CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / CAMBIAMENTO DEL PARADIGMA

(Gianni Barone) – Per la prima volta nella storia annuale del Parma, qualcuno ha avuto l’ardire, non dico di contestare apertamente Pecchia, ma di giudicare certe sue scelte frutto di una sorte di confusione mai avuta prima o in stagione. Proprio mentre il suddetto veniva premiato con “la Panchina d’ Argento”, quale migliore allenatore della scorsa serie B, certe sue idee o intuizioni venivano messe in discussione, lo ribadiamo in maniera molto civile e soft da parte di tifoseria moderata e critica locale colta e avveduta. Per la prima volta è accaduto che uno dei pochi sopravvissuti al tremendo tsunami delle panchine cadette in atto, abbia ricevuto qualche piccola critica nelle scelte e nella gestione delle partite prima e durante, cosa assai rara prima d’ora grazie al credito da lui accumulato per mezzo dei successi che hanno condito, finora, il suo curriculum di coach italiano modernista/realista fino ad un certo punto ed entro certi limiti.
All’inizio tutti pazzi per Pecchia, incolpevole, a detta di molti, dei risultati altalenanti, raccolti dalla squadra Crociata. La sua panchina sempre salda non ha mai dato segni di scricchiolio, nessun rilievo di natura tecnica o tattica sul suo operato neanche da parte di chi lo definisce aziendalista tout court. Situazione abbastanza anomala, e non in linea con il trend generale schizofrenico che sembra aver travolto anche tanti illustri suoi colleghi che sono stati costretti a gettare le spugna. Lui resiste anche se da parte nostra, più volte è stato invitato a “cambiare paradigma”, nel senso che un cambiamento radicale di mentalità e convinzioni, nel modo di impostare il gioco del sua squadra, sarebbe bene accolto o utile ad evitare certi sbandamenti sul piano della tenuta dei risultati o del recupero e del ribaltamento degli stessi.
E non si tratta di cambiare, semplicemente il sistema, uno vale l’altro, ma di rimpiazzare il modo di pensare e organizzare il gioco in maniera differente.
Eh si perché chiedere di cambiare il sistema di gioco (volgarmente modulo, secondo la prassi consolidata di certi media o di quasi tutti i tecnici dilettanti) in luogo del cambio della mentalità sarebbe come scambiare “il dito che indica la luna”, per la luna stessa: l’obiettivo primario da considerare.
Ciò che si propone scaturisce da affermazioni come questa ”chi ha rovinato il calcio è il tiki taka a cominciare dalla costruzione dal basso, una miriade di passaggi inutili e scontati che non portano a tirare in porta”, scaturita dal pensiero di un ex allenatore del Parma, di cui preferiamo non fare il nome al fine evitare di essere prevenuti a coloro i quali non hanno nutrito per il suddetto particolare simpatia. Potrebbe averla detta chiunque questa frase fra gli ex trainer crociati del passato recente, quindi per convezione facciamo che l’autore potrebbe essere Prandelli (il più amato dalla tifoseria militante) oppure Ranieri e Guidolin tanto per citare altri esempi di ammirazione per meriti acquisiti sul campo. Invece non sono tanto importanti nel calcio i nomi quanto i verbi. Anche se tutti si affannano a dire chi sono i bravi e i meno bravi, quelli a cui imputare certe colpe per giustificare sconfitte o mancate vittorie, dimenticando che certi giudizi dovrebbe essere di natura collettiva e non individuale.
Il cambiamento che si richiede sarebbe quello della mentalità per arrivare alla vittoria non attraverso il gioco manovrato, ma attuando una tattica cosiddetta di rimessa, con buona e attenta difesa unita ad efficaci ripartenze in spazi aperti. E tal proposito, passando dalla teoria ai fatti, occorre ricordare che le 9 sconfitte subite dal Parma si sono verificate – tutte – quando si era in presenza di una percentuale di possesso palla superiore, da parte dei Crociati, rispetto agli avversari che, con il minimo sforzo, nella maggioranza dei casi, hanno avuto la meglio. Numeri alla mano in tutte queste situazioni in cui il Parma ha comandato il gioco con il possesso palla, dalla montagna del 73% col Sud Tirol, e il 70% con la Spal, tanto per fare gli esempi più eclatanti, non è riuscito a partorire neanche il classico “topolino”, di un pareggio. Anzi, anche contro Ternana, Modena, Benevento, Palermo, Bari, Cosenza con percentuali inferiori comunque tutte oltre il 60%, non è andata meglio. Inoltre, di converso, nelle 8 vittorie ottenute, solo in due casi (Cosenza all’andata e Cittadella), la vittoria è stata ottenuta in presenza di possesso palla superiore, mentre sono stati superati Frosinone, Brescia, Reggina, Como, Perugia, con percentuali di possesso decisamente inferiore, addirittura col Genoa 38 dei Crociati contro 62 degli uomini di Gilardino.
Qualcuno dirà che si tratta di un caso: però, anche il girone di ritorno della capolista Frosinone, prossimo avversario del Parma, tanto per ampliare il campo, ha visto la vittoria dei ciociari, con possesso palla superiore, solo in un caso (il solito conservativo Cittadella) su cinque. Sarà ancora un caso? Forse! Però, questi numeri di questa indecifrabile serie B, ci suggerirebbero il contrario in tema di tendenza a fare la partita per ottenere la vittoria. Meglio sarebbe il cambiamento di paradigma. O no? Gianni Barone

