riescono, in ossequio al determinismo di cui sopra. Che non è semplice determinazione, ma è ghiotta occasione per sbloccare una partita contro una squadra, notoriamente, scorbutica difficile da affrontare come il Cittadella, che non sarà quello di qualche stagione fa, ma che nel campionato bifronte dei Crociati, fra gare interne ed esterne di costoro, rappresenta sempre uno scoglio non da superare, ma da aggirare.
Il tutto per smentire la diceria secondo la quale il Parma, che sa battere le prime attuali della classe, Frosinone e Reggina su tutte, che imbriglia la presunta corazzata, Genoa, quasi Potionkin, non riesce ad avere la meglio nei confronti di formazioni che lo seguono in classifica: Bolzano e Palermo docet. Invece capita il contrario e non solo per il recupero del decisivo, come non mai, Inglese, in fase di rifinitura, quanto nel constatare che Pecchia sa azzeccare idee e cambi, a turni alterni, in barba a chi, sempre a turni alterni, si astiene dal credere o non credere in questa squadra e in tutte le sue potenzialità, vere effettive o fittizie, sempre a turni alterni. Un’etica “nichomachea”, applicata al gioco del calcio, dovrebbe indurci a sostenere di più , non solo a parole, certe prestazioni e indirci di credere abbastanza a ciò che la formazione sa creare anche quando non riesce a concludere nel migliore dei modi.
Contro il Citta, si rivede la versione riveduta e corretta di Vazquez, che continuerà a far discutere, forse, fino alla fine, al fianco di Estevez, equilibratore e oscuro e prezioso al tempo stesso, su cui pochi, indugiano positivamente in termini di giudizi in quanto, da che mondo (del calcio) è mondo, la cosa non attira e non attrae in una illogica “vita da mediano”, non compresa ad ammirata, abbastanza, dal volgo della tifoseria ammaliata da altri tipi di giocate e da prestazioni più glamour e meno nichomachee. Però le scommesse di Pecchia continuano, e Sohm, in ruolo di pseudo ala, prima o poi convincerà appieno gli scettici: fino a poco fa una sola e grande moltitudine destinata a quanto pare, sempre a turni alterni s’intende, probabilmente a sgretolarsi, dando a ragione, a chi si credeva avesse torto o fosse solo un visionario “passionario”, lo stesso che ha atteso e ha avuto riscontri, parziali o totali (fate vobis) pratici nelle crescite o metamorfosi dei vari Oosterwolde (per me potenzialmente sempre, molto più valido, se provato, puri lui alla Sohm, più avanti), Valenti e Osorio, non più brutti anatroccoli, tatticamente parlando o disquisendo.
Questo è il Parma del taumaturgico Pecchia, camaleontico, casalingo, che stupisce sorprende o delude, sempre a turni alterni, lasciando sempre senza fiato che si apprestava a criticarlo per le sconfitte contro avversari dediti alla chiusura, difensiva a riccio, o a chiavistello (leggi Riegel o Verrou), e non solo, al suo cospetto. Un Parma invero verosimile a quella Cremonese, come era l’anno scorso, molti credono o pensano, sempre a turni alterni, nella speranza che l’alternanza di cui sopra e sotto, cessi di esistere al più presto con il recupero di un nuovo Bernabé, creativo sulla trequarti, e un nuovo Man, capace di strappi offesivi non solo fintamente perfetti, come visti in un recente passato. Un determinismo, continuo, non solo auspicato o di maniera serve per la causa, capace di produrre l’effetto ricercato ed inseguito con forza e cativeria, come da dottrina di soloni di periferia, sempre attuale, anche a dispetto di chi non crede nella tradizione postmoderna. Gianni Barone
El Mudo in quella posizione sta invece facendo benone e convincendo sempre di più. Con Bernabè più avanti ci sarà da divertirsi.
Davide, ma del tuo idolo Setti, alla decima sconfitta di fila e pesantemente contestato a Verona, che ci dici? Non era il tipo di Presidente che osannavi e invocavi? O forse il calcio è più complesso delle banalità con cui pontifichi?
😆😅
Bohhhhhhhhh. A me ieri il Pèrmaaaaa è piaciuto. Per fortuna hanno tolto Jurij, forse l’hanno capito, o forse no ma senza lo zappatore il centrocampo ne guadagna. Per il resto i due centrali sono da brividi, lenti come lumache e spesso fuori posizione. Il portiere ha scambiato il sabato con la pasquetta e le gite fuori porta. Gli altri hanno giocato bene, compreso Sohm che come hardware è forte ma il software va aggiornato, troppo lento nel pensare. Si sono rivisti i calciatori rapiti dagli alieni e hanno giocato con riserva per non rompersi a tempo di record. Un plauso a Vasquez e Inglese che entrambi sono stati riportati a centrocampo, loro ruolo principale, perché in attacco erano entrambi fuori posizione…
Inglese ha fatto vedere come si servono gli attaccanti,!!!!
Per come la vedo io, come ripeto da agosto, servono due ricambi a Man e Mihaila (sapevamo già che sarebbero arrivati gli infortuni). Questi ricambi, in una situazione normale, non possono essere invenzioni di un allenatore che comunque sta tirando fuori un rendimento molto alto dal collettivo.
In questo discorso rientra anche Sohm..che non voglio criticare in maniera assoluta ma se si vuole vincere il campionato non si può utilizzare come ala.
Il resto della squadra funziona bene, Vasquez può giocare dietro le punte o da play e far la differenza…c’è chi esulta al rientro di Bernabè..io tra questi ma…quante ne giocherà ora (speriamo tutte)?
A babbo Natale chiederei quindi due Ali di riserva (che poi saranno titolari perchè i titolari sono sempre rotti) all’altezza delle ambizioni che abbiamo. Il resto basta e avanza.