CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / IL CUORE HA LE SUE RAGIONI CHE LA RAGIONE NON CONOSCE

(Gianni Barone) – Il Parma trova la sua ragione di esistere e resistere, all’intemperie e ai mugugni, proprio nel giorno (o nei giorni) in cui la ragione, nell’immaginario collettivo di tifosi e cronisti radio, dell’epoca, viene messa da parte per dare sfogo e lustro al quel “cuore” che tutti vorrebbero, aldilà dei titoli e dei denari, trionfasse sempre nel calcio.
E a pochi giorni dalla data esatta del trentennale di Wembley, che segna l’inizio per Parma calcistica quasi di un’era, ecco che affiorano i ricordi di tutti coloro che erano presenti, all’epoca, a quell’evento storico che nessuno – protagonista diretto e involontario – potrà mai dimenticare.
E lo scontro tra la ragione di un Parma attuale che deve fare i conti con punti e vittorie che ancora mancano, ma che potrebbero (o dovrebbero, secondo logica di potenza tecnica ancora del tutto inesplosa) arrivare e il cuore di chi per un verso o per l’altro aveva vissuto, da presso, l’epopea di quel periodo, che riecheggia nei commenti, nei ringraziamenti e soprattutto nelle rievocazioni che ognuno ha voluto per conto proprio o per interposta persona, fare.
L’esserci stato, rappresenta, per chi ha a cuore le sorti del vessillo Crociato, un marchio indelebile, una firma scolpita nel marmo di un attaccamento ai colori che non conosce tempo e spazio, nemmeno in presenza della più «autentica retorica», di cui in molti, anche coloro che per ragioni di età o di distrazione non c’erano, si sono fregiati rievocando con i nomi ripetuti e volti rivisti, alfine di ricordare la magia e il fascino di quei momenti di «dolce follia calcistica», collettiva.
Il numero enorme di chi, in proporzione alle dimensioni del nostro ambito, che mai, prima di allora, aveva conosciuto e calcato palcoscenici così internazionali e prestigiosi, la dice lunga sulla portata di quel successo sportivo, scolpito nella memoria di ciascun fortunato supporter crociato, presente all’occasione. Però, mentre si magnificano le doti, peraltro mai riscontate, con alti livelli di positività come gli attuali, dei vari Beneck, Sohm, Camara, Osorio, fermo restando la stima per più continui Delprato ed Estevez, la mente tra una giocata e l’altra, condita da intuizioni, per tutti, ora, che le cose convergono verso la sua giusta e non sempre auspicata dimensione, dei vari Vazquez mai in discussione, e Bernabè, in discussione fino a ieri, va a quel giorno di maggio, in cui nel grigio paradiso di Londra, da Parma, insieme alla marea di tifosi erano giunti, per ragione di servizio e di cuore (che ritorna puntuale ad ogni alito di vento), i radiocronisti (ormai merce alquanto rara nel panorama calcistico moderno) delle 5 radio locali, che all’epoca seguivano in casa e in trasferta le gesta, divenute, poi eroiche, di quei giocatori del Parma, che guidati da quel genio contadino di Nevio Scala (scarpe grosse e non solo e cervello fino) avevano scalato l’Europa partendo dalla provinciale Parma, rinverdendo i fasti dell’ormai ex remota capitale di un illustre Ducato pre-unitario.
Cinque radio al seguito, un record per una città del nord fredda e poco passionale, sulla carta, in rapporto a quanto l’evoluzioni via etere vivevano in altre parti, più a sud, della penisola.
Eppure Parma, con quel panorama radiofonico alquanto esteso, aveva meritato, da quel di Londra in poi, il plauso da parte di chi, ad esempio Bruno Vespa presente all’evento con il figlio tifoso Crociato, non era abituato a vedere tanto calore e tanta condivisione al seguito di una squadra non metropolitana e storicamente non rilevante dal punto di vista dei numeri, come il Parma.
E vedere la cronaca di Parma-Brescia della Gazzetta di Parma, affidata alle cure di Gianluca Zurlini, presente allora come cronista di Radio Emilia, credo, una delle cinque, ci ha dato la possibilità di rinverdire i ricordi accentuando l’importanza di quel proliferare di radio e i di giovani cronisti (all’epoca) al seguito e alcuni desiderosi di mettersi in mostra per spiccare il volo nel professionismo giornalistico, e molti altri solo per le ragioni del cuore di cui sopra.
Poi esisteva una terza via, quella nostra – mia e di Gabriele Majo – giovani, ma già veterani dell’etere uno, e instancabile studioso della materia pedatoria l’altro (io), che anteponevano, sulla scorta delle lezioni dei maestri del passato a cui s’ispiravano, alla pura passione tifoidea, sviluppata in maniera evidente nelle altre emittenti concorrenti, quel famoso e un po’ retro’ (già a quei tempi) spirito di servizio, mai più abbandonato nei decenni a seguire di cronache e cronachette di partite seguite con impegno e volontà rilevanti.
Ritrovare lo stile di allora, dei vecchi cronisti d’antan, che fecero epoca, tipo Alfeo Biagi, Vladimiro Caminiti, Ormezzano, Baretti, Civolani (quelli che ricordo con più ammirazione), nella cronaca di Gian Luca Zurlini, a cui vorrei fare i complimenti per il servizio di cronaca vivo e pieno di calore e colori, fa bene e ci riporta a quel sano spirito di concorrenza che animava, in quegli anni, il mondo dell’etere sportiva della nostra città, perduto, e mai più ritrovato e ripetuto.
Radio Parma con la voce tagliente e inconfondibile del decano e pioniere Giancarlo Ceci; Radio Emilia con il già citato Zurlini, e l’allora ruspante Piovani, che divideva gli esordi con Paolo Grossi, insieme al compianto Gian Paolo Anghinetti, il cui memorabile gol di Asprilla a Degerfors (Svezia) descritto con calore ed enfasi brasileira riecheggia ancora nelle nostre orecchie.
Onda Emilia con la nutrita batteria di passionali voci quali quelle del team di tifosi composto dai vari Ferri- Pallini- Schiroli-Calestani; Radio 12 con il sempiterno ed iconico Pino Colombi (ribattezzato da alcuni Abete), alle prese con un riluttante Roberto Bettega, voce tecnica di Mediaset, poco propenso a familiarizzare con lui, e un giovanissimo Carlo Chiesa al fianco del patron Furlotti di nobile stirpe; ed infine Radio Elle (ex radio Langhirano Val Parma) con il duo Majo-Barone, ribattezzati in seguito con irriverente arguzia e sarcasmo malcelato, da Pizzigoni dell’allora Carlino Parma: “il gatto e il gatto”, visto che a suo dire mancava, nel tandem, simpaticamente, la materia grigia identificata dal genio di Collodi, con l’astuzia tipica della volpe, nonostante al nostro fianco ci fosse il munifico editore Marco Gabbi che aveva solidarizzato, in quei giorni con Roberto Amore, giornalista romano di una agenzia giornalistica, di cui mi sfugge il nome, accorso dalla Capitale italiana a quella albionica per fotografare da vicino la portata dell’evento.
Nomi conosciuti e nomi poco noti ai più giovani che per festeggiare i trent’anni dalla prima Coppa vinta dal Parma, fanno parte di quella nostalgia che molto spesso il calcio, riesce positivamente, ad evocare. Quindi per un attimo asteniamoci dal pensare agli spareggi promozione, al Parma ritrovato nel carattere e nella personalità in vista del rush finale per la speranza di un successo, che se mai giungerà, sarà un giovane parente in tono minore, di quella ottenuta dal quel Parma che nella cornice magica del vecchio ora ricostruito Wembley, trionfò, con merito ed umiltà, contro quell’Anversa, la cui dizione fiamminga rimane nei gagliardetti e nei manifesti di quel memorabile 12 maggio 1993, che resterà tale anche se festeggiato con cinque giorni d’anticipo. Ma tant’è, al cuor non si comanda… (sdong) Gianni Barone