Gianni Barone

Gianni Barone, al secolo Giovanni Battista, nasce a Casale Monferrato (Alessandria) nel 1958 e si trasferisce a Parma nei primi anni 60. Qui matura la sua grande passione per il calcio, prima in qualità di calciatore dilettante fino alla Prima Categoria e poi, di allenatore, direttore sportivo, radio-telecronista, conduttore e opinionista di talk show sportivi. Giornalista pubblicista dal 1990, inizia con Radio Emilia nel 1983, prosegue con Onda Emilia (dal 19849 e Radio Elle (dal 1990). In Tv cura i collegamenti da Parma per "Il Pallone nel 7" (1991-92) di Rete 7 (BO) e collabora con la redazione di Retemilia. Negli anni Novanta effettua telecronache e servizi per il TG sulla squadra Crociata per Teleducato. Dal 2002 al 2008 produce servizi dal Tardini per Telenova di Milano all’interno della trasmissione "Novastadio". Nel 2009 commenta per La7 digitale terrestre e per Dahlia Tv, le partite del Parma Calcio in Serie B. L’attività di telecronista, conduttore e opinionista lo vede nel tempo collaborare anche con San Marino Tv e 7 Gold. Dal 2016 è titolare della rubrica «Cattivo Cittadino» sul quotidiano on line Stadiotardini.It, di cui è vicedirettore esecutivo. Attualmente, per il service Edirinnova, commenta le partite di serie D del Lentigione trasmesse da Telereggio ed è frequentemente ospite di Bar Sport su 12 Tv Parma. Allenatore UEFA B, istruttore qualificato Scuola Calcio, è stato direttore sportivo di settore giovanile alla Langhiranese Val Parma dal 2010 al 2013, e al Juventus Club Parma dal 2014 al 2015. E' autore del libro «Il metodista (Storia della tattica calcistica) edito da Edizioni Progetto Cultura, Collana Sempre Sport (Anno 2006).

9 pensieri riguardo “CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / CAMBIAMENTO DEL PARADIGMA

  • 23 Febbraio 2023 in 19:29
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    Il tiki taka è una cagata pazzesca!!!!!!!

  • 23 Febbraio 2023 in 21:42
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    Concordo. I nostri avversari sanno benissimo che contro di noi non devono fare nessun sforzo: ho facciamo la cazzata noi o basta un contropiede per vincere.

  • 24 Febbraio 2023 in 10:20
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    Craus in meno di tre anni è riuscito in quello che nemmeno Ghir…di e Manenti erano riusciti. Una vera impresa all’incontrario da vero re Sfiga o Bida (anche se in effetti ci potrebbe concretamente essere il come noi nessuno mai al contrario ovvero la serie C). Far totalmente disamorare e allontanare dal Parma la tifoseria. Tralasciando Manfredini & C. la cui rappresentatività se si facessero elezioni sarebbe pari a quella di un prefisso telefonico della nostra provincia (0521, 0524 0 0525 a scelta) e il cui scopo è ormai ridotto a un paio di beccate, parlando con amici, conoscenti, familiari, semplici avventori al bar la frase ormai scontata è “stasera non guardo nemmeno la partita, non mi interessa più nulla mi sono definitivamente stancato, non mi interessa più niente, mi fanno schifo”. Questo si badi bene è anche conseguenza della totale e colpevole omertà della così detta stampa locale, che non veicola e non da risalto al malessere della gente. Il tifoso sentendosi preso per il culo oltre che da Craus e dalle sue marionette (in primis il tizio che ha preferito Charpentier a Cheddira e Coda), anche dalla così detta informazione cammellata upina, come unica arma ha solo lo sfogo sui social ed il totale abbandono della propria passione. Il NON mercato estivo e soprattutto il NON mercato di gennaio, aggravato dalle arroganti e fuori luogo affermazioni del tizio che l’anno scorso vedeva il Vicenza ai play off (se Craus non se n’è accorto) sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Fai schifo e non solo non fai nulla per cambiare nonostante anche le ponghe del parcheggio Stu Stazione da due anni dicono che manca centravanti, terzino, etc., ma addirittura con sicumera e strafottenza mi vieni anche a dire che va bene così, che La Rosa è forte, che manca solo qualche punto. Poi prendi 4 pere a Bari, perdi a Cosenza, perdi con l’Ascoli, ti fai rimontare a Venezia, perdi con Spal, Benevento e via così. Come quello che diceva mia nonna che quando prende una merda in bocca non smette di biasarla finché non l’ha finita tutta. La stagione è andata, le cazzate che un Pecchia ormai alla canna del gas e distrutto da questa accozzaglia di incompetenti calata nel 2020 spara in conferenza stampa non vanno nemmeno lette o ascoltate sono le parole di un uomo disperato. L’unico obiettivo che dobbiamo avere è mantenere almeno la categoria, cosa questa che io non vedo per nulla scontata anche perchè in caso di filotti negativi che ti possono risucchiare in basso a scontri diretti siamo messi malissimo avendo perso Brescia a parte con tutte le squadracce di bassa classifica. Le tre promosse dalla C sono sopra di noi in classifica credo non serva aggiungere altro. Il fallimento del così detto progetto nipotini del monogiacca è conclamato e palese. In tre anni è stata messa in piedi una rosa di mezzi piploni grami, molli come sciolta, senza palle, senza dignità, senza orgoglio, da spedire via tutti da Benepippa a Bernabè a calci nel deretano. La così detta dirigenza sportiva non esiste, si tratta di marionette messe li a far incazzare la gente e la cosa grave e inquietante è che non si vede alcun segnale di inversione. In estate le poltrone per la promessa nel cure da firmare saranno usate come latrine e gli abbonamenti saranno quelli di Manfredini e di altri 300 forse. Craus si rende conto di questo? Il calcio vive in simbiosi con chi ti tifa è impensabile gestire una società in Italia in modo arrogante, palesemente e forzatamente avverso a quelli che ti amano. Se non se ne è ancora reso conto i casi sono due, o molla ci libera finalmente della sua malaugurata presenza o qualcuno lo mette su una seggiola e gli fa cambiare messa. O veramente tra sei mesi qui non ci sarà più nulla.
    Chiudo dicendo che se stasera giocano ancora Sohm e Balogh significa che anche Pecchia ci vuole prendere a merde in faccia.