Gianni Barone

Gianni Barone, al secolo Giovanni Battista, nasce a Casale Monferrato (Alessandria) nel 1958 e si trasferisce a Parma nei primi anni 60. Qui matura la sua grande passione per il calcio, prima in qualità di calciatore dilettante fino alla Prima Categoria e poi, di allenatore, direttore sportivo, radio-telecronista, conduttore e opinionista di talk show sportivi. Giornalista pubblicista dal 1990, inizia con Radio Emilia nel 1983, prosegue con Onda Emilia (dal 19849 e Radio Elle (dal 1990). In Tv cura i collegamenti da Parma per "Il Pallone nel 7" (1991-92) di Rete 7 (BO) e collabora con la redazione di Retemilia. Negli anni Novanta effettua telecronache e servizi per il TG sulla squadra Crociata per Teleducato. Dal 2002 al 2008 produce servizi dal Tardini per Telenova di Milano all’interno della trasmissione "Novastadio". Nel 2009 commenta per La7 digitale terrestre e per Dahlia Tv, le partite del Parma Calcio in Serie B. L’attività di telecronista, conduttore e opinionista lo vede nel tempo collaborare anche con San Marino Tv e 7 Gold. Dal 2016 è titolare della rubrica «Cattivo Cittadino» sul quotidiano on line Stadiotardini.It, di cui è vicedirettore esecutivo. Attualmente, per il service Edirinnova, commenta le partite di serie D del Lentigione trasmesse da Telereggio ed è frequentemente ospite di Bar Sport su 12 Tv Parma. Allenatore UEFA B, istruttore qualificato Scuola Calcio, è stato direttore sportivo di settore giovanile alla Langhiranese Val Parma dal 2010 al 2013, e al Juventus Club Parma dal 2014 al 2015. E' autore del libro «Il metodista (Storia della tattica calcistica) edito da Edizioni Progetto Cultura, Collana Sempre Sport (Anno 2006).

One thought on “CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / IL CUORE HA LE SUE RAGIONI CHE LA RAGIONE NON CONOSCE

  • 9 Maggio 2023 in 15:25
    Permalink

    ♥️♥️♥️

I commenti sono chiusi.