    • 24 Febbraio 2023 in 11:37
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      👍totalmente d’accordo con te

    • 24 Febbraio 2023 in 12:34
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      Stasera non dovrebbe giocare Balogh ma Cobbaut, ma appunto nel tuo j accuse non hai inserito il capitolo infortuni con relative balle mala gestione ed affini,quindi uno del 97 che si allena con il gruppo mi sembra da 3 settimane e P…..oli come ti piace scrivere disse che era già pronto 3 settimane fa ora dovrebbe essere pronto per davvero….

      • 24 Febbraio 2023 in 16:56
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        Hai ragione in pieno ovviamente gli infortuni fanno parte della presa per il culo che questi soggetti ci riservano da tre anni. Aggiungiamo anche il capitolo Romagnoli con P…i che a Tele Upi conta balle e ci parcula quando anche i bambini sapevano la verità.

  • 24 Febbraio 2023 in 11:48
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    Il tikitata è ormai diventato una sorta di ambizione nella mente degli allenatori al pari di una stella michelin per uno chef.
    Sembra quasi che se un allenatore non applica le tanto osannate metodologie di gioco Guardiolane, sia da considerarsi inferiore, al pari di oste da trattoria di provincia.

    Eppure il calcio, specie in Italia, si è fatto con molti altri metodi che pure hanno generato campionissimi e prodotto risultati importanti, al punto che vale la pena chiedersi se questo insistere con il trendissimo tikitaka non sia stato in realtà un forte passo indietro per lo sviluppo del calcio italiano. I risultati delle squadre e delle nazionali sembrerebbero sostenere proprio questo, purtroppo.

    La storia del Parma di Krause peraltro, sembra proprio riflettere questa riflessione più ampia, perché se ricordiamo bene tutti, fino al suo arrivo, il Parma targato Faggiano-D’Aversa con un gioco decisamente antico e nostrano, aveva prodotto risultato eccellenti.
    L’arrivo del disgraziato yankee, ha prodotto un cambio forzato di metodologia calcistica che voleva la realizzazione del calcio champagne (aka tikitaka) a tutti i costi, con tanto di scelta di allenatori che (a suo dire) avrebbero fatto al caso del nuovo Parma.
    Ecco allora la scelta di Liverani, Maresca ed ultimo Pecchia.

    Ora, io personalmente resto convinto che il 90% dei problemi di risultato di questo Parma non siano da ricercare negli allenatori o nel metodo di gioco, quanto nella incompetenza dirigenziale ad allestire la rosa e la inadeguatezza dei calciatori a disposizione.
    Ma non c’è dubbio che alcuni fallimenti sportivi in questa squadra potrebbero anche essere ricondotti a questa ossessione di voler necessariamente imporre un metodo di gioco anche in situazioni in cui invece si potrebbe ottenere migliori risultati con un atteggiamento tattico più tradizionale.

    Per fare alcuni esempi, l’imposizione dall’alto del 4-3-3 o 4-2-3-1 di Pecchia, ha impedito l’utilizzo di Tutino e rallentato la crescita di Benek e Bonny.
    Al di là delle qualità individuali dei 3 suddetti giocatori, è innegabile che nessuno dei 3 può giocare esterno. Insistere con il loro impiego sulla fascia anzichè posizionarli davanti la porta, ha inciso in negativo sulle sorti dei calciatori e del rendimento offensivo della squadra.
    Snaturare giovani come Hainaut e Zagaridis, che avrebbero bisogno di supporto, e farli giocare sempre fuori ruolo, non aiuta il loro percorso di crescita e non gli consente di maturare la fiducia necessaria all’interno del gruppo.

    Nel Parma di Krause esistono davvero tanti problemi, ma uno di questi credo sia anche quello di voler imporre sempre e comunque un metodo di gioco “moderno” anche laddove le esigenze di campo vorrebbero un posizionamento diverso ed un altro atteggiamento in campo.

    Liverani e Maresca hanno già pagato questa scelta, Pecchia sarà il prossimo.

  • 24 Febbraio 2023 in 18:35
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    Si tornera vittoriosi. Morosky, ore 18. 34

    • 24 Febbraio 2023 in 23:26
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      Bravo moro

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